Ozono, Padova fuorilegge: da 19 anni superato il limite annuale
Passi: «Non si combatte solo con la mobilità sostenibile. Bisogna mantenere ed aumentare il verde, che invece in città scarseggia»
«Il valore per la protezione della salute umana dall’ozono, che è di 120 microgrammi per metro cubo d'aria, ha superato il limite massimo annuale sancito per legge di 25 giorni». La voce è quella di Lucio Passi, responsabile delle politiche antismog di Legambiente Padova. Domenica 19 giygno sono stati registrati 26 superamenti dalla stazione di rilevamento Arpav della Mandria, rappresentativa della media cittadina. In netto anticipo- continua Passi - rispetto al 2020 al al 2021 quando il limite massimo annuale fu superato il 3 e 5 luglio: «Da quando l’Arpav fornisce i dati sul limite per la protezione umana per l’ozono, la nostra città ha sempre superato la soglia annuale: nel 2022 Padova è ancora una volta fuorilegge ed entra nel diciannovesimo anno consecutivo di illegalità».
Ozono
L’ozono è il contraltare estivo dell'inquinamento da Pm10 dei mesi più freddi. Pm10 che a Padova ha già superato il limite massimo annuale di 35 giorni di sforamenti. Le condizioni meteo estive invece disperdono il Pm10 ma favoriscono l’accumulo dell’Ozono: «Serve – sottolinea l’esponente di Legambiente - riorganizzare la mobilità. A partire dagli interventi più semplici ed economici: favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica, rivedere la politica della sosta potenziando i parcheggi scambiatori, avviare la bicipolitana. Mentre aspettiamo le nuove linee tranviarie va potenziato il servizio degli autobus rendendoli più frequenti».
Mobilità sostenibile
«Ma l’Ozono – conclude Passi -non si combatte solo con la mobilità sostenibile. Bisogna mantenere ed aumentare il verde, che invece a Padova scarseggia, soprattutto quello pubblico realmente fruibile. Verde ed alberi sono fondamentali per calmierare l’Ozono, Svolgono un importantissimo lavoro di filtraggio eseguito soprattutto dalle foglie. Utilissime sono quindi le aree verdi nelle zone urbane e periurbane che fungono da depuratori naturali. Funzione che può assolvere l'area dell’ex Caserma Prandina trasformata in parco, quella del Basso Isonzo, e il più vasto progetto del parco agro paesaggistico periurbano».