Migranti: “Fermare l’emorragia di umanità” indossando una maglietta rossa in piazza
Anche Padova si vestirà di rosso per “fermare l’emorragia di umanità”. Orizzonti - Il Futuro Insieme, associazione nata dall’esperienza della Lista Civica Lorenzoni Sindaco nelle amministrative di dodici mesi fa (https://www.
Un “abbraccio” a Palazzo della Ragione con la maglietta rossa cui hanno aderito ufficialmente anche Libera Padova e Coalizione Civica per Padova e a cui hanno confermato la loro presenza il vicesindaco Arturo Lorenzoni, l’assessora Francesca Benciolini e altri esponenti dell’Amministrazione comunale.
L’appello di Libera parte da quanto sta accadendo in questi giorni nel Mediterraneo e invita tutti a indossare una maglietta rossa “per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà”.
A Padova Orizzonti ha deciso di raccogliere l’appello per dare un’ulteriore testimonianza di una città aperta, accogliente, che guarda al futuro con fiducia e non con paura. Un futuro da costruire assieme.
“Il momento storico che stiamo attraversando è delicato. Noi siamo orgogliosi di stare dalla parte giusta, a difesa dei principi universali di democrazia, di uguaglianza e di libertà. Sicuramente non ci faremo impaurire o fermare dai toni beceri, meschini, intolleranti e razzisti che stanno dilagando ora nel panorama nazionale” commenta Marco Carrai, presidente dell’associazione Orizzonti.
L’appuntamento è alle 11 in piazza delle Erbe, ovviamente in maglietta rossa, per una riflessione sull’appello di Don Ciotti e un simbolico abbraccio a Palazzo della Ragione per testimoniare tutti assieme la volontà di fermare “l’emorragia di umanità”.
Questo il testo dell’appello lanciato da Libera
(https://www.libera.it/schede-
Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.
Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini.
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