Notturni d'arte al planetario
Sabato 30 agosto al Planetario sarà possibile ripercorrere le principali scoperte di Galileo Galilei (1564-1642), che insegnò per ben 18 anni all'ateneo patavino (1592-1610), definendoli "Li diciotto anni migliori di tutta la mia età". Alle 18 si terrà lo spettacolo "Scopri il cielo con Galileo" per ragazzi dagli 8 ai 15 anni, alle 21 lo spettacolo "Il nuovo cielo di Galileo" con osservazione guidata del cielo stellato. L’appuntamento è realizzato all’interno dei Notturni d’Arte, la manifestazione che quest’anno l’assessorato Cultura e turismo del comune di Padova dedica ai personaggi illustri legati alla città.
Gli anni trascorsi a Padova non furono per Galileo anni facili. La morte del padre nel 1591 aveva significato per lui pesanti responsabilità per mantenere la madre, tre sorelle e due fratelli. E questioni di emolumenti non corrisposti alla famiglia furono all’origine della prima denuncia di Galileo all’Inquisizione di Padova nel 1604, riconducibile a sua madre, che poi non ebbe corso. Tuttavia nel corso degli anni trascorsi a Padova Galileo inventò o migliorò strumenti e sviluppò ricerche essenziali per la stesura dei suoi capolavori: il Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo (1632), e i Discorsi e le dimostrazioni intorno a due nuove scienze (1638).
A Padova Galileo prende definitivamente le distanze dalla tradizione dominante, in larga parte di matrice aristotelica e costruisce un approccio ai problemi della conoscenza della natura così innovativo che quando si leggono i suoi scritti sembra di leggere gli scritti di uno scienziato di oggi. Padova d’altra parte era la sede dello Studio della Serenissima, prestigioso centro culturale nel quale convergevano studenti e studiosi da tutta Europa. Tra insegnamento universitario e discussioni in accademie o case private vi era un continuo scambio di idee e non era raro che ci si incontrasse nelle botteghe o agli angoli delle strade per approfondire problemi sorti nelle aule dello Studio. Nella sua casa di via Vignali, Galileo, oltre a ospitare studenti e tenere lezioni private, aveva costruito un’officina per realizzare, insieme all’artigiano Marcantonio Mazzoleni, i nuovi strumenti. Nella stessa casa abitò Marina Gamba, con la quale Galileo si era legato affettivamente pur non sposandosi, e dalla quale ebbe tre figli: Virginia, Livia e Vincenzo. Proprio nella sua officina Galileo fabbricò tra il 1597 e il 1598 il compasso geometrico-militare, uno dei più raffinati strumenti di calcolo dell’epoca. E al 1597 risale anche una delle prime testimonianze della sua adesione al copernicanesimo. I due argomenti centrali delle ricerche galileiane a Padova furono la scienza del moto e la meccanica celeste. Galileo aveva ben chiaro che il sistema copernicano, a differenza di quello aristotelico-tolemaico, mancava di una sua fisica. Non è un caso che negli anni precedenti all’uso del cannocchiale, le sue indagini fossero rivolte sia all’astronomia sia allo studio dei moti locali. In questo senso, una data emblematica è il 1604, anno nel quale Galileo da un lato comunica a Sarpi la sua scoperta della legge di caduta dei gravi e, dall’altro, compie alcune osservazioni sulla Stella Nuova, comparsa nei cieli in ottobre, arrivando ad affermare l’unità della fisica celeste e terrestre, in contrasto con la concezione dominante all’epoca, sostenuta dai seguaci di Aristotele, che distingueva nettamente i fenomeni e gli oggetti celesti da quelli terrestri.
È così che, grazie alle opportunità offertegli dal nuovo strumento, il cannocchiale, alla fiducia nell’osservazione senza preconcetti e all’abbandono del sistema aristoleco-tolemaico Galileo Galilei arrivò alle fondamentali scoperte, pubblicate nel 1610 nel Sidereus Nuncius, uno dei testi più rivoluzionari della storia. In particolare la scoperta delle lune di Giove costituiva una verità che metteva in crisi il sistema tolemaico che indicava nella Terra l'unico centro di moto dell'universo. Pochi mesi dopo la pubblicazione del Sidereus, Galileo lasciò Padova per Firenze.