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Anche a Vigodarezere i campi didattici di Agripolis

Elisa Cavinato: «A Padova un Dipartimento di eccellenza, che affianca la Regione nello sviluppo di politiche agricole sostenibili e di qualità»

Non sono normali campi coltivati, ma veri e propri laboratori di didattica dell’Università di Padova i quattro ettari e mezzo di terreno agricolo che si trovano a Tavo di Vigodarzere. «Il terreno è frutto di una donazione del lascito Farini nel 1955 – spiega Elisa Cavinato, Consigliere regionale - e rappresenta un laboratorio importante per studenti e dottorandi del Dipartimento Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali E Ambiente (Dafnae) di Agripolis. Fu la signora Adele Farini a donarlo, con il vincolo di produrvi quanto necessario per finanziare una borsa di studio per gli studenti di medicina senza mezzi. Una borsa che l’Università eroga con regolarità ancora oggi. Gestita per molti anni dal suo ex fattore, la terra ora è coltivata da terzisti locali con la supervisione dei tecnici dell’Università di Padova e produce soia, mais e frumento».

Il Bo

Proprietaria del terreno è l’Università di Padova e viene gestito dall’Azienda agraria Sperimentale ‘L. Toniolo’ di Agripolis. «L’azienda - spiega Antonio Berti, direttore dell’azienda e docente del Dipartimento Dafnae – costituisce un ‘laboratorio’ pratico a supporto del Dipartimento e possiede oltre ai terreni a Tavo circa 70 ettari a Legnaro nella sede di Agripolis, destinati alla ricerca e didattica, e 15 a Pozzoveggiani dedicati all’agricoltura biologica. Conta 14 persone tra amministrativi, tecnici e operai fissi e vi lavorano 32 avventizi oltre a accogliere studenti per visite e tirocini per circa 4000 giornate all’anno». Nei campi si svolgono attività di campagna, con culture arboree e erbacee, sperimentazioni stabili pluriennali e annuali e a reddito e si coltivano prodotti locali. Il Gruppo di genetica, in particolare, sta lavorando per il recupero delle vecchie varietà locali per riportarle in purezza mantenendo la base genetica che rischia di essere persa: il mais, nelle sue varietà Marano vicentino, Bianco perla del padovano per la polenta e Sponcio, ma anche vecchi frumenti soppiantati da varietà più moderne e industriali. Il Dipartimento ha 70 docenti e fa parte della Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria, che conta circa 3 mila studenti, ed è stato riconosciuto come ‘dipartimento eccellente’ a livello nazionale ed è l’unico Dipartimento a Padova ad offrire un ‘Dual Degree’ in Sustainable Agriculture con gli USA, un corso di laurea magistrale che rilascia una laurea valida in Italia e in un altro Paese. Eppure guarda avanti: sta investendo di 2,4 milioni di euro per realizzare un Centro di Ricerca sugli Ecosistemi.

Dafne

Il primo obiettivo del Dafnae è la sostenibilità. «L’ambizione è formare tecnici che abbiano chiaro il concetto di sostenibilità – ha spiegato Berti - Certo, è necessario produrre e fare reddito, ma dobbiamo anche garantire un futuro alla terra e ai suoi abitanti. In questo ambito abbiamo appena concluso un progetto europeo finalizzato a introdurre sistemi colturali che mantengano la qualità del suolo superficiale e di profondità, un bene prezioso e in estinzione: nel 1920 il Veneto contava 0,6 ettari a testa di superficie coltivabile, oggi sono solo 0,17. Ma penso anche al benessere animale, su cui offriamo corsi specifici e cerchiamo di dare l’esempio nella stalla didattica, che ospita bovine, cavalli, pecore di razza Alpagota e Brogna, galline di razza Polverara e Padovana, galline ovaiole, conigli, maiali e altro, a seconda delle esigenze di ricerca». Insomma, un centro di eccellenza che è anche una risorsa per il territorio. «Forniamo consulenze e formiamo alle tecniche migliori e più sostenibili non solo i nostri studenti, ma anche agricoltori e allevatori – conclude - Lavoriamo con le grandi aziende, con le associazioni di produttori e di categoria e anche con la Regione Veneto, che supportiamo per emettere bandi di indirizzo. Al momento stiamo gestendo 6 milioni di euro in progetti di ricerca per soggetti pubblici e privati e collaboriamo con la Regione per la valutazione della ‘Direttiva nitrati’ e degli effetti del Piano di Sviluppo Rurale nel Veneto. Infine, siamo il riferimento per tutto il Nordest (Spoke) per il Pnrr».

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