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A Padova "Statistica sotto le stelle" a servizio dell'azienda

Martedì 8 settembre a Padova sfida notturna tra le giovani promesse della statistica, la «professione più sexy del futuro» (Google). E un convegno su impresa e Big Data: «Dall'analisi dei dati la chiave per fare business».

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Arriva a Padova la notte magica dei Data scientist, i maghi dei dati, le giovani promesse di quella definita dal guru di Google Hal Varian e dall'Harvard Business Review la «professione più sexy dei prossimi anni», destinata a rivoluzionare le strategie e il volto dell'impresa. E' «Stats under the Stars», «Statistica sotto le stelle», l'hackathon della statistica ovvero una competizione che nella notte tra l'8 e il 9 settembre, dallo «spritz hour» delle ore 18 fino alla colazione delle 7 del mattino successivo, riunirà al Caffè Pedrocchi un centinaio di giovani statistici da tutta Italia suddivisi in 25 squadre, che si daranno battaglia in una sfida all'ultimo dato per effettuare la migliore analisi di un dataset per la soluzione di un problema aziendale. Alla squadra che proporrà la migliore analisi andrà un posto di diritto tra i relatori della successiva Riunione scientifica della Società Italiana di Statistica, l'11 settembre a Treviso.

IL CONVEGNO: SE LA STATISTICA FA VINCERE L'IMPRESA. E questo è solo l'evento conclusivo di una giornata di studio in cui a Padova andrà in scena il dialogo tra statistici d'azienda e imprenditori all'insegna del business del futuro: «Stat for Business - Statistica e Data Science per il Business», martedì 8 settembre nell'Aula Magna Galileo Galilei al Palazzo del Bo, sede dell'Università di Padova, avrà ospiti di calibro tra cuiil Senior economic analyst di Google, Steve Scott, e il presidente di Lotto Sport Italia, Andrea Tomat. «Far dialogare statistici e aziende significa comprendere il potenziale nascosto nel mare dei «Big Data»: una miniera di informazioni in cui scavare con gli strumenti giusti del «Data Mining», per comprendere meglio potenzialità, posizionamento o investimenti di un'impresa, e magari mettere il segno + anche ai dati del fatturato» afferma Antonio Canale, tra gli organizzatori dell'evento patrocinato da Università degli Studi di Padova, Società Italiana di Statistica e Collegio Carlo Alberto di Torino.

L'IMPRENDITORE CHE HA SPOSATO IL «DATA MINING»: «LA CHIAVE È NELLA STORIA DI OGNI AZIENDA». Ma quali sono i dati utili alle imprese e come può un'azienda trarne profitto? «Si può puntare sui dati esterni, tratti ad esempio dalla navigazione degli utenti nei social network, o su quelli interni, i cosiddetti «sleeping data»: le fatture archiviate e mai più considerate, le email, la documentazione che un'azienda tiene da parte per osservanza alle normative o per semplice abitudine». Questi dati, ignorati o poco sfruttati, rappresentano il vero vantaggio competitivo che un'azienda ha sulle altre, come afferma ad esempio Lorenzo Verna, CEO di Tykli, una startup torinese pluripremiata e specializzata in tecnologia e soluzioni per la Big data analytics. «Nei dati nascosti nei faldoni spesso si trova il vero know how di un'azienda, i punti di forza, o i passaggi da migliorare per aumentare la qualità del prodotto. Ogni azienda nella sua storia trova la sua specificità e dunque la sua forza. Noi lo vediamo in vari settori: nell'health care, nella manufactory, nelle industrie che hanno catene di montaggio del processo produttivo, nella pubblica amministrazione, nel marketing e nella finanza». E la statistica è un'alleata: «Il nostro team era composto inizialmente da informatici e la prima persona che abbiamo introdotto è stato un neo laureato di Padova in Scienze Statistiche. E' stata una scommessa vinta - continua Verna - fondamentale per definire nuovi modelli per l'interpretazione dei dati, a patto che lo statistico non pretenda di averli serviti su un vassoio d'argento ma sia disposto ad andarli a cercare e a ripulirli».

L'89% DEI LAUREATI IN STATISTICA TROVA LAVORO. Un potenziale forse ancora sottostimato, ma che pare già emergere dai dati di occupazione dei laureati italiani in Scienze Statistiche: a un anno dalla laurea il 51% dei laureati triennali ha già trovato un'occupazione mentre il 39% prosegue gli studi di specializzazione, con una prospettiva di trovare un lavoro entro tre anni dalla laurea magistrale dell'86% (dati Almalaurea). «Non è un caso se la Harvard Business Review ha definito la statistica come la migliore scelta per gli studenti mentre di recente la rivista Fortune ha premiato la professione del Data scientist come la migliore del 2015 negli Stati Uniti - afferma Daniele Durante, 27 anni, dottorando padovano tra gli organizzatori della notte di «Stats under the Stars» - una professione che garantisce non solo uno dei più alti salari ma rappresenta anche uno dei lavori con minore stress e più alta crescita attesa nel 2022. Ed eventi come quelli in programma a Padova vogliono essere una testimonianza "made in Italy" rivolta al mondo aziendale e dei media, che questa medaglia è meritata».

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