Incontro "Beni culturali e mercato: missione (im)possibile?" al San Gaetano
Saranno il manager culturale e presidente di Federculture dell’Accademia di Belle Arti di Roma Roberto Grossi e l’archeologo-storico dell’arte di fama mondiale Salvatore Settis, ex direttore del Getty Research Institute a Los Angeles, i protagonisti del prossimo incontro di “Segnavie”, ciclo di conferenze promosso e organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti.
Il 15 ottobre alle ore 17.45 nell’Auditorium del Centro Culturale San Gaetano (Via Altinate 71, Padova) Grossi e Settis, intervistati dalla giornalista di Sette – Corriere della Sera Eliana Liotta, si confronteranno da posizioni differenti sulle strategie da adottare rispetto alla costante riduzione degli investimenti pubblici e privati in cultura, in un Paese come l'Italia che vanta un patrimonio artistico e culturale tra i più rilevanti al mondo.
Che fare? Di fronte a questa domanda, le risposte si collocano su un asse che ha, ad un estremo, la conservazione del patrimonio artistico e, all’altro, la sua valorizzazione. Partendo dalla scarsità di risorse economiche disponibili, dovremmo investire di più nella conservazione o nella promozione del nostro patrimonio artistico? E, se si ritiene opportuno investire in entrambi, in che misura dovremmo finanziare l’uno e l’altro? Risponderanno a queste e a tante altre domande sul tema gli ospiti del quarto appuntamento di Segnavie 2015.
MATERIALI ON LINE
- Invito incontro Segnavie 15 ottobre
- Link alla news su sito web Segnavie
- Foto Roberto Grossi (relatore)
- Foto Salvatore Settis (relatore)
- Foto Eliana Liotta (moderatrice)
ALCUNI DEI PRINCIPALI DATI DELL’11° RAPPORTO FEDERCULTURE
- Torna a crescere la domanda in cultura con ampie differenze territoriali
Secondo l’11° Rapporto Federculture, presentato a luglio, la fase peggiore della crisi sembra passata e anche nel settore culturale si avvertono i primi segnali di ripresa. Le politiche culturali degli ultimi due anni hanno gettato le basi per un futuro sviluppo. Molta strada, tuttavia, resta ancora da percorrere per portare la cultura al centro delle strategie di crescita del Paese, riconoscendole un ruolo importante di propulsore dello sviluppo economico e sociale.
La domanda di cultura torna a crescere, ma permangono ampie differenze territoriali e una forte astensione. Il 2014 ha segnato un riavvicinamento dei cittadini alla cultura: musei e mostre hanno fatto registrare, rispetto al 2013, +7,7% di visitatori. Il rapporto degli italiani con le attività culturali e il patrimonio, tuttavia, è ancora da costruire, tanto che in molte aree del Paese l’80% dei cittadini non entra mai in un museo.
- Turismo: il Bel Paese attrae ma occorrono strategie di crescita
Sul fronte turismo, l’Italia cresce ma ad un ritmo inferiore rispetto ai principali competitor: l’incremento dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese è stato del 2,2%, la metà della crescita turistica in Europa (4,5%).
Il nostro Paese non coglie ancora appieno le possibilità attrattive e di sviluppo, anche turistico, offerte dall’incomparabile ricchezza paesaggistica e culturale del territorio, in particolare nelle regioni del Sud.
Il settore più vivace è quello del turismo culturale. I flussi turistici nelle città d’arte incidono sul totale delle destinazioni turistiche per il 36% in termini di arrivi e per il 27% come presenze, con un trend di crescita costante negli anni e con una performance che è la migliore tra i diversi segmenti turistici.
- Resta aperto il nodo delle risorse economiche
Sul fronte delle risorse pubbliche: lo stanziamento del MiBACT è stabile intorno ai 1.500 milioni di euro l’anno (che tuttavia rappresentano solo lo 0,13% del PIL e lo 0,19% del bilancio dello Stato), quello del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) è bloccato a 406 milioni di euro.
Dopo un prolungato calo, risale a quasi 2 miliardi l’anno la spesa in cultura dei Comuni, mentre diminuiscono del 18% gli investimenti delle Province. Le erogazioni liberali da privati e imprese, di cui si invoca costantemente il contributo economico per sostenere la cultura, sono diminuite del 19%.