Reading-spettacolo “Io centro” alla parrocchia “San Giovanni Battista” di Pontevigodarzere
Un territorio di passaggio, senza una vera identità, senza un luogo dove fermarsi e stare: Pontevigodarzere, quartiere diviso da un ponte e da un fiume, dove manca un “cuore”, o meglio un “centro”. È proprio questo bisogno di maggiore identità territoriale che ha voluto indagare “FARE CENTRO, alla ricerca del cuore di una periferia”, progetto vincitore del bando del Comune di Padova “La città delle idee 2020/21”, ideato da Talea Teatro, associazione capofila, in partnership con Amistad, TOP Teatri Off Padova e Rete Progetti, in collaborazione con la Parrocchia “San Giovanni Battista” di Pontevigodarzere e la scuola secondaria di primo grado “Niccolò Copernico” di Pontevigodarzere.
Insieme ai cittadini coinvolti – un gruppo di under 30 e un gruppo di over 60 –, il progetto ha provato a “ripensare” Pontevigodarzere, situato nel quartiere 2 Nord di Padova, dal punto di vista urbanistico/ambientale, sociale e culturale, allo scopo anche di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. Dopo un percorso di incontri e di interviste, guidate da attori professionisti, ora i risultati del progetto saranno presentati nelle serate di venerdì 4 e sabato 5 giugno alle ore 21, presso il cortile della parrocchia di Pontevigodarzere, in forma di reading teatrale. Uno spettacolo messo in scena da attori e musicisti e intitolato, appunto, “Io Centro”, i cui testi sono il frutto della rielaborazione delle stesse interviste. Un doppio appuntamento, rivolto a tutta la cittadinanza, per rispettare le norme di prevenzione anti-Covid che chiedono un pubblico contingentato. Il reading è stato proposto in anteprima ai ragazzi della scuola “Copernico”.
E il titolo dello spettacolo, “Io Centro”, prende proprio spunto dal desiderio dei cittadini, assieme ai soggetti promotori, di contribuire e farsi protagonisti della rivitalizzazione e rigenerazione del territorio, “facendo centro”, ossia trasformando i luoghi s-connessi del quartiere in punti di aggregazione e collegamento, cogliendone le potenzialità. Quasi nuovi punti di “orientamento” per i suoi abitanti, molti dei quali – come emerso dalle interviste – percepiscono con un certo senso di “spaesamento” questo luogo, vissuto talvolta come terra di nessuno, eppure ricco di peculiarità e segni distintivi.
Attraverso un dialogo e un confronto tra più generazioni, che ha dato forma a un patrimonio comune di vissuti e desideri, il progetto pone dunque le basi per l’avvio di un cammino verso la costruzione di una maggiore consapevolezza condivisa dell’esistente, esprimendo anche un sogno – individuale e collettivo – per il futuro del quartiere.
Grazie ai linguaggi e alle modalità dell’arte e del teatro, le interviste hanno, alla fine, offerto una vera e propria mappatura dei luoghi del quartiere, restituendo anche un’analisi della loro trasformazione e individuandone criticità, punti di forza e opportunità. Allo stesso tempo, hanno stimolato idee e proposte che potranno innescare un più ampio percorso di partecipazione e cittadinanza attiva.