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Progetto Azienda Pulita, raccolti 6 milioni di rifiuti agricoli in 16 anni: riparte il 13 settembre

Dal 2000 raccolti e riciclati 380mila chilogrammi l'anno di rifiuti non pericolosi e 60mila di pericolosi grazie al servizio pubblico integrativo con centri di raccolta e porta a porta

Da 16 anni Padova fa scuola in tutta Italia nella raccolta e gestione dei rifiuti provenienti dalle aziende agricole grazie al "Progetto Azienda Pulita", il servizio pubblico integrativo che favorisce la raccolta differenziata in agricoltura, riduce la burocrazia e contiene i costi, a vantaggio dell’ambiente.

RIPRENDE IL SERVIZIO. Dopo la pausa estiva, la raccolta di rifiuti rivolta alle aziende agricole riprende il 13 settembre dalla Bassa Padovana, per la precisione da Villa Estense, nella sede del Consorzio Agrario del Nordest, dalle 8.30 alle 12. Quindi, il 15 settembre, sarà la volta di Conche di Codevigo (Cooperativa locale), il 20 di Gazzo Padovano (Latteria Sociale), il 22 di Piazzola sul Brenta, il 27 di Vo’ Euganeo e il 29 di Conselve, sempre al Consorzio Agrario. 

I DATI PER LA PROVINCIA DI PADOVA. I dati e l’evoluzione di questo esempio di cooperazione fra pubblico e privato - in collaborazione con la Provincia di Padova, la Camera di Commercio, gli enti di bacino e le organizzazioni professionali agricole - sono stati più volte fonte di studio per la Regione del Veneto. A Padova e provincia attualmente aderiscono al servizio oltre 8mila aziende, vale a dire circa l’80% delle imprese "vitali" del settore primario locale. Dall’inizio del servizio, nel 2000, sono state quasi 130mila le aziende che hanno conferito i rifiuti pericolosi e non pericolosi nei centri di raccolta o chiedendo la raccolta "porta a porta". I centri di raccolta sono dislocati in tutta la provincia e organizzati nel corso dell’anno, per lo più nelle agenzie del Consorzio Agrario del Nordest. Ciò ha permesso di raccogliere e riciclare in 16 anni oltre 6 milioni di chilogrammi di rifiuti, in media 380mila chilogrammi l’anno di rifiuti non pericolosi e 60mila di pericolosi. 

I RIFIUTI PIÙ COMUNI. Fra le tipologie più diffuse di rifiuti non pericolosi, contenitori vuoti di prodotti fitosanitari, debitamente lavati, pneumatici usati, contenitori e sacchi di plastica, cassette in plastica e legno per frutta e verdura, contenitori vari in metallo, ma anche oli e grassi vegetali, reti antigrandine, contenitori e sacchi di carta e cartone, tubi di irrigazione, film per la copertura di serre a altro ancora. Per il 92 per cento si tratta di materie plastiche e per il 6,7 per cento di pneumatici, il resto è carta, metallo, legno. Nella categoria dei rifiuti pericolosi troviamo invece gli oli minerali esausti, i rifiuti veterinari a rischio infettivo, gli accumulatori al piombo, i filtri olio e gasolio usati, i contenitori di fitosanitari non lavati, i rifiuti agrochimici. Per oltre il 90 per cento si tratta di materiale che è stato riciclato e quindi sottratto dalle discariche o dagli inceneritori.

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