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Politica

Assegnazione case popolari: passa in giunta la proposta di Marta Nalin che determina i punteggi

Presentati in giunta i criteri per assegnare gli otto punti di competenza del Comune nel prossimo bando per l’assegnazione degli alloggi popolari 

L'assessora al Sociale Marta Nalin ha portato in Giunta la delibera che stabilisce i criteri per assegnare gli otto punti che spettano al Comune per il prossimo bando di edilizia residenziale pubblica. Ora la delibera, approvata dalla Giunta, passerà al vaglio prima della Commissione e quindi del Consiglio Comunale: «La legge regionale ha introdotto molte novità - afferma l’assessora - È prevista l'assegnazione tramite una piattaforma on line, che non è ancora pronta, ma noi dobbiamo comunque muoverci. Abbiamo individuato un sistema che ci consente di raccogliere le domande online, con un aiuto importante da parte dei CAF. Ci sarà un supporto per questo dato proprio dal comune».  

Legge regionale

La nuova legge regionale introduce dei criteri che hanno conseguenze dirette sulle scelte operate dal Comune: «Tra le novità importanti - continua Marta Nalin - c’è anche che un cittadino del Veneto può chiedere la casa popolare in qualsiasi comune. Nei punteggi assegnati dalla Regione c'è una forte attenzione per i nuclei che hanno un disagio abitativo importante e coppie con bambini. Noi abbiamo cecarto di individuare dei criteri che possano essere incisivi per chi fa la richiesta e per questo assegneremo il punteggio massimo, otto punti, agli anziani over 65 residenti a Padova. Daremo sei punti ai nuclei familiari residenti, mentre altri due punti saranno assegnati o a chi ha già fatto almento trre domande per il bando o a chi è già seguito dai Servizi Sociali, per dare continuità e forza a un percorso condiviso». 

Comuni

Presenti anche altre novità che per i Comuni renderanno complessa la gestione delle abitazioni di edilizia pubblica: «L'assegnazione verrà fatta, dalla stessa graduatoria, sia da Ater che dal Comune - conclude Nalin - L'inserimento delle persone nei diversi contesti non può essere però sempre automatico, deve tener conto anche di fattori diversi. Altro elemento di novità forte è il canone minimo: qualora dovesse risultare che l’assegnatario non riesce a coprire la somma, minimo quaranta euro, ci dovrà pensare il comune a colmare la differenza».

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