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Adinolfi sta con Peghin e attacca la comunità Lbgt: «Omotransfobia? Io domani ricordo Calabresi»

Il leader nazionale del Popolo della Famiglia, alleati con il centrodestra alle prossime elezioni comunali, attacca il sindaco Giordani in vista della giornata di domani dedicata alle vittime di omofobia: «Oggi lisciano il pelo alla lobby e ieri stavano con chi firmava gli appelli affinché il commissario fosse isolato e poi ucciso»

«Giordani celebra la giornata della omotransfobia? Io domani ricordo i 50 anni dall'omicidio Calabresi». E' arrivato anche il Popolo della Famiglia e il suo leader Mario Adinolfi, che alle prossime elezioni comunali sosterrà il candidato del centrodestra, Francesco Peghin. E domani, 17 maggio, Adinolfi (come da copione) non dedicherà un pensiero alle vittime della discriminazione in base al genere, ma lo farà nei confronti di Luigi Calabresi, il commissario ucciso nel 1972 dai militanti di Lotta Continua. Entrambe, per Adinolfi, non si possono fare. Non collimano. Il presidente nazionale del Popolo della Famiglia però un senso è riuscito a trovarlo. Azzardato, ma ci è riuscito.

Adinolfi

«Leggo che il Pd e il centrosinistra che sostiene Sergio Giordani si prepara a ‘celebrare’ la giornata della omotransfobia - premette - .Sono proprio curioso e chiedo: ma un sindaco di una città ferita dal terrorismo come Giordani, candidato sindaco della sua strana macedonia, il 17 maggio che fa? Io il 17 maggio ricordo i 50 anni dall’omicidio di Luigi Calabresi, colpevolmente dimenticato dalle istituzioni. Ma al ministero dell’Istruzione e nella coalizione padovano di Giordani ci sono quelli che oggi lisciano il pelo alla lobby Lgbt e ieri stavano con chi firmava gli appelli affinché ‘il macellaio Calabresi’ fosse isolato e poi ucciso. Un commissario di polizia di appena 34 anni, cattolico, padre di tre figli, che fu colpito con una pistolettata alle spalle da un vile di Lotta Continua che campa libero da oltre 15 anni, perché graziato da un presidente della Repubblica (Ovidio Bompressi, graziato per motivi di salute nel 2006 da Napolitano, ndr) che decise di farlo uscire di corsa dal carcere come primo atto del suo settennato. Questo è lo Stato italiano, che oggi vuole obbligare al gay pride i bambini delle elementari e offende i suoi servitori che hanno dato la vita. La circolare che doveva arrivare nelle scuole per il 17 maggio doveva chiedere ai docenti di ricordare il sacrificio di Luigi Calabresi mezzo secolo fa, che fu preludio all’uccisione di 442 tra poliziotti, carabinieri, magistrati, avvocati, manager, industriali, politici, giornalisti, docenti in stragrande maggioranza cattolici la cui unica colpa era credere nelle istituzioni cioè in tutti noi. Sono stati ripagati con un vergognoso oblio e il 17 maggio viene appaltato alle lobby alla moda. Non bastavano Raiuno e il festival di Sanremo? Da italiano arrossisco di vergogna: a scuola bisogna studiare la nostra storia, compresi i decenni tragici del terrorismo, non spacciare nelle classi l’ideologia gender. Capito Giordani?» chiude Adinolfi, alleato di Francesco Peghin.

Furlan

Ad Adinolfi si è subito unito Gianpaolo Furlan, presidente del circolo del Popolo della Famiglia di Padova. «Il Comune di Padova aderendo alla Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia che ricorre il 17 maggio, nonostante il Parlamento, nel respingere il Ddl Zan, abbia deciso di non istituire nel nostro paese tale giornata, emargina ancora una volta quella parte di cittadini che non condivide l’imposizione per legge di una nuova antropologia e mostra di ignorare la decisione del Parlamento - sostiene Furlan - .Siamo sempre contro ogni discriminazione e per la tutela della dignità di ogni persona e proprio in forza di questo ci opponiamo ad una visione che definisce la persona unicamente sulla base dei vari orientamenti sessuali, riducendone così le potenzialità a quello che esprime dalla cintola in giù. La posizione assunta dalla nostra amministrazione denota la precisa volontà di contribuire al superamento del genere binario per introdurre il genere fluido e confondere in particolare le giovani generazioni sulla loro identità più profonda. Tutto ciò è inaccettabile. Riteniamo poi gravissimo il contenuto della Circolare del Ministero dell’Istruzione con la quale si invitano le scuole di ogni ordine e grado a celebrare il 17 maggio la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia - chiude-  facendo così rientrare dalla finestra quello che il Parlamento italiano ha fatto uscire dalla porta. Per questo invitiamo le famiglie a prestare attenzione e a pretendere che qualsiasi proposta dagli istituti scolastici preveda il consenso preventivo informato dei genitori».

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