Mostra “Giuseppe Tartini e la cultura musicale dell’Illuminismo” al museo diocesano di Padova
Con il riapprodo in fascia gialla del Veneto e le nuove disposizioni riguardanti i musei, si prepara alla riapertura anche la mostra “Giuseppe Tartini e la cultura musicale dell’Illuminismo”, ospitata presso il Palazzo vescovile di Piazza Duomo, dove ha sede il Museo Diocesano di Padova. L’esposizione, ideata dal Dipartimento DISLL (Studi linguistici e letterari) per iniziativa e curatela del prof. Sergio Durante nell’ambito del progetto Tartini 2020, realizzata con il supporto tecnico-organizzativo dell’Orchestra di Padova e del Veneto e con il contributo della Regione del Veneto e della Fondazione Cariparo, tornerà ad essere visitabile a partire dall’8 febbraio 2021, nelle giornate da lunedì a venerdì (salvo successive disposizioni Covid19), dalle ore 10 alle 13 (escluso lunedì, aperto solo il pomeriggio) e dalle 13.30 alle 18.
Il percorso espositivo è studiato per accompagnare il visitatore attraverso le tappe della vita di Giuseppe Tartini (1692-1770) e approfondirne gli aspetti controversi e complessi della personalità, specchio dell’“Età dei lumi”: la mostra è il luogo che raccoglie e dove diventano visibili la figura, il genio e l’opera del violinista-filosofo che elesse Padova come “seconda patria”, fra manoscritti, oggetti legati alla passione per la scherma, violini e archetti, unitamente ad una serie di materiali che spiegano la storia, il metodo e il successo del “Maestro delle Nazioni”. Nei saloni del museo è presente inoltre la copia-ricostruzione del pianoforte di Bartolomeo Cristofori del 1720 (il cui originale è conservato al Metropolitan Museum di New York e con i suoi 300 anni appena compiuti risulta il pianoforte più antico del mondo), simbolo della tecnologia che lega il compositore piranese al costruttore-inventore padovano e che s’incontra idealmente con le innovazioni tecniche realizzate da Tartini sul violino e sull’arco. Tartini sviluppò una concezione originale della musica, innovando strumento, tecnica esecutiva, teoria compositiva e concezione del suono.
La mostra “Giuseppe Tartini e la cultura musicale dell’Illuminismo” rimarrà aperta fino alle porte dell’estate 2021, tuttavia chi la visiterà entro il 14 febbraio avrà l’occasione di ammirare i manoscritti originali prestati dall’Archivio musicale della Cappella Antoniana, che dopo quella data saranno sostituiti con delle riproduzioni fotografiche. Secondo il curatore S. Durante “visitare la mostra è innanzitutto un piacere e un ritorno alla vita dopo mesi difficili, ma ci richiama anche alla responsabilità di comprendere e valorizzare il maggior compositore legato alla nostra città, divenuta grazie a lui uno dei centri musicali più attrattivi nell’Europa del Lumi”.
Orari di apertura
- lunedì 13.30-18
- da martedì a venerdì 10-13 e 13.30-18
- chiuso sabato e domenica
Informazioni tel. 049 8226159
“Tartini 2020” è un progetto nato nel 2014 in seno all’Università di Padova - Dipartimento DISLL (Studi linguistici e letterari) con l’obiettivo di favorire la conoscenza e la valorizzazione di Giuseppe Tartini e “farne una risorsa permanente” in una dimensione sia territoriale (Padova e il Veneto) che nazionale ed internazionale.
Giuseppe Tartini
(Pirano, 8.4.1692 – Padova, 26.2.1770)
Acclamato come “maggior compositore dei suoi tempi”, Tartini viene spesso associato al racconto che ne fa l’astronomo Joseph Jérôme de Lalande, secondo cui nel 1713 il diavolo sarebbe apparso in sogno al musicista e si sarebbe messo al suo servizio, suonando con il violino una melodia di tale fascino che Tartini volle metterla in partitura. Sarebbe questa la genesi della sua opera forse più nota, la “Sonata del diavolo” o Sonata per violino in sol minore. Dopo un ulteriore periodo di perfezionamento nelle Marche, nel 1721 il musicista venne assunto come primo violino e direttore dell’orchestra della Basilica di Sant’Antonio di Padova, dove sarebbe rimasto per il resto della vita. All’attività di musicista e compositore Giuseppe Tartini, raggiunto l’apice della capacità violinistica, affiancò anche l’attività didattica, fondando a Padova nel 1728 la Scuola delle Nazioni, dove istruì studenti provenienti da tutta Europa. “L’Arte dell’arco”, celebre raccolta di variazioni, rimane ancora oggi un testo fondamentale nell’apprendimento della tecnica violinistica, insieme al “Trattato degli abbellimenti” sull’ornamentazione improvvisata.
Info web
https://www.facebook.com/MuseoDiocesanoPadova