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Non ci sono più alloggi per gli studenti, fuori sede in tenda. Si apre un tavolo permanente

Ascom ha riunito tutti gli attori interessati per cercare insieme una soluzione alla mancanza di case e stanze e al caro affitti post Covid

Un tavolo da allestire quanto prima, con tutti gli attori intervenuti oggi 7 ottobre nella sede dell'Ascom Confcommercio di Padova, ma da allargare a quanti più soggetti possibili, soprattutto istituzionali, ma non solo. Perchè il problema degli alloggi per gli studenti dell'Università di Padova è un problema serio che la pandemia da un lato ha esploso ma dall'altro ha contribuito a farne prendere coscienza.

Studenti in tenda

Quasi due anni di lockdown più o meno spinti e di lezioni a distanza avevano lasciato sullo sfondo una questione che oggi si è palesata in tutta la sua drammaticità e che, in estrema sintesi, può essere ricondotta ad un semplice, banale concetto: a Padova non ci sono alloggi disponibili per chi, tra i 13 mila studenti potenzialmente "fuori sede" su un totale di oltre 60 mila, vorrebbe poter vivere a Padova senza essere costretto a sistemazioni di fortuna. Compresa quella che Emma Ruzzon, presidente del consiglio degli studenti e delle studentesse di Unipd e Enrico Caccin, già senatore accademico rappresentante dell'UDU di Padova, hanno individuato in una tenda da campeggio cui abbinare, una volta a settimana, una doccia da farsi in un ostello. Ovviamente un caso limite. Ma non sono casi limite quelli che, ogni giorno, si trovano ad affrontare, ognuno per la propria competenza, quanti oggi, con gli studenti, hanno dato vita ad un confronto molto pacato ma dai risvolti tutt'altro che sereni.

L'incontro

Nella sala riunioni dell'Ascom Confcommercio si sono infatti ritrovati, con la presidente della Fimaa (il sindacato degli agenti immobiliari dell'Ascom Confcommercio) e vicepresidente di Ascom Padova, Silvia Dell'Uomo, l'assessora al sociale e alle politiche abitative , Marta Nalin; il presidente dell'Uppi di Padova e vicepresidente vicario dell'Uppi nazionale, Silvio Barbiero; Stefano Ferrarese, direttore dell'Esu di Padova; Mattia Gusella, direttore dell'ufficio Global Engagement, Area Relazioni Internazionali Unipd; Angelo Pelllegrino e Massimiliano Pierulli di Unibeds. Aperto con il saluto del direttore generale dell'Ascom, Otello Vendramin, il confronto ha evidenziato come una sorta di "tempesta perfetta" si sia abbattuta sul mercato immobiliare destinato agli studenti di un'Università che, per il prestigio di cui gode, è attrattiva, ma non sufficientemente dotata di strutture abitative. 
"Dopo quasi due anni di Covid - ha detto Silvia Dell'Uomo - ci siamo trovati di fronte, in parte ad alloggi che i proprietari, nel dubbio che gli studenti potessero tornare dopo molto tempo, avevano destinato agli affitti 4+4, in parte ad alloggi impraticabili perchè in ristrutturazione grazie al 110%, ma soprattutto ad uno spostamento dell'interesse verso la destinazione turistica decisamente più remunerativa". Risultato: alloggi rarefatti e quotazioni, come hanno evidenziato gli studenti, in salita. Anche forte.

Contrappasso

Dunque: da un lato l'attrazione dell'Università che ha fatto lievitare le immatricolazioni, anche di studenti stranieri, come ha confermato Mattia Gusella, dall'altra la penuria di alloggi che si riscontra anche nell'offerta dell'Esu che, come ha confermato Stefano Ferrarese, non riesce a coprire la richiesta soprattutto se si guarda agli studenti stranieri. Studenti che, stranieri o italiani che siano, non disdegnano, pur di trovare un tetto per poter frequentare, di prendere casa a Vo' come hanno confermato Pellegrino e Pierulli di Unibeds. Eppure una soluzione, se non proprio immediata, sicuramente fruibile nel breve, ci sarebbe: cambiare la destinazione d'uso di migliaia di metri quadrati, anche centrali, che da uffici non più richiesti (una tendenza accentuata dall'home working) potrebbero benissimo diventare alloggi per studenti.

Uppi

"I privati disposti ad investire ci sono - ha sottolineato Silvio Barbiero, presidente dell'Uppi - ma i costi in termini di tassazione sono insostenibili". Un concetto che Pellegrino aveva sostenuto con forza come con forza tutti gli intervenuti hanno convenuto sul valore della presenza studentesca in città. "Una presenza che si riflette - hanno ribadito un po' tutti - non solo sull'economia cittadina, ma che funge anche da valorizzazione dell'intero patrimonio immobiliare e da antidoto alla desertificazione che favorisce il degrado".

Accordi

Ecco allora che l'intervento delle istituzioni diventa decisivo ed in questo senso, sia Barbiero che l'assessora Nalin, hanno ricordato come nell'ottobre dello scorso anno sia stato sottoscritto un accordo territoriale che fissa dei parametri precisi per gli affitti agli studenti e che prevede tutta una serie di agevolazioni e garanzie per l'una e l'altra parte ma che ancora fatica a far breccia. Quasi 90 minuti di confronto che hanno condotto all'auspicio di cui si è detto in apertura: l'istituzione di un tavolo che serva a dare risposte a quella che è una vera e propria emergenza ma che sappia guardare anche al futuro in termini di programmazione con studentati in grado di coprire il fabbisogno e un'offerta complessiva in grado di far dire agli studenti "Io studio e vivo a Padova" o comunque nei comuni limitrofi anch'essi coinvolti nell'accordo territoriale e dunque a pieno titolo inseriti in questo contesto.

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