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Martedì, 19 Marzo 2024
Cultura Sant'Ignazio / Via Giuseppe Tassinari, 1

Ben Harper al Geox in versione tutta rock suona il suo «best of». E il pubblico ringrazia

Due ore di grandissima musica, una sequenza di grandi successi arrangiati tutti in chiave rock. Pubblico delle grandissime occasioni

Più che un concerto, un “Best Of”. Questa la sensazione ad assistere alla performance di Ben Harper e i suoi Innocent Criminals. Con lui sul palco Leon Mobley alle percussioni,Juan Nelson al basso, Oliver Charles alla batteria e Jason Mozersky alla chitarra.

Best of

Una scaletta, quella di venerdì 26 ottobre, che sa molto di «best of» vista la proposta, tutta arrangiata in chiave rock, che l’artista ha snocciolato. Pochi i momenti intimi, tanta l’energia. Dell'ultimo album, scritto con Charlie Musselwhite, con il quale ha pubblicato “No Mercy in This Land“, non c'è traccia, ma per il resto, solo il meglio del suo repertorio. E il pubblico ha apprezzato. Eccome se ha apprezzato. Un’atmosfera unica quella che si è respirata nella data di Padova, al Gran Teatro Geox. Il live è cominciato a ridosso delle 21 e 30, teatro già pieno anche se molti non avevano ancora raggiunto neppure l’area parcheggio quando si è cominciato a suonare tanto era il traffico venuto a crearsi per coloro che volevano

«His band»

C’è voluto giusto un attimo e il pubblico era già tutto dalla sua. Leon Mobley, il gran maestro delle percussioni, ha fatto immediatamente intendere che la voglia era tanta. Non si è risparmiato un attimo e spesso si è preso la scena con il consapevole complicità di Harper. 

Stesso discorso vale per Oliver Charles, alla batteria. Diversi gli interventi dei tecnici per rimettere a posto lo strumento, suonato con tanta veemenza che ha avuto bisogno di diversi aggiustamenti. Per fissare i piatti, per spostare i microfoni, per rimettere le cose al loro posto. Operazioni fatte tutte in corsa, che solo uno sguardo attento ha rivelato. Esperienza e talento in questi casi fanno la differenza, il nostro suonava come nulla fosse.

Juan Nelson, al basso, alterna brevi momenti in cui si prende la scena ad altri in cui quasi si nasconde, appoggiato al suo seggiolino con un sorrisone stampato sulla faccia, senza mai mancare il suo apporto e garantendo quel collante di cui il suono che si vuole proporre ha bisogno. Un suono molto spinto, molto rock. Gran lavoro anche da parte di Jason Mozersky alla chitarra. Forse perché non ci siamo più abituati, ma i suoi assolo di chitarra sono gli unici momenti che viene l’impressione non rimarranno a lungo alla memoria degli astanti. Quando duetta o accompagna invece, piace molto di più.

Pubblico

Ben Harper in splendida forma, i brani arrivano uno dopo l’altro: «Burn one down», «Forever», l’acclamata «Diamonds on his side», «Don’t give up on me now» che ha sciolto ogni dubbio, immediatamente, di cosa si sarebbe vissuto. Scordiamoci il Ben Harper intimo, che di certo ritroveremo in altre occasioni. Quello che ci si trova di fronte al Geox è invece il concerto di un artista che ha raggiunto la sua massima maturità che sceglie di fare un po’ quello che vuole. E il pubblico ha dimostrato di apprezzare non poco.

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