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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Attacco terroristico Parigi, Bitonci "Islam condanni o via da Padova"

Il sindaco di Padova interviene dopo l'attentato alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, che ha provocato almeno 12 vittime e 10 feriti: "Qui non c'è posto per chi tace, per convenienza o collusione"

"La tragedia ripugnante di Parigi mi interpella come uomo e come amministratore di una città europea, profondamente radicata nei valori cristiani del rispetto della vita umana, della fratellanza e della pace". Il sindaco leghista di Padova, Massimo Bitonci, interviene in seguito all'attacco terroristico armato avvenuto mercoledì nel cuore della capitale francese, nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Due uomini, armati di kalashnikov, incappucciati e vestiti di nero, hanno fatto irruzione in redazione e, gridando "Vendicheremo il Profeta", hanno aperto il fuoco contro giornalisti e dipendenti. Un vero e proprio massacro, che avrebbe provocato almeno dodici morti e una decina di feriti. Poi gli assalitori sono scappati a bordo di un'auto rubata.

"CONDANNINO, O VIA DA PADOVA". "Per difendere questi valori, che nobilitano la nostra comunità e sono punto di riferimento per il suo sviluppo futuro, dobbiamo combattere insieme, senza timori e senza esitazioni - ha scritto in una nota il primo cittadino - Lancio un appello ai rappresentanti di tutti i gruppi musulmani della città: condannino l'attentato e i propositi dei terroristi o se ne vadano. A Padova non c'è posto per chi tace, per convenienza o collusione, di fronte ad una strage come quella di oggi. Se Dio è amore, come ci ha ricordato Benedetto XVI in una sua enciclica, l'odio e la violenza provengono dal maligno e non hanno alcuna giustificazione".

I PRECEDENTI. In passato Charlie Hebdo è più volte finito nel mirino degli integralisti islamici per aver irriso la figura del profeta Maometto. Nel 2006 il settimanale suscitò polemiche pubblicando una serie di caricature, diffuse inizialmente dal quotidiano danese Jyllands-Posten. Nel novembre 2011 la sede del settimanale venne distrutta da una bomba molotov e dall’incendio generato dall’esplosione. La redazione aveva annunciato la nomina di Maometto come direttore del numero in uscita, che si sarebbe chiamato "Sharia Hebdo" in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge.

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