River in città, giornata dedicata la Terzo cinema
La seconda settimana di River in città prosegue giovedì 14 aprile dalle 14 alle 18 (Università degli Studi di Padova – Aula C, Via degli Obizzi, 23) con una giornata di approfondimento dedicata al TerzoCinema. Si tratta di un seminario interattivo in cui sarà infranto il muro fra vita e rappresentazione: in occasione dell’incontro si girerà infatti la prima scena del film Il Caso Petrovi?, opera aperta che tratta il tema del libero pensiero e della censura prendendo spunto dalla pessima accoglienza riservata nel 1972 da parte dell’intellighenzia dell’epoca al film di Aleksandar Petrovi? Il Maestro e Margherita («Altro che mostra di Venezia – scrisse T. Kezich –: questo film, che fa polpette di un capolavoro della moderna letteratura sovietica, merita soltanto di venir segnato sul libro nero»). Il film è prodotto dal collettivo del Terzocinema per la regia di Rodolfo Bisatti. Dramaturg Maurizio Pasetti, suono Valeria Fabris, fotografia Emilio Della Chiesa.
GIOVEDÌ 14 APRILE
Università degli Studi di Padova – Aula C, Via degli Obizzi, 23
14 - 18 TerzoCinema con Rodolfo Bisatti, Maurizio Pasetti, Valeria Fabris.
ll TerzoCinema è un movimento indipendente di professionisti e virtuosi dell’audiovisivo che si propone di rinnovare il sistema di produzione cinematografica grazie alla realizzazione di una rete con radici forti sul territorio coinvolto. L’obiettivo è pensare al cinema non come forma d’arte aristocratica per pochi eletti, ma come linguaggio dinamico accessibile, multidimensionale e praticabile da tutti.
Per sua natura il TerzoCinema non prevede forme pre-costituite e si configura con una serie di incontri aperti. Aperti perché tutti (non solo gli addetti ai lavori) vi possono partecipare in modo multidisciplinare, e aperti perché non vi sono preclusioni ideologiche, razziali, culturali. Ognuno ha l’opportunità di presentare il proprio progetto anche tramite materiale audiovisivo (trailer, teasers o abstracts potranno essere proiettati e commentati da tutti i partecipanti). Si discute di possibilità produttive e distributive alternative alle correnti dominanti, ci si conosce, si creano relazioni ed eventuali forme di collaborazione.
Si chiama “Terzo” perché non è cinema industriale, né autoriale in senso classico, ma apre a forme originali di linguaggio esplorando nuove modalità produttive e distributive. Anche lo spettatore viene considerato parte integrante delle opere. In sostanza è un pensiero sperimentale in work in progress. Il movimento TerzoCinema non auspica solamente una condivisione ideale di progetti, ma presuppone la ricerca dei finanziamenti e l’abbattimento dei costi di produzione, ottenibili grazie alla condivisione di competenze e conoscenze e alla creazione di reti di cooperazione nazionali e internazionali.