Stagione di prosa, “L'Attesa" al teatro Verdi, le nuove date
Lo spettacolo L’Attesa previsto in scena al Teatro Verdi di Padova dal 23 al 27 marzo 2022 è rinviato per ragioni sanitarie indipendenti dal Teatro Stabile del Veneto e verrà recuperato da mercoledì 18 a domenica 22 maggio.
I biglietti acquistati restano validi per le nuove date.
Dal giorno 23 marzo sarà possibile chiedere il rimborso con le seguenti modalità:
- se si è acquistato il biglietto online: scrivere a biglietteria@teatrostabileveneto.it
allegando il PDF del biglietto e l’importo verrà rimborsato sulla carta di credito con la quale è stato effettuato il pagamento - se si è acquistato il biglietto cartaceo: recarsi in Biglietteria del Teatro Verdi con il biglietto e il rimborso verrà effettuato in denaro.
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L'evento
Dopo aver acceso le luci del Teatro Mario Del Monaco di Treviso, L’attesa, la nuova regia di Michela Cescon tratta dal testo di Remo Binosi arriva al Teatro Verdi di Padova dal 18 al 22 maggio. Una co-produzione del Teatro Dioniso e del Teatro Stabile del Veneto con Anna Foglietta e Paola Minaccioni in scena nei ruoli delle due protagoniste. Le due attrici, per la prima volta insieme su un palcoscenico, si confrontano così con il testo che fece conoscere l’autore veronese al grande pubblico, dando corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla sua serva Rosa.
Lo spettacolo
Michela Cescon lavora sulla prima stesura del testo di Binosi che, a differenza della versione del 1994, esalta la relazione tra le due protagoniste rendendo marginale l’intervento di un terzo personaggio, quello della nutrice, eliminato dalla regista nella sua trasposizione teatrale. Ne deriva così un dualismo moderno da teatro del Novecento, tra personaggi, ma anche drammaturgico tra il teatro di Rosa in lingua veneta e la letteratura ricca di immagini e inconscio di Cornelia.
Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento, a cui è difficile rimanere indifferenti e i temi e i contenuti trattati sembrano parlare della società attuale, come se non fosse cambiato nulla: la differenza di classe, il rapporto serva-padrona, il doppio, l’amore, il piacere, la maternità, il peccato, la punizione, il femminile, il male, la morte, la seduzione. Tutto viene raccontato con continui cambi di registro narrativo, tenendo in equilibrio tra loro commedia e dramma.
Dopo le rappresentazioni sul palcoscenico del Teatro Verdi di Padova, andrà in scena al Teatro Goldoni di Venezia dal 5 all’8 maggio.
Mia moglie era in attesa di nostra figlia Giulia e io stavo leggendo le memorie di Casanova. Le avventure del grande seduttore si accompagnavano all’esperienza che stavo vivendo, con il procedere della gravidanza il corpo di mia moglie cambiava e insieme cambiava anche il rapporto che lei aveva con sé stessa e con le altre donne. La sentivo parlare con le sue amiche e intessere facilmente discorsi anche con donne molto diverse da lei, si scambiavano emozioni, consigli, paure e speranze. C’era tra loro una corrente di grande energia comunicativa. Proprio a partire da un dato intimo come quello del corpo gravido, le donne costruiscono una rete di confidenza e complicità di cui gli uomini sono assolutamente incapaci. Il maschio mito Casanova con la sua dispersiva sessualità, mi sembrava la prova di questa incapacità, cominciai così a pensare a una storia che mettesse a confronto donne diverse entrambe incinta dello stesso uomo assente.
Remo Binosi
Note di regia
Di Michela Cescon
I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, le adori, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due e alla fine non ti sorprendi di pensare che forse potrebbero essere la stessa persona. L’Attesa è proprio un testo per il palcoscenico, per gli attori, pieno d’invenzioni molto riuscite. Tutto è raccontato con freschezza e con un erotismo naturale nei confronti della vita e del mondo. Alle due attrici viene richiesta un’adesione fisica ai personaggi totale, e il loro stare in scena diventa molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che diventano un gran bel punto di vista, per portare in scena il nostro sguardo più personale e intimo.
Il dramma è costruito attorno a due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere entrambe una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità a uscire e mai, come in questi tempi, l’idea teatrale, anche semplice, di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa vera, reale e sentita. Insieme ai miei collaboratori abbiamo costruito un luogo scenico che rappresenta la mente di Cornelia, il diario su cui lei scrive, dove la chiusura o l’apertura dei muri è metafora di una condizione interna, della vita del cuore; mentre la relazione con l’esterno viene raccontata dalla luce e dal buio, dalle ore del giorno e dai suoni della campagna estiva, e dalla natura prepotente che le circonda. La messa in scena ha un segno classico, per omaggiare il grande teatro, e alle attrici viene chiesto di non uscire mai, di avere a che fare solo con il loro corpo. Gli unici oggetti con cui lavorare sono un letto, due sedie e gli abiti dai colori forti e simbolici che con loro danzano una partitura serrata di cambi e di trasformazioni. Lo spettacolo ha un sapore nordico, un rigore fatto di direzioni, ritmo e spazio, per riuscire a riportare ciò che sentii dopo la prima lettura della prima stesura de L’Attesa, ovvero il ritrovare drammaturgicamente nel testo tutto ciò che c’è di materico e forte nel teatro veneto, nella mia lingua originaria, specialmente quello goldoniano, sapientemente mescolato ad autori amatissimi come Bergman, Ibsen, Strindberg e anche Genet.
Un ringraziamento speciale ad Anna Montecroci Binosi per la cessione dei diritti dell’opera e per essere stata con noi in questo bellissimo viaggio e a Elisabetta Sgarbi per avere voluto pubblicare il testo con la sua La Nave di Teseo.
Teatro Verdi di Padova
L’Attesa
- mer 18 maggio alle ore 20.30
- gio 19 maggio alle ore 19
- ven 20 maggio alle ore 20.30
- sab 21 maggio alle ore 20.30
- dom 22 maggio alle ore 16
di Remo Binosi
regia Michela Cescon
con Anna Foglietta, Paola Minaccioni
scene Dario Gessati
costumi Giovanna Buzzi
disegno luci Pasquale Mari
suono Piergiorgio De Luca
assistente alla regia Elvira Berarducci
foto Fabio Lovino
produzione Teatro di Dioniso, TSV - Teatro Stabile del Veneto
in collaborazione con Fondazione Musica per Roma, Teatro Stabile di Bolzano, ATCL Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rosselini, Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio.
Biglietti
intero | ridotto | abbonati | under 26 | |
platea, palchi pep e palchi 1°ord centrali | 35 euro | 32 euro | 27 euro | 16 euro |
palchi pep e palchi 1° ord. laterali, palchi 2° ord centrali | 31 euro | 27 euro | 23 euro | 13 euro |
posti scarsa visibilità palchi pep e palchi 1° ord. laterali, palchi 2° ord centrali | 22 euro | 19 euro | 16 euro | 9 euro |
palchi 2° ord. laterali, galleria | 15 euro | 13 euro | 11 euro | 9 euro |
posti scarsa visibilità palchi 2° ord. laterali | 11 euro | 9 euro | 8 euro | 6 euro |
* ridotto Over 65
* abbonati TSV Stagione 2022
Info web
https://www.teatrostabileveneto.it/events/event/lattesa-padova/
Foto articolo Fabio Lovino - comunicato stampa