Scene di paglia: "La caduta"
Al via giovedì 26 giugno 2014 la rassegna Scene di paglia, che per la serata d'apertura propone a Piove di Sacco, in piazzetta San Francesco tre appuntamenti importanti: si inizia alle ore 21 con Tiziano Scarpa che porta in scena parole, immagini, suggestioni tratte dal libro La Caduta di Diogo Mainardi; a seguire, subito una prima regionale con Il Vecchio Principe di Teatro Presente per la regia di César Brie. Tra i due spettacoli, i due scrittori ed il regista si incontreranno sul palco per un confronto tra autori e con il pubblico presente (ingresso gratuito).
Tiziano Scarpa con La Caduta porta in scena il racconto asciutto e toccante di Diogo Mainardi, autore di La caduta. I ricordi di un padre in 424 passi in cui lo scrittore brasiliano ricorda i primi anni del figlio Tito, affetto da paralisi cerebrale a causa di un errore medico durante il parto all’ospedale di Venezia. Il racconto lascia spazio anche a una meditazione sorprendente e profonda sulle trappole della bellezza, il totalitarismo, Hitler, Leopardi, Rembrandt, Neil Young, l’arte e la vita. Un’accusa formidabile contro il cliché della normalità, contro la stupidità umana che affiora nel mondo in tempi diversi e modi sempre nuovi, nel mito del corpo perfetto o peggio nell’eugenetica nazista.
Un momento importante per unire i due spettacoli sarà l’incontro, condotto dal direttore artistico Fernando Marchiori, tra Tiziano Scarpa, Diogo Mainardi e César Brie, che si confronteranno sui temi posti dai due spettacoli. Per Brie sarà anche l’occasione di presentare le altre sue due regie in programma a Scene di paglia.
La serata si conclude con la prima regionale de Il Vecchio Principe firmato dal regista argentino César Brie e portato in scena dagli attori di Teatro Presente, con una rilettura del testo più famoso di Antoine de Saint Exupéry che capovolge il ruolo del protagonista e trasforma il “piccolo principe” in un anziano.
In un ospedale geriatrico, Vecchio - così viene chiamato il protagonista - dice di venire da una stella dove ha lasciato un fiore. Antoine, l’infermiere, lo ascolta, a volte si spazientisce perché Vecchio si alza di notte, parla con persone che non ci sono ed è preoccupato per un fiore che ha abbandonato. Vecchio si sente solo nell’ospedale, cerca gli uomini nei corridoi deserti, confonde i lampioni con le stelle e sogna il fiore con il quale contemplava i tramonti. Il mondo gli sembra assurdo senza amicizia, amore e tempo per guardarsi intorno. Quando Antoine capisce che Vecchio gli sta insegnando a vivere in un’altra forma, Vecchio si accorge che è ora di tornare al suo pianeta.