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Ecosistema urbano, Padova perde posizioni e scivola al 39° posto: "malissimo" per lo smog

Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova: "Su diciassette parametri, Padova ne peggiora sei, sette restano sostanzialmente stazionari, uno è stato introdotto per la prima volta quest'anno (quindi non è possibile raffrontarlo col passato), solo tre migliorano"

Ecosistema urbano, giunto alla ventitreesima edizione, è la "fotografia ambientale" di tutti i capoluoghi italiani - analizzati attraverso 17 parametri ambientali . scattata annualmente da Legambiente, in collaborazione con il Sole 24 Ore. 

PADOVA PERDE POSIZIONI. "I dati di Padova che presentiamo - spiega Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - sono stati forniti dal Comune, riguardano il 2015 e illustrano i risultati delle politiche ambientali dell’Amministrazione comunale: stagnanti e mediocri. Padova risulta 39° nella 'classifica generale' dei capoluoghi, perdendo 4 posizioni dallo scorso anno (35°). Su diciassette parametri - prosegue Passi - Padova ne peggiora sei, sette restano sostanzialmente stazionari, uno è stato introdotto per la prima volta quest’anno (quindi non è possibile raffrontarlo col passato), sono solo tre quelli che migliorano". A livello regionale, Padova si colloca dopo Belluno (7°) e Treviso (23°) e prima di Venezia (50°), Rovigo (60°), Verona (75°) e Vicenza (80°).

SMOG. "Padova va malissimo per l’inquinamento atmosferico - illustra Passi - per il Pm10 siamo all’80esimo posto su 98 capoluoghi che hanno fornito i dati: l’anno prima eravamo 75esimi. Per il Biossido di azoto Padova è 80esima mentre l’anno prima era 70esima. Per l’Ozono siamo 61esimi mentre l’anno precedente eravamo 57settesimi".

MOBILITÀ. "Il 59% di chi si sposta in città è costretto ad utilizzare mezzi di trasporto privati (fonte principale dell’inquinamento atmosferico) - porsegue Passi - solo il 41% usa i mezzi pubblici, la bici, il car o il bike sharing (o per i brevi tratti i piedi). E questo a causa della ristrettezza delle alternative. Per esempio l’offerta di trasporto pubblico si va riducendo: la percorrenza annua media di un singolo autobus per abitante è scesa dai 32 chilometri del 2010 ai 29 del 2015. La carenza di trasporto pubblico a sua volta sta producendo una continua diminuzione dei passeggeri trasportati: 150 viaggi annui per abitante nel 2010, 146 nel 2011, 136 del 2012, 133 nel 2103, 130 nel 2014, 127 nel 2015. D’altra parte i metri equivalenti ogni 100 abitanti di piste ciclabili sono praticamente stazionari: si passa dai 18,36 del 2014 ai 18,76 nel 2015. Fermi anche i metri per abitante di isole pedonali, 0,85 nel 2014 come nel 2015. Il resto dei parametri riguardanti la mobilità non migliorano la situazione: l’incidententalità stradale ci colloca, per questo parametro, al 84esimo posto in classifica, con 8,03 vittime (morti+feriti) ogni 1.000 abitanti contro le 5,28 vittime dell’anno precedente. Invece di diminuire, come in molte altre città, restano 58 per ogni 100 abitanti il numero delle auto circolanti in città, come l’anno prima e come da 6 anni a questa parte".

RIFIUTI. "Tra i pochi miglioramenti, i più interessanti si registrano sul fronte rifiuti - evidenzia il portavoce di Legambiente Padova - dove sembra consolidarsi un cambio di stile di vita dei cittadini. La raccolta differenziata grazie all’estensione del porta a porta, in 5 anni è aumentata di 10 punti percentuali, dal 43% del totale dei rifiuti prodotti al 53,6%. Diminuisce anche la produzione globale di rifiuti urbani che negli ultimi 2 anni e passata da 615 chili a 580".

ACQUA. "Dopo 5 anni di costante diminuzione, da 156 litri procapite nel 2010 a 132,1 nel 2014, peggiorano un po’ i consumi idrici che salgono a 133,2 litri procapite - continua l'analisi - stazionaria la perdita d’acqua in rete: si perde il 33,4% dell’acqua immessa nell’acquedotto, che rimane un colabrodo. Migliora invece la capacità di depurazione delle acque di scarico che in due anni passa dall’87% al 95%".

RINNOVABILI. "Sostanzialmente stazionario l’indicatore delle energie rinnovabili, che contempla i pannelli solari (termici e fotovoltaici) installati su edifici pubblici - procede Lucio Passi - i Kilowatt installati ogni 1000 abitanti passano da 30 a 30,11. Fin qui l’azione del Comune. Ma non dimentichiamo che sono tantissimi i cittadini che autonomamente hanno installato pannelli solari sulle loro abitazioni. Infine, il nuovo indicatore introdotto quest’anno ci dice che la percentuale di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili consumata a livello domestico è dell’87%".

SUOLO. "Vanno considerati infine - conclude - l’abnorme consumo di suolo e l’alluvione edilizia con tutti i problemi a cascata che comporta: aumento della mobilità privata, inquinamento, perdita di qualità territoriale. Da tempo Legambiente chiede una revisione dell’edificazione prevista dai piani comunali, che con 4.692.124 metri cubi è assolutamente sovradimensionata".

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