Padova Jazz Festival 2019, gli appuntamenti dal 18 al 23 novembre
Padova Jazz Festival piano edition. La ventiduesima edizione della kermesse padovana, in scena dal 25 ottobre al 23 novembre, punta decisamente sui pianisti, convocando un cast in cui brillano i pianoforti di Raphael Gualazzi, Monty Alexander, Kenny Barron, Vijay Iyer, Benny Green, Aaron Diehl, nonché l’organo di Dan Hemmer, che si intreccerà alla batteria di Steve Gadd.
Con la sua programmazione espansa su un intero mese di calendario, il festival padovano punta al coinvolgimento dell’intera città, distribuendo i concerti in varie sedi: dalle sale riservate ai grandi eventi (il Teatro Verdi e l’MPX) alle prestigiose location della Sala dei Giganti (che ospiterà una sequenza di recital di solo piano) e dello storico Caffè Pedrocchi (per le serate in stile jazz club). La Sala Fronte del Porto al PortoAstra sarà invece il punto di ritrovo per le proposte musicali più audaci e moderniste.
Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e con il sostegno di Antenore Energia. Si inaugura quest’anno un’importante collaborazione con il Centro d’Arte dell’Università di Padova, storica associazione cittadina attiva sin dagli anni Quaranta, per la realizzazione dei concerti alla Sala dei Giganti e alla Sala Fronte del Porto/PortoAstra.
Lunedì 18 novembre
Sala Fronte del Porto/PortoAstra, ore 21
Proiezione del film “Milford Graves: Full Mantis”
Regia di Jake Meginsky e Neil Young (Documentario, USA, 2018, 91’).
Mercoledì 20 novembre
Caffè Pedrocchi, ore 18:30
Presentazione del libro Jazz area di Roberto Masotti.
Relatore: Roberto Masotti. Introduce Stefano Merighi.
Caffè Pedrocchi, ore 20 cena
ore 21:30 concerto
Aaron Diehl Trio
Aaron Diehl (pianoforte), Paul Sikivie (contrabbasso), Aaron Kimmel (batteria).
Una musicalità portentosa, capace di lavorare di cesello su ogni nota e infondere innumerevoli sfumature espressive a ogni frase: Aaron Diehl si è ben meritato il soprannome “The real Diehl” affibbiatogli da Wynton Marsalis. Più ancora che il curriculum, è la musica che parla: tocco elegante, ricchezza e fantasia armonica, flusso ritmico avvolgente e, cosa ormai rara, una limpida ispirazione tematica e melodica.
Nato in Ohio nel 1985, nell’ultimo decennio ha raccolto onorificenze che ne attestano il superlativo livello pianistico: dal premio della Jazz Journalists Association come artista emergente alla Cole Porter Fellowship ricevuta dall’American Pianists Association. Ma appena diciassettenne si era imposto anche nella Essentially Ellington Competition del Jazz at Lincoln Center’s. Fu proprio a seguito di questa vittoria che l’anno seguente fu convocato da Wynton Marsalis per fare parte del suo settetto. Ha inoltre suonato con Lew Tabackin, Matt Wilson, Wycliffe Gordon e la Jazz at Lincoln Center Orchestra. Non passa inoltre inosservata la sua presenza nella band di Cécile McLorin Salvant, promettente diva del canto afroamericano.
Giovedì 21 novembre
Sala dei Giganti, ore 21
Vijay Iyer solo
Vijay Iyer (pianoforte).
Newyorkese di origini tamil, classe 1971, Vijay Iyer è uno dei pianisti che stanno definendo più chiaramente i contorni del piano jazz contemporaneo.
La sua estesa discografia dimostra l’ampiezza dei suoi interessi musicali e la vitalità del suo stile esecutivo. Nelle sue prime prove da leader spiccavano le presenze di altri giovani destinati poi a salire all’onore delle cronache jazzistiche internazionali (Rudresh Mahanthappa, Steve Lehman), mentre nella più recente incisione (The Transitory Poems, 2018) lo si sente duettare con Craig Taborn, in un sensazionale incontro tra i tastieristi più rappresentativi della loro generazione. Approdato all’etichetta ECM (dopo significative pubblicazioni per Pi, Savoy Jazz e ACT), Iyer non si limita all’attività pianistica. Significative sono le sue composizioni pensate per altri gruppi (e anche per formazioni sinfoniche classiche) e le attività didattiche (insegna presso il Dipartimento di Musica dell’Università di Harvard).
