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Cultura

Un anno senza spettacoli dal vivo. Arzenton (Zed): «Siamo pronti a ripartire, in sicurezza»

«In un’ottica di vaccinazione di massa riproponiamo per le prossime attività previste i luoghi del live come luoghi di vita, ovvero come spazi idonei per la somministrazione del vaccino»

È trascorso esattamente un anno da quel 23 febbraio 2020, da quando si sono chiusi i battenti dei teatri e degli spettacoli dal vivo. Valeria Arzenton e Lorenza Mario, protagoniste l’anno scorso di un’esperienza di successo condivisa con lo spettacolo “Aggiungi un posto a tavola” si ritrovano fianco a fianco dopo tutto questo tempo “sospeso”, per una riflessione su un intero anno di chiusura, per guardare al futuro e provare a progettare la ripartenza del comparto culturale dei concerti e dei teatri.

Zed

Valeria Arzenton, vicepresidente di ATIP - Associazione Teatri Privati Italiani - e socia fondatrice di Zed, società leader riconosciuta a livello internazionale impegnata nella produzione ed organizzazione di eventi live, in occasione di questo anniversario in cui l’impresa dello spettacolo dal vivo ha chiuso i battenti, vuole guardare avanti, costruendo le basi di una ripartenza, proiettandosi in un futuro fatto di teatri aperti e del ritorno dello spettacolo dal vivo così come di tutte le attività culturali e ricreative sociali. L’elemento novativo è la modernità con cui il Gruppo Zed! si riapprocerà: servizi aggiornati come la smaterializzazione dei biglietti e dei pagamenti (Zed e Ticketmaster hanno brevettato insieme il protocollo Teatro Covid Free), gli ingressi per fascia oraria, la prenotazione delle attività e delle necessità in sala. La tecnologia a complemento della tradizione.

Valeria Arzenton

Afferma Valeria Arzenton: «Con rispetto, pudore, silenzio e dignità abbiamo sospeso le nostre attività da 12 interminabili mesi compromettendo oltre che le nostre economie, anche i nostri progetti e quindi la nostra stabilità di spirito. In un lavoro strutturato e condiviso con le Autorità competenti, è certo che vogliamo restituire quanto prima alle comunità i luoghi dell’aggregazione sociale e culturale, con l’impegno di garantire sin da oggi, insieme alle più alte competenze professionali, anche garanzie in ordine sanitario e di sicurezza. Inoltre, in un’ottica di vaccinazione di massa, riproponiamo per le prossime attività previste i luoghi del live come luoghi di vita ovvero come spazi idonei per la somministrazione del vaccino». Cultura e socialità sono due concetti importanti che devono tornare al centro della vita di tutti, imparando dal passato e guardando al futuro con l’obiettivo di un benessere collettivo. Su questo Valeria Arzenton commenta: «È necessario come non mai vedere con gli occhi del futuro, traendo forza dall’esperienza passata ma con la spinta crescente verso valori sempre più europei e cosmopoliti. Noi operatori del comparto teatro e spettacolo dal vivo non siamo dei semplici imprenditori, siamo degli specialisti sociali, turistici, economici e soprattutto Culturali: portiamo in scena, vicino alla casa delle persone, l'Arte, che è la più nobile forma di comunicazione e di interazione con la collettività. La Cultura ha con sé uno straordinario potere riformante e, in particolare per il nostro Paese, che si identifica nel suo patrimonio e nella sua tradizione artistici, sarà senza dubbio un elemento di traino per la rinascita post pandemica».

"Non-compleanno"

È da queste riflessioni che Valeria Arzenton vuole ri-partire, è da questo non compleanno, per dirla alla Alice nel Paese delle Meraviglie, che si guarda alla possibile e auspicata riapertura in sicurezza dei teatri privati. Davanti ad una torta gigante, per un anniversario che non deve ripetersi, a rappresentare comunque la necessità di una ripartenza, più forti e determinati di prima. Una ricostruzione alla quale Valeria Arzenton vuole partecipare in prima linea, con lo spirito combattivo, la capacità e l’imprenditorialità che continua a dimostrare.

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