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Assembramenti e week end, Bonavina: «Pronta ordinanza comunale, centro storico a senso unico»

L’ordinanza dovrebbe servire a regolare l’afflusso pedonale delle persone in centro storico, con dei percorsi contingentati. Da Prato della Valle si accederà alle piazze, per tornare indietro sarà consigliato l’uso delle rivivere

«Se a un certo punto ci renderemo conto che in via Roma e in corso Umberto ci arà troppa gente, aremo pronti a chiudere per il tempo necessario a far defluire le persone. Potremo contingentare l’ingresso verso il centro. Ma voglio che sia chiaro, è una decisione che prenderemo nel momento in cui si dovesse verificare un eccessivo affollamento». E’ l’assessore alla sicurezza, Diego Bonavina, che pronuncia questa frase mentre sta spiegando ai giornalisti che decisione ha preso il Comune in merito al pericolo che questo week end si possano ripresentare situazioni critiche. La nuova ordinanza regionale non mette al riparo i sindaci da situazioni critiche  che è facile si possano verificare come sovraffollamenti e assembramenti.

Il Sindaco Giordani non è contento di quanto deciso dalla Regione e della “non scelta” di Zaia, come qualcuno a Palazzo Moroni ha voluto definire la nuova ordinanza regionale.  «Lo ringrazio per averci concesso una autonomia che già avevamo», ha detto ironicamente Giordani. Frase che fa intendere una certa insoddisfazione visto che come ha dichiarato anche l’assessore Bonavina, serviva un altro tipo di provvedimento diverso da parte della Regione. Si è reso quindi necessaria un provvedimento del Comune, l'ordinanza arriverà nella giornata di giovedì 11 febbraio.

L’ordinanza dovrebbe servire a regolare l’afflusso pedonale delle persone in centro storico, con dei percorsi contingentati. Da Prato della Valle si accederà alle piazze, per tornare indietro sarà consigliato l’uso delle rivivere delle vie del Ghetto. «Saranno impiegati tutti gli agenti della Polizia Locale sabato prossimo, più che a controllare ad aiutare e a consigliare le persone sui percorsi più sicuri e comodi. Lo sforzo che ci mettiamo sarà grande ma è doveroso. E’ chiaro che è giusto dopo un anno cominciare a riprendere confidenza con la libertà ma allo stesso tempo rimane l’emergenza sanitaria». Soddisfatte le associazioni di categoria, chissà se lo è anche chi, come il professor Crisanti proprio ai nostri microfoni, ha giustificato il comportamento delle persone che da troppo erano costrette a casa e limitate negli spostamenti. Secondo il professore le persone se hanno avuto dei comportamenti che possono risultare pericolosi lo hanno fatto perché «autorizzati dalla politica che da indicazioni vaghe che fa sottintendere che il pericolo sia passato, mentre invece servirebbero delle azioni precise e mirate per evitare una nuova ondata di contagi».

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