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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La siccità spaventa gli agricoltori

Coldiretti Padova: meno di 50 millimetri di precipitazioni in 60 giorni, coltivazioni in sofferenza, dal grano agli ortaggi e frutteti, marcate escursioni termiche mettono a rischio i prodotti

Torna l’allarme siccità in tutta la provincia di Padova. Negli ultimi due mesi i giorni di pioggia sono stati appena tre, e nessuno di questi ha portato precipitazioni significative.

Pioggia

L’intero territorio è a secco, sottolinea Coldiretti Padova che per l’ennesima volta è costretta a richiamare l’attenzione sull’emergenza idrica, e le coltivazioni di stagione sono in sofferenza, oltretutto in un periodo in cui le aziende agricole già si trovano ad affrontare le pesantissime conseguenze del caro energia che incide notevolmente sui costi aziendali. Intanto la pioggia continua a restare un miraggio e i campi sono assetati. Negli ultimi due mesi, ricorda Coldiretti Padova, nella nostra provincia i giorni di pioggia sono stati appena 3: l’8 dicembre, il giorno di Natale e il 5 gennaio.

Siccità

Nessuno di questi, però, ha registrato precipitazioni significative, tanto che il totale d’acqua caduta nell’arco di 60 giorni fatica ad arrivare ai 50 millimetri. Praticamente niente, con conseguenze drammatiche per l’agricoltura, spiega Coldiretti Padova. Per fare un esempio a Codevigo la stazione Arpav ha registrato 21 millimetri di pioggia l’8 dicembre, altri 10 il 25 dicembre e 20 il 5 gennaio. E’ andata peggio a Bovolenta dove sono caduti 14 millimetri d’acqua, ancora 14 e infine 13. A Cittadella addirittura i giorni di pioggia sono stati appena due:  l’8 dicembre con 21 millimetri e il 5 gennaio con 12. Numeri sconfortati, accompagnati da previsioni a breve termine che non segnalano pioggia per altre due settimane. 

Agricoltura

«Purtroppo gli inverni avari d’acqua non sono una novità per il nostro territorio - osserva Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - e le conseguenze si fanno sentire nelle nostre coltivazioni. Entro marzo parte la campagna bieticola e se non pioverà le piante non germineranno. Per vivai e orti a pieno campo gli operatori agricoli prevedono interventi irrigui di soccorso già in quesi giorni, almeno per cercare di limitare le perdite e correre ai ripari. C’è preoccupazione anche per il grano già seminato che però senza acqua fatica a crescere. Oltre alla mancanza d’acqua preoccupa anche il progressivo innalzamento delle temperature, specie di giorno. A mettere in allarme gli agricoltori sono le escursioni termiche, con sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte che provocano choc termici alle piante. L’andamento climatico anomalo - aggiunge Bressan - ha infatti l’effetto di ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” anticipato che le rende poi particolarmente vulnerabili ad un probabile ritorno del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Il brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero potrebbe provocare la una moria di gemme con i raccolti compromessi. In difficoltà anche il florovivaismo che già deve fare i conti con l’impennata dei costi di riscaldamento e materie prime. Diventa sempre più difficile gestire il bilancio aziendale con gli equilibri naturali ormai in tilt a causa dei cambiamenti climatici. I principali fiumi sono ormai in secca e ad allarmare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino».

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