Scautismo Italiano e Grande Guerra alla Sala della Gran Guardia
??La mostra Scautismo Italiano e Grande Guerra narra il coinvolgimento degli Scout italiani nel corso del primo conflitto mondiale: una pagina di storia ignota ai più, raccontata attraverso una raccolta unica, con centinaia di foto, cartoline e documenti di ogni tipo.
Organizzata dall'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova, l'esposizione sarà inaugurata venerdì 15 maggio alle ore 17 nella Sala della Gran Guardia in piazza dei Signori e rimarrà aperta al pubblico dal 16 maggio al 28 maggio 2015 (orario 10-13 e 14.30-19, chiuso il lunedì; ingresso libero).
La mostra rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale.
La mostra propone una documentata storia degli anni di guerra, con le attività svolte dagli Scout, il loro impegno e le “Colonne Mobilitate”. Non mancano accanto ai documenti scritti e agli articoli le immagini di propaganda e le illustrazioni ad opera dei grandi disegnatori del tempo.
Diffuso in oltre 200 Paesi del mondo, con quasi 30 milioni di aderenti, lo Scautismo è il più grande Movimento giovanile su base volontaria del pianeta, e mantiene una sua precisa connotazione educativa e metodologica basata sulle intuizioni di Robert Baden-Powell, che lo fondò nel 1907.
Negli anni '10 del secolo scorso la fedeltà alla Promessa scout, che lega tutti gli aderenti al Movimento (e quindi al servizio del proprio Paese che ne costituisce uno dei punti fondamentali) fu interpretata come volontà di fare il possibile per sostenere lo sforzo che la propria Patria faceva per vincere la guerra. Non può stupire quindi che gli Scout cercassero ogni modo per rendersi utili. Ma gli Scout, in Italia e negli altri paesi, non furono "interventisti", anzi.
Questo avvenne in Italia, ma anche in Inghilterra dove il Movimento nacque, e poi in Francia, Belgio, e in tutte le nazioni belligeranti. Lo stesso Baden-Powell esaltò la figura di uno Scout inglese che si arruolò mentendo sull'età e che cadde al fronte. E così fecero né più né meno tutte le associazioni scout del tempo. La guerra pose anche dei grossi interrogativi a Baden-Powell e ai dirigenti scout. Solo due anni dopo la fine del conflitto, nell'estate del 1920 a Londra si tenne il primo Jamboree, il raduno mondiale che riuniva Scout di tutte le nazioni che poco prima si erano ferocemente combattute. Nello stesso periodo muoveva i suoi primi passi la Società delle Nazioni, quella che poi sarebbe stata la base per la nascita dell'ONU.
Le riflessioni che uscirono dallo scempio della guerra, e dal fatto che ragazzi appartenenti a nazioni diverse ma che si riconoscevano tutti nella fratellanza scout dovettero imbracciare il fucile gli uni contro gli altri, portarono a sviluppare nel Movimento il tema della fraternità internazionale in modo ancor più pronunciato. Non a caso fu questo uno degli aspetti che inquietò maggiormente il governo fascista che decise di vietare il movimento scout nel nostro Paese solo pochi anni dopo. L'attaccamento al servizio verso la propria Patria fu così chiaro nella testa degli Scout da esprimersi anche quando esso prese un orientamento contrario alle scelte del governo nazionale: ne sono esempio in Italia le azioni di Scautismo clandestino prima e di resistenza poi, quando il fascismo introdusse le leggi razziali e la persecuzione su base etnica e ideologica.
Info: infocultura@comune.padova.it; padovacultura.it