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Giovedì, 25 Aprile 2024
Green San Lazzaro

Termovalorizzatore di San Lazzaro: 180 mila api sentinelle "incaricate" di monitorare la qualità dell’ambiente

Al via il progetto Capiamo, che esaminerà produzione e benessere delle api di 3 alveari posizionati presso il termovalorizzatore Hestambiente di Padova. Si tratta di un monitoraggio volontario e aggiuntivo rispetto ai normali controlli, che consentirà di acquisire informazioni importanti sulle sorgenti emissive dell’area

Saranno circa 180 mila le sentinelle incaricate di controllare l’impatto ambientale del termovalorizzatore di San Lazzaro: non indosseranno una divisa, ma lavoreranno 24 ore al giorno. Sono le api del progetto Capiamo, un monitoraggio volontario attivato da Herambiente (appartenente al Gruppo Hera e società controllante di Hestambiente), in collaborazione con Apicolturaurbana.it (realtà specializzata in progetti di progetti di biodiversità ed educazione ambientale) per aggiungere un livello di sicurezza ulteriore ai controlli già normalmente previsti per legge.

Un monitoraggio integrativo ai normali controlli

E’ ben noto quanto la normale conduzione del termovalorizzatore richieda un’articolata serie di controlli previsti dalla normativa di settore e dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, fra cui i parametri delle emissioni al camino, peraltro pubblicati in tempo reale sul sito www.ha.gruppohera.it. I 3 alveari posizionati nei giorni scorsi all’interno dell’impianto, sul fronte del Piovego, integreranno le analisi già in campo, con informazioni sostanziali estremamente preziose, circa la qualità ambientale circostante all’impianto e le fonti emissive più impattanti.

Le api cacciatrici perfette di matrici ambientali

La scelta delle api come sentinelle ambientali discende dalle loro caratteristiche, per molti aspetti uniche e particolarmente adatte al biomonitoraggio. Si tratta, innanzitutto, di insetti facili da allevare e cosiddetti sociali. Vale a dire che vivono in colonie numerose e molto mobili sul territorio; dunque, entrano in contatto con un numero enorme di matrici ambientali molto diverse. Basti pensare che un’ape bottinatrice (deputata cioè alla raccolta di nettare) visita in media 2.000 fiori al giorno. A questi si aggiungono l’acqua in diverse forme (pozzanghere, fiumi, rugiada, ecc.), la resina degli alberi e, naturalmente, l’aria. Le sostanze presenti nell’ambiente si accumulano quindi all’interno dell’alveare, sulle api stesse e sui loro prodotti (pane d’api, cera e miele), rendendo facile e veloce il recupero di campioni altamente rappresentativi da analizzare.Inoltre, le api sono molto sensibili ai cambiamenti ambientali causati da agenti inquinanti e possono quindi segnalare precocemente (ad esempio, attraverso i livelli di produttività o l’aumento della mortalità) l'insorgenza di squilibri per la biodiversità, per l'ecosistema e per la salute umana, permettendo così di pianificare tempestivamente azioni correttive.

Risultati in autunno

Le api residenti nei 3 alveari del termovalorizzatore, ognuno dei quali ne ospita circa 60.000, hanno iniziato già da qualche giorno il loro lavoro. Muovendosi in un raggio di 3-4 km dall’impianto coprono circa 2.800 ettari, visitando approssimativamente 40 milioni di fiori al giorno. Entro il prossimo giugno, sarà effettuato un primo campionamento sulle api bottinatrici (per valutare gli inquinanti presenti nella peluria ed eventuali anomalie comportamentali) oltre che sul pan d’api, il primo prodotto dell’alveare. Dopo l’estate il monitoraggio sarà ripetuto, estendendo l’analisi anche ai prodotti successivi delle api: cera e miele. Ogni analisi sarà condotta presso laboratori accreditati, con metodi certificati, e confluirà in un rapporto che sarà pubblicato in autunno. Nel 2024 il Progetto di biomonitoraggio sarà ripetuto secondo le medesime tempistiche e modalità, anche per consentire la piena confrontabilità dei dati.

Le informazioni che arriveranno da Capiamo

Negli studi sarà possibile valutare la presenza in ambiente di agenti inquinanti quali pesticidi, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine e PCB.

Ramonda: “uno strumento di trasparenza e confronto con la comunità”

“Il progetto non vuole solo essere un elemento aggiuntivo di sicurezza ambientale, ma anche uno strumento di trasparenza e confronto con la comunità, dal momento che daremo la massima divulgazione ai risultati”, spiega Andrea Ramonda, Amministratore Delegato di Herambiente. “Si tratta di un’azione già sperimentata con soddisfazione presso altri impianti Herambiente, come, ad esempio, il termovalorizzatore di Pozzilli (IS), perfettamente in linea con i valori della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente su cui si fonda il nostro operato”.

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