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XXV congresso nazionale Simsi, Padova per tre giorni diventa la capitale della medicina subacquea e iperbarica

Tra voli suborbitali per civili, ricerca medico scientifica per nuove prospettive future e Y-40® the deep joy, dal 2 al 4 dicembre la città euganea ospita il simposio internazionale di fisiologia e medicina ambientale, organizzato dal Simsi e dai più grandi nomi del mondo accademico, militare e sportivo

In occasione del suo 800° anno, l’Università di Padova si prepara ad accogliere la 25^ edizione del Congresso Nazionale SIMSI ed il simposio internazionale di fisiologia e medicina ambientale, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica, con il motto di Respira Ripara Rigenera.

Una tre giorni, da venerdì 2 a domenica 4 dicembre, in cui si riuniranno i più grandi nomi del mondo accademico, militare e sportivo degli ambienti estremi, iperbarici o ipobarici.

Qui il link al programma completo https://simsi.it/congresso2022/ che sarà aperto ufficialmente venerdì 2 dicembre alle ore 14.30 in Aula Magna del Palazzo del Bo, via VIII febbraio 2 a Padova, dalla rettrice Daniela Mapelli.

Tra i relatori il Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare Angelo Landolfi, in partenza per il primo volo suborbitale per civili; Chris McKnight, University of St. Andrews, e Carlo Reggiani, Professore Emerito dell’Ateneo patavino, sui parallelismi in immersione tra uomini, mammiferi marini e pesci; i prof americani Moon, Thom e Camporesi con gli europei Lind e Balestra sull’uso mirato dell’ossigeno; Rita Katznelson, Toronto University, sui risvolti neurologici nella riabilitazione in acqua ed iperbarica.

La scelta di Padova come sede dell’importante simposio è una decisione dovuta al fatto che la città euganea sia la Capitale mondiale della medicina subacquea ed iperbarica, grazie alle sue componenti didattiche di eccellenza, nella ricerca scientifica come nella formazione.

Dall’Università, che ospita il Master di Medicina subacquea ed iperbarica, nonché la Scuola di Specializzazione di Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore, a Y-40® The Deep Joy, la piscina con acqua termale che raggiunge i - 42 metri, il più grande laboratorio subacqueo al mondo a profondità reale.

Ma quindi, come sono legati lo spazio e la subacquea? E quali sono i risvolti scientifici e medici?

Lo spiega il prof. Gerardo Bosco, Direttore del Master in Medicina Subacquea ed Iperbarica di Padova e presidente Simsi, sottolineando come, negli ultimi dieci anni, grazie alla camera iperbarica ATIP, i laboratori dell’Università di Padova, del Dan Europe e del CNR Milano e alla collaborazione con il laboratorio di ricerca in Y-40, sia stato possibile fare un numero di ricerche sulla medicina subacquea e l’iperbarismo quasi decuplicato.

«Spazio e subacquea sono strettamente legati perché in entrambi gli ambiti si simula la condizione di microgravità. È in piscina, infatti, che i futuri astronauti testano le attività di manutenzione che effettueranno nello spazio. Altra similitudine è la gestione della pressione parziale dei gas respirabili all’interno delle tute spaziali, che sono sostanzialmente scafandri subacquei più evoluti, durante le uscite extraveicolari. L’astronauta, prima della passeggiata spaziale, effettua 4/6 ore di preossigenazione, come fosse a 6 metri di profondità, per ridurre la concentrazione di azoto dai tessuti ed evitare la patologia da decompressione, la stessa che può colpire il subacqueo nelle risalite non controllate. Grazie a questi studi, abbiamo visto negli anni persone con problemi cardiaci poter riprendere ad immergersi, grazie alla somministrazione di piccole quantità di ossigeno e limitando la profondità e gli sforzi. L’aspetto clinico, di ricerca e di formazione di questa branca della medicina - conclude il Prof. Bosco - ha trovato definitivamente nella città di Padova, la sua sede ottimale e di riferimento internazionale. Non è un caso che l’Office of Naval Research della US Navy abbia deciso di investire e finanziare i progetti di ricerca più recenti del nostro laboratorio».

Il tenente colonnello dell’aeronautica militare Angelo Landolfi, effettuerà il primo volo suborbitale per civili, tra nuovi studi e ricerca.

Agli incontri del Simposio, che saranno ospitati dall’Aula Magna dove insegnò Galileo Galilei, l’Orto Botanico più antico del mondo e la piscina da Guinness dei primati, prenderanno parte anche i maggiori esperti delle branche della Medicina che studiano la risposta dell’organismo in condizioni ambientali estreme e la risposta terapeutica alla somministrazione di ossigeno iperbarico, tutti aspetti clinici che condizionano ipossia e iperossia in piloti e subacquei. 

Tema che sarà affrontato dalla relazione del Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare Angelo Landolfi, esperto di medicina aerospaziale, pronto a lasciare la Terra nei prossimi mesi per il primo volo suborbitale per civili.

