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Produzione in aumento, e qualità ottima: annata nel segno della ripresa per il miele padovano

In controtendenza con l’andamento nazionale, la provincia padovana registra un incremento della produzione di miele grazie alle condizioni climatiche ideali sia in inverno che d’estate: le testimonianze degli apicoltori a Villa Estense e Conselve

Annata nel segno della ripresa per il miele padovano: gli apicoltori si aspettano finalmente un aumento della produzione - spinta da un’ottima qualità - dopo le difficoltà degli anni precedenti.

Miele

In controtendenza con l’andamento nazionale, infatti, la provincia padovana registra un incremento della produzione di miele grazie alle condizioni climatiche ideali sia in inverno che d’estate: lo rende noto Coldiretti Padova in occasione della Giornata mondiale delle api, voluta dall’Onu nel 2018. Nella nostra provincia gli apicoltori sono poco più di 1.100, per la maggioranza hobbisti (quest’anno in crescita), accanto ai quali vi sono alcune decine di professionisti che assicurano la produzione del miele padovano. Nella nostra provincia si contano circa 12mila arnie e una produzione potenziale di circa 4mila quintali di miele, oltre ai derivati. Un prodotto locale ricercato e apprezzato dai consumatori, nonostante la concorrenza di miele straniero di qualità nettamente inferiore.

I commenti

Spiega Lorenzo Samogizio, titolare dell’Apicoltura Estense a Villa Estense: «Questo periodo di lockdown ha sostanzialmente bloccato il nostro principale canale di vendita, vale a dire i numerosi mercati in occasione di fiere e altri eventi ma ora contiamo di riprendere, proseguendo anche con la vendita on line. Stiamo affrontando una buona stagione, abbiamo avuto pochissime sciamature. La fioritura dell’acacia è stata copiosa e il meteo ideale. L’anno scorso avevamo subito gli effetti di una primavera fredda e piovosa, con tutti i problemi collegati. In questi mesi invece tra i Colli Euganei e la campagna padovana c’è una buona produzione, come non succedeva da anni. La qualità è ottima perché non c’è umidità, condizione ideale per l’acacia di pianura. Fino ad oggi siamo soddisfatti anche se ora ci vorrebbe anche un po’ di acqua perché le piante iniziano a soffrire. Resta, circoscritto ad alcune zone, il problema dei trattamenti indiscriminati nelle colture intensive, responsabili di massicce morie negli alveari che si trovano in prossimità di queste coltivazioni trattate con insetticidi nocivi per le api». Paolo Molon, apicoltore di Conselve, osserva che «se lo scorso anno è stata una delle peggiori annate dell’ultimo ventennio ora ci troviamo di fronte invece ad una delle stagioni migliori. Nel nostro territorio, fino a questo momento, si sono verificate le condizioni ideali: prima le piogge invernali hanno alimentato il sottofondo, quindi in questi mesi un ottimo rapporto tra umidità e temperatura che ha favorito la fioritura in un momento ideale. Il fattore climatico dunque è stato favorevole e, anche se non vi sono evidenze scientifiche, il minor inquinamento atmosferico a causa della riduzione del traffico nel periodo di lockdown potrebbe aver portato qualche beneficio alle api. Intanto nella nostra provincia registriamo un aumento degli apicoltori per passione, gente che si avvicina a questo modo e partecipa ai corsi. Anche loro quest’anno avranno delle soddisfazioni». 

Linee guida

Proprio per tutelare l’apicoltura Coldiretti Padova sta sensibilizzando proprio gli agricoltori diffondendo delle linee guida da seguire in campagna per non ostacolare il lavoro delle api. Si tratta di buone pratiche, come lasciare i terreni a riposo con piante “mellifere”, ideali per l’impollinazione, oppure ridurre al minimo i trattamenti con gli insetticidi chimici e privilegiare le tecniche di lotta guidata integrata e biologica, con insetticidi bio come il “bacillus turingensis” e le trappole sessuali. Quanto ai consumatori, Coldiretti Padova mette in guardia contro il rischio dell’invasione di miele “straniero”, spesso di bassa qualità: il consiglio è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta - conclude la Coldiretti - deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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