“Senza rossetto nella cabina elettorale. 70 anni fa” incontro a Palazzo Bo
Il 2 giugno 1946, il Corriere della Sera pubblicava un articolo con il quale invitava le donne a presentarsi al seggio elettorale senza rossetto sulle labbra, poiché la scheda doveva essere incollata e non doveva avere alcun segno di riconoscimento: c’era il rischio che le donne, nell'umettare con le labbra il lembo da incollare, avrebbero potuto, involontariamente, lasciarvi un po' di rossetto e così rendere nullo il loro voto. Settant’anni fa, milioni di donne italiane con il rossetto in borsa andarono a votare.
Per ricostruire e celebrare la svolta del 1946, l’Università di Padova organizza lunedì 30 maggio, alle ore 15, nell’Aula E di Palazzo Bo, via VIII febbraio 2, a Padova, “70 anni dal voto alle donne”, una giornata di interventi e riflessioni sulle conquiste delle donne italiane, finalmente piene cittadine, non solo elettrici ma anche elette, e come tali protagoniste anche della Costituzione.
“E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, - afferma Tina Anselmi, grande protagonista della Resistenza nonché prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica - spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate, non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!”.
Questo il ricordo di Maria Bellonci, ideatrice del premio Strega: “Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest’anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore quello del 2 giugno, quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all’improvviso di fronte a me, cittadina. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l’impulso di fuggire. Non che non avessi un’idea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest’idea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta, mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi”.
Un risultato, quello del voto alle donne, raggiunto grazie a un lungo e faticoso percorso iniziato solo dopo l’unificazione: il decreto legislativo luogotenenziale che sancì il suffragio universale fu emesso il 31 gennaio 1945, e pubblicato il 1° febbraio. Nel decreto non era ancora prevista l’eleggibilità delle donne, che verrà sancita solo dal decreto n. 74, del 10 marzo 1946, il cui articolo 7 recita: “Sono eleggibili all’Assemblea Costituente i cittadini e le cittadine italiane che, al giorno delle elezioni, abbiano compiuto il 25° anno di età”.
L’incontro, che prevede anche la partecipazione dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici, sarà coordinato da Annalisa Oboe, Prorettore alle Relazioni culturali, sociali e di genere dell’Università di Padova; interverranno la costituzionalista Lorenza Carlassare, docente emerito di Diritto Costituzionale all’Ateneo e prima donna in Italia a ricoprire questa cattedra, la storicaGiulia Albanese e Lorenza Perini, ricercatrice dell’Università di Padova.
L'iniziativa si inserisce nell'ambito degli incontri Equality talks, pensati per approfondire un dibattito su questioni connesse ai diritti umani, all’inclusione, all’uguaglianza e alle differenze e proposti da Universa 2016, la rassegna di eventi culturali dell’Ateneo.
Per informazioni:
Servizio Cerimoniale e manifestazioni tel. 0498273044-5