A lui il compito, con il Reparto Medicina Aeronautica e Spaziale (RMAS) del Centro Sperimentale di Volo, di spiegare come l'addestramento aerofisiologico con simulazioni in alta quota o anche nelle profondità delle piscine come Y-40® The Deep Joy, allena le prestazioni del personale all’ipossia e iperossia, riducendo i rischi legati al fattore umano e aumentando la sicurezza del volo.

«Lo studio spaziale dimostra che molte attività di ricerca in ambito medico ed ingegneristico hanno avuto ricadute nella vita di tutti i giorni - prosegue Landolfi - È una piattaforma di studio eccezionale in cui attraverso lo studio delle microgravità si possono sviluppare soluzioni a determinate patologie: osteoporosi, degenerazione del disco, patologie muscolari, problematiche croniche legate all’invecchiamento. Inoltre, consente di studiare nuove terapie farmacologiche e nuove forme di esercizio fisico. È decisamente una ricerca da sfruttare. Nel 2023 sarà effettuato il primo volo suborbitale con tutto equipaggio italiano, partendo dagli Usa, con microgravità dai 5 ai 10 minuti, consentendo di fare esperimenti in maniera più rapida e più facilmente raggiungibile rispetto alla costruzione di esperimenti da portare a bordo della stazione spaziale internazionale. Un preludio ai futuri lanci nella suborbitale e poi nello spazio che prenderanno piede, nei quali è importante essere presenti con attività scientifiche per avere poi ricadute sulla Terra con la cosiddetta medicina personalizzata».

«Y-40® va ampliando il suo potenziale come laboratorio di ricerca Y-40® Open Lab – conferma l’architetto Emanuele Boaretto, ideatore e progettista della piscina da record. – Se la ricerca sulla medicina subacquea in senso stretto è ormai da tempo parte integrante delle attività della piscina, la sua applicazione nel campo dell’ipobarismo legato, ad esempio, agli studi sui futuri voli nello spazio è una recente scoperta che sta conducendo in Y-40® i più importanti nomi dell’Aeronautica Militare, della Marina italiana e delle accademie internazionali». 

Infatti, oltre all’Aeronautica, nel pieno dei festeggiamenti dei cent’anni, ad affrontare il passaggio dalla tradizione all’innovazione medica saranno coinvolti anche la French Navy e la Marina Militare Italiana con il Gruppo Operativo Incursori e Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin. L’Ispettore della Sanità Amm. Guarducci introdurrà con il Com. Comsubin Rossi le tematiche di studio e di ricerca medico ed operativo delle forze speciali dimostrando come i professionisti militari diventino élite anche nello sport per l’acquisizione sempre di nuove informazioni.

Con loro, anche sportivi di grande levatura nel mondo acquatico come i campioni mondiali di apnea Umberto Pelizzari ed Alessia Zecchini o il padovano Antonio Mogavero, il più giovane atleta al mondo ad aver raggiunto, a 21 anni, la profondità di -106 metri con monopinna, appena rientrato dal mondiale in Turchia con un bronzo.

A confrontarsi sugli sviluppi più avanzati della ricerca, con un approccio multidisciplinare e condiviso, saranno realtà accademiche internazionali quali Duke University, Penn University, Karolinska Institutet, University of South Florida, University of Maryland, sotto l’egida delle società scientifiche di riferimento (SIMSI, SIAARTI, EUBS e UHMS), con l’obiettivo di proporre e consolidare flow-charts e linee guida per le patologie indotte da ipossia e ischemia.

C’è grande attesa, per esempio, per le relazioni sui parallelismi tra umani e mammiferi marini in immersione: dalle ricerche dello scozzese Chris McKnight, University of St. Andrews, in un’analisi del comportamento delle foche e l'adattamento e sviluppo di nuove tecnologie e metodologie per aiutare a comprendere meglio l'ecologia subacquea, per arrivare agli studi del professore di fisiologia dell’Università di Padova, Carlo Reggiani, a proposito della muscolatura degli uomini in parte somigliante a quella dei pesci.

Anche le ricerche sull’uso mirato dell’ossigeno, come sostenuto da Steve Thom e Costantino Balestra, saranno interessanti nel capire quali proteine specifiche delle cellule siano espresse nelle variazioni di altitudine e profondità del corpo umano.

La tematica neurologica, invece, sarà trattata dal professore di Padova Maurizio Corbetta, ed avrà tra i relatori la professoressa Rita Katznelson, Toronto University, che sta dimostrando come la riabilitazione in acqua o in camera iperbarica abbia risvolti anche in campo neurologico. Acqua

-pressione-benessere, un ampliamento del benessere psicofisico che sarà espresso anche nella relazione della professoressa di Psicologia dell'Educazione e dello Sviluppo, Daniela Lucangeli, che concluderà la tre-giorni.

Oltre a queste eccellenze femminili in campo accademico, ad essere messe a confronto proprio nell’Università dove si laureò la prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, ora guidata dalla rettrice Daniela Mapelli, saranno le vite subacquee dell’apneista da record mondiale Alessia Zecchini (101 metri in free immersion) e Chiara Giamundo, prima donna palombaro del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare Italiana.  

Foto articolo da https://simsi.it/congresso2022/

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