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Cultura Vo'

Da quel fatidico 21 febbraio ai "giorni nostri": il libro sulla storia del Coronavirus nei colli Euganei

Nicola Cesaro, giornalista, racconta la pandemia focalizzandosi su due luoghi simboli del Veneto: il Comune di Vo' e l’ospedale "Madre Teresa" di Schiavonia, divenuto Covid Hospital

Il paese di Vo’ detiene il record di Comune con il nome più corto d’Italia, che condivide con altri due piccoli centri italiani, il ligure Ne e il piemontese Re. Dal 21 febbraio ha anche un altro primato: quello della prima vittima europea da Coronavirus.

Il libro

“La Storia del Coronavirus nei Colli Euganei” comincia da qui, da una piccola vicenda locale che in pochi giorni diventa enorme e da subito proietta questo paesino in una dimensione planetaria. Vo’ diventa un “focolaio”, e con il lodigiano Codogno assurge alla notorietà dovuta alle “zone rosse”. Sono i giorni in cui si crede (e si spera) che “cinturare” le aree dei contagi conclamati possa circoscrivere la diffusione del virus: si cercano i pazienti zero, si indaga su chi abbia viaggiato da o per la Cina, ci si affida alle indicazioni dell’Oms, che purtroppo si riveleranno confuse e contraddittorie. In realtà il virus circola probabilmente da molto prima di quel fatidico 21 febbraio, quando l’ospedale di Schiavonia - gioiello della sanità veneta - verrà prima isolato, e poi destinato interamente all’emergenza Covid. Il libro di Nicola Cesaro (già autore per Typimedia del fortunato “La Storia dei Colli Euganei, dalla preistoria ai giorni nostri”) ricostruisce i mesi della pandemia in Veneto con straordinaria precisione e con la commovente sensibilità del testimone diretto che a questa meravigliosa porzione d’Italia è legato da radici fortissime. Le piccole-grandi storie di tanti protagonisti si intrecciano alle decisioni - mai semplici, spesso sofferte - degli attori politici, dagli amministratori locali al presidente della Regione Luca Zaia fino al Governo guidato da Giuseppe Conte, passando per figure fondamentali come il virologo Andrea Crisanti.

Coronavirus

È una guerra quella che si combatte principalmente negli ospedali, e Nicola Cesaro questo lo spiega benissimo, anche se da più parti la parola “guerra” viene rifiutata in quanto evoca scenari terribili che le generazioni più anziane hanno conosciuto ormai settant’anni fa. Ma sono proprio loro, gli anziani, le vittime principali della pandemia. E sono sempre loro a rivivere drammi che credevano archiviati. Per spiegarlo l’autore riporta la testimonianza di una psicologa di Padova, Laura Padmah Galantin, impegnata nella casa di riposo di Merlara dove si contano 34 vittime, le cui parole hanno una potenza che non ammette repliche: «Ritornano per queste persone le immagini della guerra che hanno vissuto da bambini. Riattivano quel periodo che mai avrebbero pensato di dover rivivere. Cambiano le scene - non c’è bomba, non c’è distruzione - ma gli effetti sono gli stessi: isolamento, impossibilità di muoversi, perdita degli affetti, abitudini che cambiano nel giro di poche ore». Ecco, difficilmente avevamo sentito spiegare così efficacemente il lato più umano di questa crisi. La generazione dei nonni italiani che il Coronavirus in molte zone ha decimato, ha pagato il prezzo più alto. Così come le nuove generazioni rischiano di pagare la recessione economica innescata dal lockdown mondiale. Nel suo racconto, Nicola Cesaro esamina minuziosamente le caratteristiche della gelata economica e le possibilità di ripresa, in una regione che - dalla coraggiosa campagna dei tamponi fino alle idee imprenditoriali per la ripartenza - ha già dato molti segnali positivi al Paese e all’Europa.

Nicola Cesaro

Nicola Cesaro è laureato in Lettere moderne all’Università di Padova ed è giornalista professionista. Dal 2007 lavora come corrispondente per il quotidiano “il mattino di Padova”, di cui oggi è redattore ordinario. La sua intensa attività nel mondo della cronaca locale gli è valsa il Premio Claudia Basso riservato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto ai cronisti under 35 e la menzione speciale al Penna d’Oca di Assostampa Padova. Con Typimedia ha pubblicato lo scorso dicembre “La Storia dei Colli Euganei”, già alla seconda ristampa. Ha collaborato alla realizzazione dei volumi “I veri ricchi di Padova” (Biblioteca dell’Immagine) e “Il libro delle memorie” (Edizioni Scantabauchi). Tra i riconoscimenti in ambito letterario, ha ottenuto i premi “Tullio Colsalvatico” di Tolentino (Macerata) e “La Leonessa” di Brescia.

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