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Elezioni consiglio studenti universitari, Udu è prima a Padova ma l'affluenza è solo del 7%

Udu si conferma prima scelta degli universitari padovani con 3.000 voti ma l'affluenza, forse anche a causa della modalità cartacea, si è fermata al 7%

Il 17, 18 e 19 maggio negli atenei di tutta Italia si sono tenute le elezioni per il rinnovo dei membri del consiglio nazionale degli studenti universitari. I risultati sono stati comunicati ai rappresentanti di lista la sera del 19 maggio ed è emerso un risultato netto: la sinistra vince ancora all'Università di Padova, con l'Unione degli Universitari che registra più di 3.000 voti, staccando nettamente le altre liste. 

I risultati

Il sistema di voto utilizzato è stato cartaceo, quindi gli studenti si sono trovati con una modalità a cui non erano abituati. A causa di questo e per la poca presenza di studentesse e studenti in città, l'affluenza è arrivata solo al 7%. «Lo straordinario risultato raggiunto da Studenti Per Udu Padova costituisce l'emanazione diretta di un progetto comune che con impegno e dedizione abbiamo portato avanti nel nostro Ateneo - dichiara Domenico Amico, coordinatore di Studenti Per Udu Padova - abbiamo individuato nella persona di Alessia Conti una figura che, con serietà e competenza, riteniamo porterà avanti la nostra visione di università anche a livello nazionale: come parte dell'Unione degli Universitari. Lavoriamo e lavoreremo perché  l'Università sia realmente accessibile e aperta a tutte e a tutti, esattamente come abbiamo fatto qui a Padova abbassando le tasse lo scorso anno e facendo garantire la didattica duale per lo scorso semestre». «L'impegno quotidiano nelle pratiche di buona rappresentanza, portato avanti anche da Marco Dario, rappresentante uscente di Udu Padova in CNSU, ci ha permesso di riconfermarci prima lista in questo Ateneo - aggiunge Alessia Conti, candidata padovana per il consiglio nel collegio Nordest - Nei prossimi tre anni rivolgeremo particolare attenzione alle borse di studio e allo stanziamento di risorse per l'Università, perché crediamo che la rimozione delle barriere economiche sia la prima delle nostre battaglie. Inoltre lavoreremo sul benessere psicologico, sull'innovazione della didattica che deve necessariamente abbandonare la sua impostazione competitiva, sui tirocini, che sono tutt'ora un subdolo sistema di sfruttamento, oltre a non essere minimamente retribuiti. Non mancherà, poi, un intenso lavoro sulla sostenibilità ambientale e sull'inclusione: non è possibile, infatti, che ancora oggi non ci siano misure di sostegno a studenti e studentesse con incarichi di genitorialità in molte università italiane, ad esempio, o che non si investa abbastanza in ricerca su sistemi di produzione alternativi e non inquinanti».

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