Concerto di Natale de I Solisti Veneti a Megliadino San Fidenzio
Con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, venerdì 9 dicembre alle ore 21, nella chiesa parrocchiale di Megliadino San Fidenzio si terrà il Concerto di Natale de I Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone.
In programma musiche di Mozart, Telemann, Paisiello, De Marzi, Bottesini, Puccini.
In apertura, in omaggio alla chiesa che ospita il concerto, il pubblico verrà accolto da un celebre canto natalizio risalente a metà Settecento, Adeste Fideles, cui farà seguito l’intensa Sonata da Chiesa in re maggiore K 69 (41k) che Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) aveva composto intorno al 1772 appena sedicenne, in un solo movimento in tempo Allegro, perché venisse eseguita, come era tradizione, durante la Messa tra la lettura dell’Epistola e quella del Vangelo.
In apertura delle celebrazioni per il 250esimo anniversario della morte del compositore tedesco Georg Philipp Telemann (1681-1767) verrà proposto il Concerto in re maggiore per tromba e archi, che si articola in quattro movimenti, il cui celebre e melodico Adagio è stato ripreso in tempi moderni da Fabrizio De André nella Canzone dell’amore perduto. Il concerto, soprattutto nei tempi rapidi, offre allo strumento solista uno straordinario ardore.
Una autentica vena melodica si avverte nel Concerto per mandolino e archi in mi bemolle maggiore di Giovanni Paisiello (1740-1816), che traduce lo spirito del tardo Settecento.
Non manca un omaggio al compositore vicentino Bepi De Marzi (1935), autore di canti noti in tutto il mondo, ma anche di quella fantasia per archi scritta su invito del maestro Claudio Scimone: Trasparenze su “Signore delle cime”, che precederà l’esecuzione del Gran Duo concertante per violino, contrabbasso e orchestra di Giovanni Bottesini (1821-1889), grande musicista e sommo virtuoso, tale da meritare l’appellativo di “Paganini del contrabbasso”.
Il Concerto di Bottesini, datato nella sua definitiva versione al 1880, mette insieme lo strumento più piccolo e quello più grande della famiglia degli archi, chiedendo agli esecutori vere e proprie capacità funamboliche, in un esplodere di terzine, arpeggi e salti di corda, ma non manca una cantabilità dolce e appassionata, che porta al limite la versatilità timbrica del contrabbasso e ritrova un melodismo che si riallaccia direttamente a Rossini e ai grandi operisti italiani.
In chiusura, il Quartetto per archi in re maggiore di Giacomo Puccini (1858-1924), che appartiene alla stagione della giovinezza del compositore, quando nel 1882 ancora si stava perfezionando al conservatorio di Milano.
L’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.
INFORMAZIONI
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