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Grani antichi, sempre più apprezzati e richiesti: già in aula virtuale i nuovi custodi delle farine storiche

Già iniziata la sperimentazione sul campo per fornire una risposta a chi soffre di intolleranze alimentari o è alla ricerca di uno stile di vita sostenibile. Con l'emergenza Covid si è riscontrato un boom di pasta, dolci e pizza fai da te

Sono già in aula virtuale i nuovi custodi di grani antichi che hanno aderito al progetto Revavilovgra promosso da Giovani Impresa di Coldiretti Veneto in collaborazione con l’Università di Padova.

Attenzione alle vecchie varietà

L’iniziativa nata da una riflessione avviata tre anni fa dagli under 30 dell’agricoltura regionale guarda con rinnovata attenzione alle vecchie varietà di semi ma anche ad alcuni cereali minori o pseudocereali, per fornire una risposta ai consumatori con intolleranze alimentari, ma anche a coloro che sono sempre più attenti ad un corretto stile di vita “Non si tratta di una moda, legata a esigenze contingenti, ma della volontà di strutturare un settore che risponda a particolari necessità salutari – spiega Alex Vantini delegato regionale - Alcuni di questi prodotti hanno anche utilizzo nella farmaceutica, erboristeria e nutraceutica. Dal punto di vista agronomico – continua Vantini – la coltivazione di queste sementi è vocata alla sostenibilità ambientale. Nei casi più rustici hanno minore sensibilità ad alcune malattie, non richiedendo arature particolarmente profonde, impiegando quindi meno potenza e resistono meglio alla siccità e non richiedono eccessiva concimazione.

Ecco quali sono i cereali

La sperimentazione è già iniziata in campo - dice Vantini – in varie aziende agricole del territorio veneto. Sono state piantate tipologie che rientrano nella categoria dei Pseudo cereali, specie che botanicamente non appartengono alla famiglia delle Poaceae ma che presentano delle caratteristiche alimentari simili e, in alcuni casi, anche superiori: Grano saraceno, Amaranto, Quinoa, Coriandolo. Accanto a questi vi sono poi i cereali minori, varietà appartenenti alla famiglia delle Poaceae: Farro piccolo (Triticum monococcum), F. medio (T. turgidum ssp. dicoccon), F. grande (T. aestivum ssp. spelta), Orzo, Segale, Miglio, Avena, Teff (Eragrostis tef).

L’emergenza sanitaria ha fatto aumentare il consumo

L’attenzione alle produzioni storiche è aumentata anche a livello nazionale favorita dall’emergenza sanitaria che ha creato interesse per il fai da te in cucina. Non a caso si è registrata nel 2020 una crescita boom degli acquisti di farina, cresciuti del 41% e delle uova – conferma Coldiretti – che segnano un +16% proprio per effetto delle tendenza degli italiani a sbizzarrirsi preparando pasta e dolci fatti in casa, secondo un’analisi di Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi nove mesi dell’anno.

La scoperta della passione per la cucina

Addirittura per la metà delle famiglie italiane (52%) l’impastatrice è diventato un strumento irrinunciabile in cucina che le nuove generazioni preferiscono al classico mattarello. La necessità di passare il tempo fra le mura domestiche a causa del lockdown ha spinto al ritorno della cucina casalinga con – sottolinea la Coldiretti – la riscoperta di ricette e dolci della tradizione. Una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne anche come antidoto alle tensioni e allo stress provocate dalla pandemia, magari con il coinvolgimento appassionato dei più piccoli.

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