Presentazione di “Vita di don Giussani” di Alberto Savorana
Il 6 febbraio a Padova l'associazione culturale Antonio Rosmini presenta “Vita di don Giussani” di Alberto Savorana. Una ricostruzione basata su una ricerca di anni e documentazione inedita. Tra i relatori anche l’ex presidente della Camera Violante.
Non ha mai cercato la luce dei riflettori, don Luigi Giussani. Si infastidiva quando si metteva l’accento sul suo ruolo di fondatore: «Non ho mai inteso fondare nulla». Per lui quel movimento di ragazzi e poi di adulti e famiglie che era nato attorno a lui non aveva nessuna caratteristica particolare se non «la necessità di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo». Eppure è fuori discussione che la sua è una traiettoria che ha segnato gli ultimi cinquant’anni della Chiesa e probabilmente anche della società italiana.
Ma chi era veramente don Giussani, da quali radici proveniva, quali sono stati gli snodi fondamentali del suo percorso? A far luce giunge ora in libreria un volume di oltre 1300 pagine, frutto di anni di ricerche in archivio, con documenti, testimonianze e immagini inedite su questo prete lombardo di cui l’anno scorso è stata chiesta l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione.
Introdurrà i lavori Eugenio Andreatta, giornalista. Porteranno il loro saluto il sindaco reggente di Padova Ivo Rossi e il rettore della basilica del Santo padre Enzo Pojana.
Molti i legami di don Giussani con Padova, fin dall’inizio degli anni Settanta, a partire dall’amicizia con alcuni studenti universitari da cui nacque la locale comunità di Cl. Negli anni successivi don Giussani intervenne anche pubblicamente al Teatro Pio X e al Collegio Don Mazza. Nella seconda metà degli anni Ottanta in Università presentò il suo volume “La coscienza religiosa nell’uomo moderno”. Probabilmente però gli interventi che lasciarono il segno più profondo, tenuti di fronte a migliaia di persone, furono due meditazioni in basilica del Santo, la prima l’11 febbraio 1994 sul tema “Come si diventa cristiani”, la seconda il 24 febbraio 1995 dal titolo “Ecumenismo. Ottocento anni di miracoli”, per l’ottavo centenario della nascita di sant’Antonio. Nel volume di Savorana poi un intero capitolo è dedicato allo scoppio di via Forcellini del 5 gennaio ’98, in cui persero la vita due persone. L’amicizia e la vicinanza del sacerdote lombardo furono decisivi per non perdere la speranza dopo un evento di portata distruttiva.
«La storia di don Giussani è così significativa», ha scritto il suo successore Julián Carrón, «perché ha vissuto le nostre stesse circostanze, e ha dovuto affrontare le stesse sfide e gli stessi rischi, ha dovuto fare lui stesso il cammino che descrive in tanti brani delle sue opere». Le circostanze che ha attraversato e le persone incontrate sono state decisive per il delinearsi della vocazione di don Luigi Giussani: i suoi genitori, i professori e i compagni del Seminario, le sue letture, il sacerdozio, i primi giovani conosciuti in confessionale o in treno, l’insegnamento, le incomprensioni e i riconoscimenti, la malattia.
Don Giussani ha sempre considerato il cristianesimo come un fatto, un evento reale nella vita dell’uomo, che ha la forma di un incontro, invitando chiunque a verificarne la pertinenza alle esigenze della vita. Così è stato per i tanti ragazzi e adulti di tutto il mondo che hanno riconosciuto in quel prete dalla voce roca e attraente non solo un maestro dal quale imparare, ma soprattutto un uomo col quale paragonarsi, un compagno di cammino affidabile per rispondere alla domanda: come si fa a vivere?
Oggi uno di quei “ragazzi”, che con lui hanno percorso un tratto importante della loro vita e continuano a seguire ciò che egli stesso seguiva, prova a raccontare chi era e come ha vissuto don Giussani attraverso molti documenti inediti. Nasce così questa biografia che, oltre a ricostruire per la prima volta la cronaca dei giorni del fondatore di Comunione e Liberazione, offre ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa.