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Università Piazze / Via Zabarella, 82

Come la pandemia ha rivoluzionato il carcere: l'incontro all'università

Martedì 9 novembre dalle ore 17.00 in Sala Grande del Centro universitario di via Zabarella avrà luogo l’evento intitolato “Il carcere al tempo del Covid”

Domani, martedì 9 novembre dalle ore 17.00 in Sala Grande del Centro universitario di via Zabarella 82 (Padova)  avrà luogo l’evento intitolato “Il carcere al tempo del Covid”, che si inserisce all’interno degli incontri della Settimana della sociologia 2021. Questo evento, patrocinato dal Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (Fisppa) dell’Università degli Studi di Padova, intende far dialogare diversi relatori del mondo accademico con rappresentanti degli enti locali e delle associazioni su alcuni temi riguardanti il mondo penitenziario.

Il carcere

Anche il carcere infatti, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ha dovuto confrontarsi con la diffusione della pandemia da coronavirus. Ciò è avvenuto, in una prima fase, chiudendosi al mondo esterno al fine di evitare il rischio contagio all’interno delle strutture penitenziarie che nella quasi totalità dei casi si trovavano in uno stato di drammatico sovraffollamento. Successivamente si sono alternate timide aperture e repentine chiusure, specialmente in quegli istituti dove si sono verificati dei pericolosi focolai. Oggi la maggior parte della popolazione reclusa risulta essere vaccinata e le diverse attività che all’interno degli istituti venivano svolte sono tendenzialmente ovunque riprese, seppur con delle limitazioni. L’evento “Il carcere al tempo del Covid” affronterà il tema da diverse angolazioni, quali: l’evolversi della pandemia in carcere, i cambiamenti che ha comportato, la (nuova) quotidianità carcerario in uno stato di incertezza legato ad un rischio sempre presente.

L’incontro

Introdurrà Francesca Vianello, sociologa dell’Università di Padova e delegata della rettrice per il progetto “Università in carcere”. Interverranno Antonio Bincoletto, Garante delle persone private o limitate nella libertà del Comune di Padova, che ci riconsegnerà una fotografia sullo stato degli istituti di pena padovani, Giuseppe Mosconi, presidente dell’Associazione Antigone Veneto, e Alessandro Maculan, sociologo dell’Università degli Studi di Padova, che racconteranno l’impatto della pandemia negli istituti di pena e in particolar modo su quelli del Veneto. Infine, Jessica Lorenzon, dottoranda in Scienze Sociali, presenterà la ricerca che è stata condotta a Padova in collaborazione con la rete CNUPP (conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i Poli universitari penitenziari) sullo studio universitario in carcere e come questo è cambiato in periodo di covid. L’accesso all’evento è libero, si chiede di presentare il green pass all’ingresso.

I poli universitari penitenziari

La Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari (Cnupp), di cui Francesca Vianello è componente del consiglio direttivo, è stata istituita in Crui il 9 aprile 2018 e rappresenta la formalizzazione del Coordinamento dei responsabili di attività di formazione universitaria in carcere. Sono attualmente 24 gli Atenei coinvolti, con attività didattiche e formative in poco meno di 50 Istituti penitenziari e circa 600 studenti iscritti. Due gli orizzonti di impegno della Cnupp. In primo luogo, la Conferenza intende svolgere attività di promozione, riflessione e indirizzo del sistema universitario nazionale e dei singoli Atenei in merito alla garanzia del diritto allo studio delle persone detenute o in esecuzione penale esterna o sottoposte a misure di sicurezza detentive. Per questo, il primo obiettivo è rappresentato dall’impegno a pervenire a garantire opportunità di percorsi universitari in maniera diffusa, anche in aree geografiche in cui oggi esse sono assenti o poco strutturate, affinché il diritto allo studio sia fruibile indipendentemente dall’istituzione penitenziaria in cui chi ne ha interesse si trova recluso. Di qui l’impegno della Cnupp a sostenere e accompagnare l’eventuale avvio di nuove esperienze analoghe a quelle sperimentate da tempo. Per tutti, inoltre, saranno proposte linee-guida sulle condizioni che – in ogni Ateneo – possono meglio favorire i percorsi di studio per questa particolare categoria di studenti, sostenere l’impegno di docenti e funzionari nell’organizzazione delle attività didattiche e delle pratiche amministrative e, non ultimo, favorire l’incontro tra l’universo carcerario e la comunità universitaria nel suo insieme. In secondo luogo, la Conferenza è organo di rappresentanza della Crui nel confronto con il Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e loro articolazioni periferiche) e con ogni altra istituzione competente, per la definizione delle condizioni che, all’interno degli istituti penitenziari e più in generale per le persone in situazioni di limitazione della libertà personale, rendano fruibile tale diritto, in maniera omogenea e per tutti coloro che intendano esercitarlo. Anche in questo caso l’impegno è quello dell’elaborazione di linee-guida che, partendo dalle buone prassi sperimentate e dalle molte criticità rilevate in ognuna delle esperienze sviluppate in questi anni, potranno essere poste all’attenzione delle autorità che hanno competenza nel settore.

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