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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Consumo del suolo, la denuncia di Coldiretti: "A13 e centri commerciali, a rischio 100 ettari"

"Nell’ultimo ventennio a Padova la perdita di suolo agricolo è costata qualche decina di milioni di euro. Dobbiamo invertire questa tendenza", spiega il presidente di Federico Miotto

"Negli ultimi cinque anni la nostra provincia ha perso oltre 160 ettari di terreno agricolo, vale a dire più di 200 campi da calcio di suolo strappato alla campagna. Se allarghiamo lo sguardo all’ultimo ventennio il quadro è ancora più desolante con oltre 5mila ettari di terreno coltivato perso per sempre, per far posto a strade e quartieri, ma anche a zone artigianali poi dismesse o semi deserte". A parlare è il presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto.

PERDITA DI SUOLO AGRICOLO.

“Ciononostante continuiamo a parlare di nuove lottizzazioni, di nuovi grandi centri commerciali, come quello di Due Carrare, di ampliamenti autostradali, come la terza corsia della A13. In ballo vi sono almeno un centinaio di ettari coltivati - afferma il presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto - Oltre che un anno diretto per l’agricoltura il consumo del suolo ha delle ripercussioni anche sulle tasche di ciascun cittadino. Un recente studio ha calcolato che nella nostra regione ogni ettaro di terreno cementificato comporta maggiori costi per la collettività di 6.500 euro, perché un suolo urbanizzato va gestito in termini di deflusso delle acque, di sicurezza idraulica, di manutenzione e altro. Ciò significa che nell’ultimo ventennio a Padova la perdita di suolo agricolo è costata qualche decina di milioni di euro. Dobbiamo invertire questa tendenza perché minor suolo agricolo significa meno agricoltura e tipicità locali, ma anche un ambiente più fragile dal punto di vista idrogeologico e una superficie “irrecuperabile” sempre più vasta”.

CAMBIATA L'IDEA DI SVILUPPO.

Coldiretti Padova è consapevole che alcune opere e infrastrutture erano già programmate da tempo e ormai non si possono fermare. “Ma non possiamo lasciar correre accampando sempre delle scuse – aggiunge Miotto – perché va cambiata l’idea di sviluppo alla quale siamo ancora ancorati. Una concezione per la quale le uniche opportunità vengono proprio dalle nuove opere e infrastrutture che in un quadro economico e sociale profondamente mutato non sono più così indispensabili. Pensiamo ai centri commerciali tradizionali che oltre a svuotare i nostri centri storici sono ormai superati anche dal boom del commercio on line e dalla riscoperta dei consumatori dei mercati di quartiere e della vendita diretta. Ma anche le grandi infrastrutture possono rivelarsi un’arma a doppio taglio e una pesante ipoteca sul territorio.

LEGGE SUL CONSUMO DEL SUOLO.

"L’ultima generazione – denuncia Miotto - è responsabile della perdita in Italia di oltre un quarto della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari. Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da alcuni anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”. Una esigenza che si estende a livello comunitario dove la task force, formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF e altre 500 associazioni promotrici di “People4Soil” che hanno aderito al network europeo (www.salvailsuolo.it), ha lanciato un appello rivolto alla Commissione Europea, che fa riferimento all’obiettivo delle Nazioni Unite di fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030.

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