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Scuola Cadoneghe

I pericoli della rete, come difendersi dal cyberbullismo: i consigli della Polizia Postale agli studenti

La lezione degli gli agenti del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale e delle Comunicazioni “Veneto” a quattro classi degli studenti della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto Sacro Cuore di Cadoneghe

I pericoli della rete, la dipendenza dai social, le minacce del cyberbullismo, le estorsioni a sfondo sessuale e l’adescamento on line, fenomeni sempre più in evoluzione. Questi sono stati i temi affrontati nell'incontro di giovedì mattina, tra gli agenti del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale e delle Comunicazioni “Veneto” con sede a Mestre e le quattro classi degli studenti della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto Sacro Cuore di Cadoneghe, diretto dal Coordinatore Didattico prof. Luciano Arianna e la madre superiora Sr. Jasmine Kunnappilly.

Cyberbullismo

L’incontro, ha permesso di mettere in risalto alcuni punti salienti che potrebbero rappresentare elementi imprescindibili per non cadere nel barato mediatico. Gli agenti della Polizia Postale Luca Tonan e Marco Cataldi,  oltre a focalizzare l’attenzione sulla pubblicazione di materiale digitale quali foto e video in rete, approfondendo con i ragazzi l’inarrestabilità di un processo che, una volta avviato, potrebbe portare a conseguenze disastrose, hanno fornito ai giovani studenti qualche spunto di riflessione sul fenomeno del cyberbullismo, sempre più in crescita per l’uso prematuro degli smartphone e dei media digitali: gli insulti o le molestie a persone tramite chat o social, grazie all’anonimato, sono sempre più diffusi soprattutto fra i giovanissimi. I poliziotti hanno richiamato, inoltre, gli studenti, ad una maggiore responsabilità. Partendo proprio dalla normativa sul cyberbullismo sono state esaminate le misure a tutela dei minori, soffermandosi sulle conseguenze penali che si possono incorrere in caso di un uso inappropriato dei social network.

Adolescenti

Il personale della Polizia di Stato ha permesso agli studenti di prendere certezza di cosa voglia dire “violenza digitale” evidenziando talvolta, come tra gli adolescenti, continua a manifestarsi un senso di vergogna che spesso li accompagna a subire atti di bullismo, o addirittura arrivare ad atti autolesionisti. Grazie ad alcuni esempi pratici, messi in campo dalla Polizia Postale, molti studenti, ora, hanno più chiaro il tema della sicurezza in rete e la consapevolezza che il web possa essere un’enorme risorsa ma anche un luogo pericoloso da esplorare con prudenza. «Dire No al cyberbullismo – hanno concluso i poliziotti Tonan e Cataldi -, è possibile: non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto in situazioni di pericolo e, soprattutto, è fondamentale denunciare i comportamenti scorretti prima che sia troppo tardi, perché anche una sola azione sbagliata sui social può rovinare per sempre la reputazione o la vita di una persona».

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