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Cultura Piazze / Via San Nicolò

Completato il restauro della statua della Madonna della chiesa di San Nicolò

Grazie alla terza edizione del progetto "Mi sta a cuore": ritrovati un incarnato più roseo, colori meno accesi e lineamenti addolciti

La terza edizione del progetto "Mi sta a cuore" che vede il Museo diocesano e l’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Padova impegnati nella sensibilizzazione al recupero e alla valorizzazione di beni artisti del territorio, ha composto in questi giorni un primo importante tassello. Si è, infatti, da poco concluso il restauro di una delle tre opere in terracotta policroma oggetto di questa edizione: la statua della Madonna in trono con il Bambino della chiesa di San Nicolò in Padova, opera di Giovanni de Fonduli, originario di Crema e attivo a Padova nella seconda metà del 1400.

Il restauro

A breve sarà completato anche il restauro delle altre due sculture in terracotta del XV secolo comprese nel progetto: il Compianto sul Cristo morto della chiesa di San Pietro in Padova ed entro l’estate, anche quello della Madonna con Bambino della chiesa di Pozzonovo (Pd). In questa terza edizione il progetto "Mi sta a cuore" (partito nell’aprile 2018), si concentra, infatti, su tre opere d’arte di terracotta del XV secolo di particolare pregio per fattura, bellezza e valore storico-artistico che, al termine del restauro, saranno protagoniste di una mostra dedicata alla Scultura in terracotta a Padova nel Rinascimento. Da Donatello a Riccio in cantiere per il 2020 al Museo diocesano. Il restauro della Madonna in trono con il Bambino della chiesa di San Nicolò, iniziato la scorsa estate e ultimato a febbraio 2019, è stato eseguito dalla restauratrice Beatrice Falconi sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso e del Museo diocesano. Due le fasi dell’intervento: il distacco dell’opera dalla sua sede originaria (l’altare di una cappella laterale della chiesa di San Nicolò) per trasferirla in Museo dove è stato allestito un apposito laboratorio-cantiere e la fase di restauro vero e proprio. «Il restauro – spiega Beatrice Falconi – è seguito alle analisi diagnostiche della policromia e del materiale argilloso, dalle quali abbiamo rilevato che l’opera presentava due/tre strati di cromie sovrapposte eseguite nel corso del tempo per rinnovarne l’aspetto. Sulla superficie più esterna risultava evidente la presenza di una patinatura bruna data probabilmente per coprire le varie lacune del colore, sopra ad essa si presentava uno spesso strato di finitura protettiva steso a seguito di un recente intervento e che conferiva a tutta l’opera un’eccessiva lucidità».

Le migliorie

Durante il restauro è stata rimossa la patinatura e il film protettivo e sono stati rimossi gli strati di colore incongrui facendo così emergere lo strato sottostante più antico. «I volti delle figure – prosegue la restauratrice – risultavano ripresi più volte con tonalità di un rosa più scuro e le sopracciglia, le bocche e gli occhi erano coperti da pigmenti molto scuri, praticamente neri, che coprivano il colore sottostante più chiaro dando così una lettura alterata dell’immagine. Il risultato della precedente operazione offre tonalità cromatiche più chiare che valorizzano e fanno emergere più chiaramente anche la qualità del modellato oltre che le dorature presenti sulla decorazione a fascia frontale della veste della Madonna». Incarnato più roseo, lineamenti più dolci e delicati dei volti, colori meno intensi dei panneggi sono il risultato più evidente dell’intervento che comunque ha portato alla luce anche altre curiosità sul supporto argilloso (composto da un unico pezzo di cottura scavato sul retro) e sulle inclusioni ferrose in fase di analisi, non riconducibili a chiodi o perni come si pensava inizialmente. Il restauro è stato completato con l’integrazione di alcune «lacune dello strato cromatico tramite velature date ad acquarello e colori a vernice per restauro, soprattutto sugli incarnati dei volti e del manto, questo per dare maggior leggibilità estetica all’insieme della composizione considerato che comunque il manufatto tornerà ad essere un oggetto devozionale».

Il progetto

Con il progetto "Mi sta a cuore", da aprile 2018 a oggi, sono stati realizzati vari appuntamenti per far conoscere il progetto e sensibilizzare donatori: dai cantieri aperti ai restauri alle presentazioni dei progetti, dai concerti alla lotteria natalizia, agli incontri “Corpi a sorpresa”. E altri sono in programma in primavera con il ciclo di visite “Case mai viste”, che partirà in maggio, aprendo le porte di dimore particolarmente significative ma poco note (il primo appuntamento sarà il 4 maggio con la visita di Villa Valcorba Duse Masin a Stroppare di Pozzonovo). Grazie a queste iniziative e a contributi specifici (tra cui quelli delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Fondazione Antonveneta-Banca Monte dei Paschi di Siena destinate all’intervento sul Compianto sul Cristo morto della chiesa di San Pietro), finora sono stati raccolti complessivamente 36.800 euro destinati al restauro di tutte e tre le sculture in terracotta policroma. Di questi, 9.100 euro sono stati raccolti tramite iniziative destinate appositamente al sostegno del restauro della Madonna in trono con Bambino della chiesa di San Nicolò, il cui costo complessivo è di 14mila euro. Il restauro delle opere oggetto di questa edizione di "Mi sta a cuore" vede una stretta collaborazione, grazie a un’apposita convenzione, tra Diocesi di Padova, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso e Università di Padova – Centro Interdipartimentale di Ricerca, Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico-Artistici.

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