rotate-mobile
Università

Sla, finanziato progetto di ricerca del Bo per migliorare qualità e aspettative di vita dei malati

Lo studio cercherà di correlare l’alterazione del sistema nervoso simpatico allo stadio della malattia e ai meccanismi che ne sono alla base per identificare nuovi biomarcatori diagnostici e bersagli terapeutici

AriSla, Fondazione Italiana di ricerca per la Sla Ets, ha stanziato un nuovo finanziamento di 883.800 euro per supportare lo sviluppo di sei innovativi progetti di ricerca sulla Sla selezionati con il Bando 2022. Tra questi è risultato tra i vincitori del bando il progetto ‘SympYMP – ALS’, coordinato da Tania Zaglia, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e del Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM), che si pone l’obiettivo di determinare il ruolo dei neuroni simpatici (NS) nella SLA e studiare quali aspetti della SLA possono essere attribuiti alla degenerazione dei Ns.

Lo studio

Lo studio cercherà di correlare l’alterazione del sistema nervoso simpatico allo stadio della malattia e ai meccanismi che ne sono alla base per identificare nuovi biomarcatori diagnostici e bersagli terapeutici e comprendere se la modulazione dei Ns possa rappresentare un'ulteriore opzione terapeutica per migliorare la qualità̀ e l'aspettativa di vita dei pazienti affetti da Sla. La Sla è una malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare, paralisi e insufficienza respiratoria. Attualmente, i meccanismi alla base della SLA sono oscuri, e l’aspettativa di vita dei pazienti è solitamente di 4-5 anni dalla diagnosi. Pertanto, la ricerca è focalizzata a comprendere i meccanismi di malattia, per identificare nuove ed efficaci strategie terapeutiche.

La professoressa Zaglia

«Considerata per molto tempo ‘una malattia dei motoneuroni (MN)’, che controllano la contrazione volontaria dei muscoli, la Sla viene attualmente definita come ‘una malattia di diversi tipi cellulari’ – spiega la prof. Tania Zaglia -. Tra questi, i neuroni simpatici possono rappresentare ulteriori cellule disfunzionali nella Sla, che partecipano alla progressione della malattia. Questa affermazione si basa sui risultati di studi recenti, inclusi i nostri, che dimostrano una disfunzione, nei pazienti affetti da Sla nel controllo, da parte dei Ns, della funzione di vari organi. Questo aspetto, tuttavia, non è ancora stato studiato in dettaglio.Innervano quasi tutti i tessuti del corpo, compresi i muscoli scheletrici, che sono gravemente compromessi nella Sla. I Ns sono presenti nei nervi che contengono i Mn, e innervano le cellule muscolari in prossimità del sito contattato dai Mn. Il ruolo dei Ns nel muscolo è stato molto controverso ma studi recenti, compresi i nostri, dimostrano che la loro attività è cruciale per il mantenimento della struttura e funzione dei muscoli. Su queste basi, ipotizziamo che i Ns abbiano un ruolo nella Sla e rappresentino un potenziale bersaglio terapeutico. Studieremo inoltre la comunicazione neuromuscolare, mediante l’optogenetica, e analisi molecolari e biochimiche. L'innervazione simpatica del muscolo e della cute, e parametri clinici della funzione dei Ns, saranno valutati in una coorte di pazienti, in cura presso la clinica neurologica dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova. I nostri risultati hanno la potenzialità di migliorare le conoscenze sulla Sla e determinare se la modulazione dei Ns possa rappresentare un'ulteriore opzione terapeutica per migliorare la qualità e l'aspettativa di vita dei pazienti affetti da questa drammatica malattia»

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sla, finanziato progetto di ricerca del Bo per migliorare qualità e aspettative di vita dei malati

PadovaOggi è in caricamento