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Teatro Candiana

"L'Avaro in blues", scorcio di cultura nella Bassa padovana

Lo spettacolo teatrale, promosso dall'Accademia teatro Lingua veneta, è stato messo in scena nella suggestiva cornice del giardino di villa Garzoni a Candiana, del celebre Sansovino

Amore, gelosia, ricchezza, potere. Nonchè la "lingua veneta". Questi i protagonisti dello spettacolo teatrale "L'Avaro in blues" - liberamente ispirato all'Avaro di Molière - in scena venerdì nella suggestiva cornice del giardino di villa Garzoni a Candiana, del celebre Sansovino, tesoro architettonico della Bassa padovana.

INIZIO. La serata parte con i numerosi ringraziamenti. Sul palco oltre a Luisa Baldi – direttrice dell’accademia Teatro Lingua Veneta - il sindaco Andrea De Marchi e l’assessore alla cultura Valentina Greggio. La direttrice precisa che i ringraziamenti devono essere anche fatti a tutto il pubblico davvero numeroso – quasi duecento persone – e rileva come l’atmosfera della serata è resa magica dalla location: villa Garzoni si conferma all’altezza di molti teatri europei.

"L'avaro in blues" a Candiana

LA STORIA. La storia è quella di un padre vecchio ma soprattutto avaro, odiato dai suoi due figli Cleante ed Elisa. Cleante non lo sopporta perché vuole sposare Marianna, la giovane che lui segretamente ama. Elisa, invece, lo detesta perché vuole darla in sposa a un uomo “esotico, mercante affermato ma un po’ troppo maturo” quando in cuor suo ama Valerio, l’intendente del padre. In questo calderone amoroso l’avarizia del padre è sempre protagonista e in ogni parola che il testo scenico ci propone, viene rimarcata e rimembrata. Il tesoro tanto preservato verrà rubato dal figlio Clemente che lo userà a ricatto chiedendo che i vari amori vengano finalmente vissuti nella verità delle loro sfumature. La storia, l'happy ending, non fa mancare momenti riflessivi: il padre che alla fine resta solo con i suoi soldi. Ma anche momenti pieni di allegria: il servo che si traveste da donna intonando canzoni sexy (maestoso Gianluigi Meggiorin).

UNO SCORCIO DI CULTURA NELLA BASSA PADOVANA. Il pubblico attentissimo alla fine non ha potuto far altro che applaudire a quella che davvero è stata una serata magica: canzoni dal vivo spesso eseguite a cappella dal talentuoso Matteo Cremon, l’atmosfera con candele e luci soffuse, e il venticello che ha dato finalmente la meritata tregua ai giorni troppo afosi.

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