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Il capanno in adozione, scongiurata la demolizione

L'assessore Bressa e il caso del capanno in Sacra Famiglia: «Formalizziamo il rapporto con i ragazzi e affidiamogli la gestione di quello spazio. Bisogna scindere l'episodio negativo dall'esperienza di questi adolescenti»

Una storia semplice e con un sapore un po' retrò. Una vicenda che potrebbe sembrare banale ma proprio le sue "dimensioni" la rendono particolarmente significativa perché dice molto di come sono visti e vissuti gli adolescenti di cui poi ci stupiamo, noi adulti, che fanno gli adolescenti, perdonate il gioco di parole. Tutto parte da dei giovanissimi che hanno scelto di passare il loro tempo in mezzo agli alberi sull'argine del Bacchiglione per stare insieme e divertirsi. E' facile pensare male, perdonate l'ironia, non vedendoli attaccati ai loro I Pad e invece rtovandoli vicino all'argine del fiume dentro un capanno preesistente che magari proprio loro hanno risistemato. Quelle cose che si facevano una volta, quando gli adulti di oggi erano a loro volta adolescenti e internet non aveva ancora sconvolto il mondo. Invece, tornando seri, si scopre che dopo questi anni di isolamento e rinunce, perché anche questo ha provocato la pandemia, ci sono ancora tanti giovanissimi e giovanissime a cui piace stare all'area aperta in mezzo alla natura. Addirittura gli piace prendersi cura di un posto, di un'area.

Un atto di rigenerazione spontanea, la loro. Sarebbe questa in realtà la notizia, anzi sarebbero una serie di buone notizie se non fosse che alcuni episodi accaduti quest'estate hanno creato del malcontento. Alcuni residenti del posto hanno infatti parlato apertamente di degrado e chiesto la demolizione del capanno. «Formalizziamo il rapporto con i ragazzi e affidiamogli la gestione di quello spazio che si sono ricavati. E' stata proprio la loro assenza per qualche settimana che ha creato problemi». A spiazzare un po' tutti ci pensa l'assessore Antonio Bressa, che invece sottolinea il valore dell'esperienza non dimenticando comunque chi lì ci vive: «Comprendo se qualche residente ha avuto modo di lamentarsi per le condizioni in cui era lo spazio durante il mese di agosto, ma paradossalmente è proprio l'assenza di quei ragazzi che quello spazio lo hanno rigenerato che ha creato i problemi. Altri soggetti hanno lasciato rifiuti e non rispettato quell'area, su questo comprendo i residenti. Ma bisogna scindere le due cose, gli episodi negativi da quella che è invece la frequentazione di quello spazio in questo luogo in mezzo alla natura». Ecco cosa propone l'assessore Bressa: «Questi giovani si sono dati delle regole anche serie per gestire l'area, di loro iniziativa. Io propongo loro di fare un'adozione del cosiddetto "capanno" in modo che queste regole siano formalizzate in un rapporto con il Comune e per far sì che sia tutto trasparente e alla luce del sole in modo tale da permettere ai ragazzi di vivere quello spazio e allo stesso garantendone la cura sia del posto che che dell'area». Fiducia e responsabilità invece che le ruspe. «Siamo stati tutti ragazzi, non dimentichiamolo mai. E a quell'età stare in mezzo ai boschi e alla natura è sempre piaciuto a tutti. Felici di constatare che almeno questo non è cambiato», chiosa con un sorriso l'assessore. 

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