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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Concerti

Waters, 70 anni e non sentirli Concerto dedicato a de Menezes

Energia pura dal palco della tappa padovana di The Wall. Show dagli effetti fantasmagorici per Il co-fondatore dei Pink Floyd, che dedica la serata all'Euganeo al 27enne ucciso dalla polizia di Londra nel 2005

"Voglio dedicare questo concerto a Charles de Menezes, alla lotta della sua famiglia per la verità e la giustizia, e a tutte le altre vittime del terrorismo di Stato di tutto il mondo. Non vi dimenticheremo". Venerdì sera allo stadio Euganeo di Padova il co-fondatore dei Pink Floyd Roger Waters appare secco, asciutto, nerovestito e con il volto contratto dalla rabbia mentre esprime la sua dedica in italiano, dopo aver eseguito, chitarra alla mano, la ballata da lui composta per il 27enne brasiliano ucciso dalla polizia di Londra nel 2005 per essere stato erroneamente scambiato con uno degli autori del fallito attentato bombarolo che seguì di due settimane le stragi kamikaze in metropolitana in cui 52 persone persero la vita. Da qui ha inizio il concerto che i 42mila fan, giunti nella città euganea per rivivere la magia di The Wall, non potranno mai dimenticare.

UNO SHOW IMPONENTE. Il 70enne ex leader dei Pink Floyd è alle tappe conclusive di quello che potrebbe essere l'ultimo The Wall tour della sua carriera: mesi fa, il padre della celebre opera rock pubblicata in doppio album nel 1979 ha infatti dichiarato che al termine della tournee si dedicherà esclusivamente alla creazione e composizione di nuovi brani. Forse per questo, come se The Wall non fosse già abbastanza magniloquente di per sé, ha voluto fare le cose più in grande che mai: sul palco, campeggia, e cresce, durante il concerto, di mattone in mattone, un muro gigantesco, alto più di sei metri e ampio oltre 150, sul quale sfavillano, in dimensioni extralarge, spezzoni di video, proiezioni d'ogni genere e colore, riprese dal palco, ed un ricorrente, provocatorio slogan: "Enjoy Capitalism", scritto in caratteri cubitali e "Coca Cola style".

FAN IN VISIBILIO. In concentrata estasi gli oltre 45 mila fan assiepati all'Euganeo (sold out da giorni), avvolti e quasi "travolti" dalla scenografia monstre, arricchita da roboanti effetti sonori, in cui trovano spazio anche il classico modello a grandezza naturale di un aereo da guerra che va a schiantarsi contro l'allestimento del palco su "The thin ice" (pezzo dedicato da Waters al padre, morto durante la seconda guerra mondiale) e il cartoonistico, mostruoso maestro elementare di cinque metri che "minaccia" Waters durante la celeberrima "Another brick" in The Wall part II (come sempre accompagnata da un coro di bambini, che Waters, alla fine del pezzo, ringrazia, sempre in italiano).

TUTTA LA RABBIA DEL VERO ROCK. Che il vecchio Roger sia ancora parecchio arrabbiato, pure più del solito, nonostante l'avanzare dell'età, lo si capisce fin dal primo pezzo, quando sul roboante attacco di "In the flesh" accoglie il suo pubblico indossando una divisa da pseudonazista. E anche sulla ringhiosa acustica "Mother", il suo stato d'animo è eloquentemente proiettato sul muro con un nuovo slogan, tradotto anche in italiano stampatello per garantire massima chiarezza sul concetto: "Col cazzo", "Non fuckin' way". Una rabbia in larga parte politica, come testimonia anche il maiale volante "targato" con la stella di David, che Waters, da sempre filopalestinese, ha esposto durante il suo The Wall show a Tel Aviv, appena due giorni fa, attirando su di sé polemiche ed anche accuse di antisemitismo. Uno sketch che stasera non è però stato bissato: sul maiale nero alzato in volo su In the flesh part II , quasi al termine del concerto, la stella di David non ha fatto mostra di sè, sostituita da più "neutri" simboli di dollari e da falci e martello.

IL FINALE, CON IL CROLLO DEL MURO. "C'è qualche paranoico stasera allo stadio?" chiede Waters, (con maxi traduzione dall'inglese sul Muro) prima del superbattimani dei 42mila su "Run like hell" (e dopo aver smitragliato con pistola laser il pubblico di nuovo in vesti pseudonaziste). Gli oltre mille mattoni della barriera tirata su dall' ex bassista dei Pink Floyd cadono in pezzi dopo oltre due ore e mezzo di mastodontico show. Crolleranno di nuovo, tra un paio di sere, allo stadio olimpico di Roma. E lo faranno di nuovo, qualche altra volta, in giro per i maggiori stadi d'Europa; poi, forse, mai più.

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