River Film Festival, gran gala di chiusura con premiazioni, film su Danielou e danza indiana
Venerdì 30 giugno gran gala di chiusura con le premiazioni, il film su Danielou, l’uomo che portò l’India in Occidente, e uno spettacolo di danza indiana.
In chiusura di serata proiezione speciale del film documentario di Riccardo Biadene “Alain Danielou – Il labirinto di una vita”.
L’undicesima edizione del River Film Festival giunge a conclusione. Con numeri anche quest’anno significativi: proiezioni sempre affollatissime, 15 giorni di programmazione, 135 cortometraggi provenienti da 39 Paesi (molti dei quali reduci da festival internazionali di prestigio come Cannes, Berlino, Venezia, Toronto, San Sebastian), 21 università di cinema di 15 nazioni, decine di registi e produttori presenti alle serate di concorso.
Venerdì 30 giugno (dalle ore 21.30) è la serata finale delle premiazioni: i riconoscimenti verranno assegnati ai vincitori delle sei categorie in concorso (Scuole di cinema, Corti italiani, Corti internazionali, Animazione, Documentari e Supercorti, categoria, quest'ultima, votata solo dal pubblico). A seguire, due eventi di chiusura.
EVENTI DI CHIUSURA
Spettacolo di danza classica indiana Kuchipudi e Bharatanatyam “Nataraja, omaggio al Dio danzante” di e con Marianna Biadene e Atmananda.
Le danzatrici Marianna Biadene e Atmananda presentano una selezione di coreografie originali ispirate al repertorio tradizionale delle danze classiche dell’India meridionale bharatanatyam e kuchipudi. Attraverso la danza, la musica e la narrazione (e in relazione alla biografia di Alain Danielou), lo spettacolo esplora i molteplici aspetti della divinità Shiva Nataraja, Signore della danza, e la mitografia a questi associata.
Proiezione speciale del nuovo film documentario di Riccardo Biadene “Alain Danielou – Il labirinto di una vita” (ITA-SVI 2017).
FILM “Alain Danielou – Il labirinto di una vita” di Riccardo Biadene
Un avventuroso viaggio musicale che parte dalla Bretagna e Parigi per esplorare l’India (Shantiniketan, Varanasi, Khajuraho, Chennai e Pondicherry) e poi Berlino Venezia e Roma: tra gli anni 30 e 80 del 900, alla scoperta della straordinaria vita e dell’opera dell’uomo che ha portato l’India in Occidente lo scrittore, indologo e musicologo francese Alain Danielou. Amico di Andre Gide, del premio Nobel Rabindranath Tagore, di Jean Renoir, e di Maurice Bejart tra molti altri, ha fondato in Europa i primi istituti di musica comparata della storia e realizzato per l’UNESCO la prima collana di World Music.
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