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Hall pieno per il ritorno dei Marlene Kuntz: in due ore e mezza trent'anni di carriera

Una prima parte del set tutta acustica, poi arrivano le "randellate rock", come le definisce il leader Cristiano Godano. “30 : 20 : 10 MK² Tour”

Circa un migliaio di persone, tutte quelle che può contenere, all’Hall sabato sera per il ritorno dei Marlene Kuntz. Un tour, il loro, pensato per festeggiare trent’anni di carriera e i vent’anni dall’uscita di “Ho ucciso paranoia”. E “30 : 20 : 10 MK² Tour” è esattamente questo. E per il migliaio di persone che ha scelto di andarli ad ascoltare è stata davvero una gran serata. Ci viene da pensare lo sia stato anche per chi era sul palco. Sì perché si respira una certa atmosfera, una certa energia ma allo stesso tempo, sinergia, tra le due parti. Più di due ore e mezza intensensissime, quindi. La prima parte del set è tutta in acustico. Non appare casuale la scelta di aprire con Lieve, il pezzo che gli ha consentito di iniziare una collaborazione con Giovanni Lindo Ferretti, ex CCCP e al tempo organico al progetto del Consorzio Suonatori Indipendenti. Erano gli anni novanta, il rock indipendente italiano tirava fuori la testa e si faceva sentire, eccome. Di Lieve, appunto si innamorò Ferretti tanto da inserire una cover nell’album live, “In quiete”. Produttore dei Marlene Kuntz è un altro CSI, Gianni Maroccolo che la sua carriera da bassista l’aveva cominciata con i Litfiba ed è a quel tempo un punto di riferimento importantissimo per le nuove band che si affacciano nel panorama del rock indipendente nazionale.

Sono in gran forma i Marlene, beneficiano non poco dell’atmosfera, tanto da ringraziare più volte il pubblico ed esplicitando in maniera chiarissima prima dell’esecuzione di “Musa” quanto magico sia suonare avendo di fronte tanta attenzione, partecipazione, silenzio. Anche gli smartphone sopra le teste del pubblico, sono meno del solito. L’età media dei presenti è quarant’anni, nonostante piacevoli eccezioni. Impossibile non notare il ragazzino con le cuffie anti rumore, di quelle che si usano in cantiere, gustarsi il concerto assieme ai genitori. La maggior parte dei presenti di concerti ne ha di certo già visti, ma l’occhio e lo sguardo sorpreso o emozionato del ragazzino non è poi tanto diverso da quello di chi gli sta davanti o di fianco. Il set acustico è già in pratica un concerto. Una cinquantina di minuti intensissimi, accompagnati, come tutto il resto della serata, da immagini e Visual davvero suggestive, curate dal regista Fabrizio Arcuri. «Siete pronti alle randellate rock?», domanda retoricamente al pubblico prima della pausa tra il set acustico e quello elettrico.

Si parte con “L’odio migliore” che sono le 22 e 40 circa, da lì un poi è tutta un scarica elettrica, un crescendo. Non si risparmiano, i Marlene. Suonano infatti per due ore e mezza, dandoci davvero dentro. Il feeling col pubblico, se è possibile, cresce ancora di più. Il finale è un crescendo sempre più forte, con le “Impressioni di settembre”, cover della Pfm, “La canzone che scrivo per te”, “A fior di pelle”. Ma davvero sembra non bastare a nessuno, tanto che escono ancora, acclamati, per eseguire “Nuotando nell’aria”, il brano che li ha fatti conoscere più di tutti, e una straordinaria “Sonica”, uno di quei brani che più passa il tempo e più si apprezza.

Tracklist

Set Acustico
Lieve
Ti giro intorno
Notte
La lira di Narciso
Osja, amore mio
Bella ciao (cover)
L’artista
Sapore di miele
Fantasmi
Musa

Set Elettrico
L’odio migliore
L’abitudine
Le putte
Infinità
Una canzone arresa
Questo e altro
Ineluttabile
Lamento dello sbronzo
In delirio
Un sollievo
Impressioni di settembre (Premiata Forneria Marconi cover)
Il genio (L’importanza di essere Oscar Wilde)
La canzone che scrivo per te
Bellezza
A fior di pelle

Encore:
Nuotando nell’aria
Sonica

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