Ma tornando al jazz suonato, non sorprendono i riconoscimenti attribuitigli dalla bibbia di settore, DownBeat: pianista dell’anno (2014) e artista dell’anno (2015).
Venerdì 22 novembre
Teatro Verdi, ore 21
Monty Alexander Trio
Monty Alexander (pianoforte), J.J. Shakur (contrabbasso), Jason Brown (batteria).
Monty Alexander è uno dei (rari) pianisti capaci di trasformare ogni esecuzione musicale in momento travolgente, di tenere l’ascoltatore col fiato sospeso in attesa della risoluzione delle sue volate sui tasti. Il suo virtuosismo lo pone in quel circolo di (rari) pianisti capaci di ottenere dalla tastiera qualunque cosa, sulla scia di un Oscar Peterson o di un Ahmad Jamal, che sono chiaramente dei modelli di riferimento. Ma nel timbro, nel tratteggio dei temi e soprattutto nello sbalzo ritmico di Alexander si percepisce istantaneamente qualcosa che lo distingue da questi grandi pianisti afroamericani: le sue origini caraibiche (è nato nel 1944 a Kingston, Giamaica) emergono inconfondibili nella sua diteggiatura, conferendo una vivacità incontenibile e colori solari alla musica, di qualunque varietà sia, bop o swing, blues o gospel, calypso o reggae…
Alexander è attivo sulle scene dal 1958. Talento precoce, già all’età di quattro anni individua a orecchio le melodie sul pianoforte. Si trasferì in Florida nel 1961: fu Frank Sinatra a ‘scoprirlo’ in un club e a portarlo a New York, facendogli avere un ingaggio continuativo al Jill’s. Qui tra i suoi ascoltatori c’erano Miles Davis, Count Basie, Milt Jackson, Roy Haynes e naturalmente Sinatra. È stato poi una presenza assidua al Minton’s (la ‘madre patria’ del bebop) e al Playboy Club, dove divenne amico di Quincy Jones. Sempre negli anni Sessanta un gigante della tastiera come Oscar Peterson dimostrò l’amicizia e la stima nei confronti di Alexander raccomandandolo a Hans Georg Brunner-Schwer, proprietario dell’etichetta MPS, che non trascurò un suggerimento da una simile fonte, facendo registrare al pianista giamaicano una dozzina di album.
In questo percorso, la formazione del trio emerse come quella prediletta da Alexander: memorabili quello con John Clayton e Jeff Hamilton e quello con Ray Brown e Herb Ellis. Alexander ha lasciato una lunga scia di incisioni come leader (oltre 75) a documentare una carriera troppo vasta per venire compressa in poche righe.
Sabato 23 novembre
Teatro Verdi, ore 21
Blicher – Hemmer - Gadd
Steve Gadd (batteria), Michael Blicher (sax tenore), Dan Hemmer (organo Hammond).
Steve Gadd (nato nel 1945 nello stato di New York) è uno dei migliori batteristi di ogni tempo, senza distinzioni di generi musicali. Si è fatto ben valere anche come leader ma il suo contributo fondamentale alla musica è stato soprattutto come session drummer di riferimento assoluto. Per capirne il valore e i meriti, basta un elenco degli artisti che gli hanno affidato la propulsione ritmica della loro musica: Dizzy Gillespie (all’età di 11 anni), Michel Petrucciani, Chet Baker, Paul Desmond, Al Di Meola, Charles Mingus, Chick Corea e ancora, su altri fronti stilistici, Frank Sinatra, Paul McCartney, Simon & Garfunkel, Paul Simon, gli Steely Dan, Al Jarreau, Joe Cocker, Eric Clapton, i Manhattan Transfer, B.B. King, Jon Bon Jovi, i Bee Gees, Kate Bush, James Brown, Eumir Deodato, Pino Daniele… E questa non è che una estrema sintesi.
In trio con il sassofonista Michael Blicher e il batterista Dan Hemmer (entrambi danesi), Gadd riscopre il piacere di suonare in maniera pressoché acustica. Il trio si è formato nel 2014 e ha all’attivo già due dischi dal vivo che documentano una musica grondante energia, passione e creatività. L’organ soul e l’organ jazz sono portati ai massimi livelli di interplay e virtuosismo, con ampio spazio per l’improvvisazione.
