Notturni d’Arte verso il gran finale con gli artisti contemporanei all'ateneo patavino
Gran finale dei Notturni d'Arte, manifestazione organizzata dall’assessorato Cultura e Turismo di Padova, dedicata ai personaggi illustri a Padova, mercoledì 3 settembre alle ore 21 a Palazzo Moroni, con la conversazione di Nicola Galvan sugli artisti contemporanei all'ateneo patavino, cui seguono le visite guidate a Palazzo Bo. Nella sede universitaria sono attestati alcuni tra i maggiori artisti italiani del Novecento: da Arturo Martini, cui si deve la statua del Palinuro (1947), dedicata a un comandante partigiano e omaggio alla Resistenza, a Jannis Kounellis autore della scultura Resistenza e Liberazione (1995); assoluto protagonista il celebre architetto e designer Gio Ponti, presente anche con un affresco unico nelle dimensioni. Come da tradizione il sipario calerà sulle note della Civica Orchestra di Fiati di Padova.
La fase più intensa del rapporto tra gli artisti contemporanei e l’Ateneo è individuabile tra gli anni trenta e quaranta del secolo scorso: essa ha inizio con i cantieri diretti da Gio Ponti nelle sedi universitarie del Palazzo del Bo e del Palazzo del Liviano (quest’ultimo da lui progettato ex novo pochi anni prima) e prosegue nell’ampio progetto estetico elaborato dall’allora rettore Carlo Anti, dal docente Giuseppe Fiocco e dallo stesso Ponti. In particolare nel 1938 una commissione composta dalle tre personalità sopracitate assegna la decorazione pittorica dell’atrio del Liviano a Massimo Campigli, artista legato all’attività espositiva di Novecento e originale interprete di quel "ritorno all’ordine" che, in risposta all’esplosione delle Avanguardie, caratterizza l’arte italiana del Ventennio. Il raffinato ciclo figurativo del pittore ripercorre le glorie culturali e belliche della storia italiana, un patrimonio di cui il mondo del sapere tramanda la memoria e l’esempio. Una sorta di eco alle immagini di Campigli è rappresentata, negli stessi spazi, dal marmoreo monumento a Tito Livio, concluso nel 1942 dal più importante esponente della scultura italiana del periodo, Arturo Martini. Ancora di Martini, questa volta nel Palazzo del Bo, presso lo scalone che conduce al rettorato, è lo struggente Palinuro, autentico canto del cigno dell’artista, che morirà poco tempo dopo la conclusione dell’opera, avvenuta nel 1947. Ispirata alla vicenda, narrata nell’Eneide, del giovane timoniere di Enea che, assorto nella contemplazione delle stelle, scivola in acqua perdendo la vita quando le coste italiane sono ormai in vista, l’opera è dedicata alla memoria del partigiano Primo Visentin detto Masaccio, l’ultimo caduto della Resistenza italiana. Le pareti che affiancano la medesima scalinata presentano un ciclo ad affresco realizzato nel 1941 da Gio Ponti e vicino stilisticamente al ricercato arcaismo di Campigli: le figurazioni che lo animano, solenni e come sospese nel vuoto, vedono intrecciarsi la storia dell’umanità con quella della cultura. Le sale del Bo riservate ai docenti presentano inoltre lavori ad affresco e a mosaico di artisti come De Pisis, Funi, Ferrazzi, Severini. Si segnalano poi alcune opere commissionate dall’Ateneo di recente: nel cortile centrale del Bo si trova la grande installazione Monumento alla Resistenza e Liberazione, realizzato da uno dei più noti esponenti dell’Arte Povera, Jannis Kounellis, inaugurato nel 1995 e dedicato alla memoria di tre fieri oppositori del regime fascista, Concetto Marchesi, Egidio Meneghetti ed Ezio Franceschini, docenti dell’Ateneo. Sempre nel cortile si trova il Monumento a Galileo di Giò Pomodoro, inaugurato nel 1992 e commissionato in occasione del quarto centenario della chiamata a Padova del grande scienziato.