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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Trivellazioni, la consigliera regionale Elena Ostanel: «Il Veneto ha già detto no all'unanimità»

Ostanel: «La nostra Regione si è già espressa sul tema, approvando all’unanimità una mia mozione in cui si chiedeva di intervenire proprio per fermare le trivellazioni nell’Alto Adriatico». Dello stesso avviso anche la collega Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle)

«Basta con questa storia delle trivellazioni: il Veneto ne ha già subito i danni e per questo ha già detto no. E oggi lo rimarca giustamente la Confederazione Italiana Agricoltori di Rovigo», attacca duramente la consigliera regionale del movimento civico Il Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel.

Territori

«La scelta del governo di sbloccare permessi e permettere nuove trivellazioni, anche in zone delicate e già compromesse come l'Alto Adriatico, è assolutamente sbagliata e nociva - continua la consigliera - Mettere a rischio i territori, come nel caso del Polesine che ha già conosciuto i danni causati dalla subsidenza che deriva dall'estrazione di gas, non può essere la soluzione alla crisi energetica. Solo le fonti rinnovabili possono garantirci che non ci sia un conto futuro che dovranno pagare i veneti e gli italiani di domani: gli interventi sul tema del Sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo sono particolarmente pertinenti e precisi». 

Zaia

«La nostra Regione si è già espressa sul tema, approvando all’unanimità una mia mozione in cui si chiedeva di intervenire proprio per fermare le trivellazioni nell’Alto Adriatico - ricorda la consigliera regionale Ostanel - Era lo stesso Presidente Zaia d’altronde ad affermare che “noi, le trivelle, davanti alle nostre coste del Veneto proprio non le vogliamo”. Abbiamo dovuto quindi presentare un’interrogazione per chiedere cosa si sia fatto nel concreto per far fronte all’impegno preso quel giorno. Vediamo cosa ci dirà la giunta. Nel frattempo spero che tutti i consiglieri siano coerenti e dicano di nuovo a gran voce ai propri partiti che quella intrapresa dal governo non è la strada giusta, e che in Veneto non permetteremo nuove trivellazioni». 

Baldin

Dello stesso avviso è anche la consigliera regionale, Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle): «La Regione del Veneto confermi la propria posizione di netta contrarietà a nuove trivellazioni in mare, imposte  dal governo Meloni». A chiederlo è la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Regione Erika Baldin, prima firmataria di una mozione depositata oggi in Consiglio regionale e sottoscritta anche da Cristina Guarda (EV), Elena Ostanel (VCV), Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto), Andrea Zanoni (Partito Democratico). «La Regione si è sempre dichiarata contraria alle trivelle, fin dal 2015 con l'impugnazione del Dl “Sblocca Italia” che consentiva le trivellazioni in Alto Adriatico e la successiva promozione del referendum abrogativo del 2016 chiesto dal Veneto assieme ad altre 9 regioni. Un referendum in cui l'85,6% dei votanti veneti bocciò le trivelle», ricorda Baldin. «Le ragioni del No alle trivelle restano tutte: parliamo di gravi pericoli geologici e ambientali come quelli connessi al fenomeno della subsidenza, a fronte di benefici che restano dubbi e di ridotta entità. Si tratta poi di una fonte fossile, inquinante e obsoleta. Se vogliamo affrontare seriamente la crisi energetica la strada è quella delle energie rinnovabili e della transizione ecologica: non lo dico solo io, ma lo confermano anche gli atti più recenti approvati dal Consiglio regionale in materia di comunità energetiche, fotovoltaico e grandi derivazioni idroelettriche», aggiunge la consigliera regionale. 

2015

«Zaia nel 2015 sulle trivelle prometteva "mai con me", rassicurando gli ambientalisti e attaccando una disposizione "adottata a livello centrale, prevaricando le competenze regionali". A livello nazionale Lega e Fratelli d'Italia erano per il Sì al referendum (quindi contrari alle trivelle), assieme al MoVimento 5 Stelle. Noi non abbiamo cambiato idea, rimaniamo coerenti e auspichiamo che lo sia anche la Regione Veneto a partire dal Presidente Zaia. Invito quindi tutti i consiglieri regionali a sottoscrivere la mia mozione e spero possa essere approvata all'unanimità: sarebbe un primo, vero segnale di autonomia da parte della Regione nei confronti del governo Meloni che ha deciso di rimangiarsi la parola data», conclude Baldin.

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