Altri eventi
Per tutta la durata del festival
JAZZ@BAR-Concerti nei locali tra Padova e provincia
Da sabato 9 a domenica 24 novembre
Scuderie di Palazzo Moroni
mostra fotografica “Le strade del jazz” e “The Black Square” di Roberto Cifarelli
Quando
dal 25 ottobre al 17 novembre 2019
13 locali - 16 concerti – più di 50 artisti
Ancora una volta Padova e dintorni torna a riempirsi di jazz, dopo lo straordinario successo dell’iniziativa JAZZ@BAR degli anni scorsi.
JAZZ@BAR è il contenitore di eventi collaterali al cartellone principale del Padova Jazz Festival e coinvolge le attività commerciali del territorio.
Quest'anno JAZZ@BAR ha in programma 16 concerti in 13 locali tra Padova e provincia nei quali si esibiranno più di 50 artisti.
Una programmazione caleidoscopica quella di JAZZ@BAR 2019 riverberante di suoni e colori diversi.
Dal jazz classico a quello più innovativo con nuovi progetti di giovani autori, spaziando in diversi generi musicali: Soul Jazz, Vynil DJ Set, Etno Jazz, Gipsy Swing, Brasiliana e Latinoamericana d’Autore e gli omaggi a John Coltrane e Miles Davis con gruppi ai vertici del jazz italiano.
Ecco tutti i locali aderenti:
- Ristorante La Montecchia Selvazzano (Ven. 25/10 h. 21:45) Vanessa Tagliabue Yorke – “We like it Hot”;
- Marsiglio Abano Terme (Sab. 26.10 h. 20:30) Red Acoustic;
- Pasticceria Viennese di Padova (Sab. 26/10 h. 21:00) I SincoPatici ... storie di musica italiana;
- Bar Pollini di Padova (Mart. 29/10 h. 19) GiulioJazz DJ Set;
- The Squid di Padova (Merc. 30/10 h. 20:45) MY SOUL TRIO;
- Nerodiseppia di Padova (Giov. 31/10 h. 21:30) Amilcar Soto Rodriguez Duo;
- Bar Primavera di Padova (Giov. 31/10 h. 21:30) VISE & THE COMBO • feat. Alberto Visentin;
- Podere Casanova Borgo Veneto Pd (Dom. 3/11 h.19:30 Swing Out 6et special guest Luisa Giannini;
- CRAK Brewery Tap Room di Campodarsego Pd (Mar. 05/11 h. 22:00) ROPE - Puglisi Senni De Rossi;
- Nalin - Tradizione e cucina di Campodarsego (ven. 08/11 h. 20:30)“SING SONG SWING!”;
- Otivm Café di Padova (ven. 08/11 h. 21:30) Francesca Viaro Organ Trio;
- CRAK Brewery Tap Room di Campodarsego Pd (Ven. 08/11 h. 22:00) Carlo Atti 4T plays Coltrane
- CRAK Brewery Tap Room Campodarsego Pd (Sab. 09/11 h. 22:00) Funky Football plays Miles Davis’ Bitches Brew
- Maxim di Padova (Ven. 15/11 h. 20:00) TRIO DE JANEIRO;
- Pasticceria Viennese di Padova (Sab. 16/11 h. 21:00) Marco Bonutto "Gypsy Swing 4tet"
- APERTURE cocktail bar di Padova (Dom. 17/11 h. 21:00) Diane Peters Trio “BLUE IMMERSION” .
Venerdì 25 ottobre ore 21.45
RISTORANTE LA MONTECCHIA
Via Montecchia 12, Selvazzano Dentro
tel. 049 8055323
Vanessa Tagliabue Yorke – “We like it Hot”
Vanessa Tagliabue Yorke (voce)
Francesco Bearzatti (clarinetto)
Mauro Ottolini (trombone)
Paolo Birro (pianoforte)
Informazioni e biglietti
Biglietti
Teatro Verdi
22/11: Monty Alexander; 23/11: Blicher-Hemmer-Gadd:
intero da 16 a 30 euro
ridotto da 13 a 25 euro
ridotto under 26 da 10 a 20 euro
Prevendita: online su www.ticketmaster.it; www.teatrostabileveneto.it; biglietteria Teatro Verdi.
Caffè Pedrocchi
Ingresso libero
Possibilità di prenotazione tavolo anche solo per il concerto:
tel.: 049 8781231; email: prenotazioni@caffepedrocchi.it
Jazz@Bar
la disponibilità di posti e l’accesso ai concerti sono regolati a discrezione dei singoli locali
Informazioni
Associazione Culturale Miles
Via Montecchia 22 A, 35030 Selvazzano (PD)
Tel.: 347 7580904
e-mail: festival@padovajazz.com
web: www.padovajazz.com
https://www.padovajazz.com/festival/
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