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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Matteo Cavatton : "Bitonci? Dovrebbe avere dono dell'ubiquità. Giordani? Aspetto atti scritti"

Lunga intervista al Leader del gruppo consigliare Libero Arbitrio. Su Bitonci: "Non si può fare bene parlamentare e consigliere comunale. La giunta? La luna di miele è quasi finita"

Leader del gruppo consigliare Libero Arbitrio, dal 1999 protagonista delle vicende politiche cittadine. Assessore con Bitonci, ora siede tra i banchi dell’opposizione. Matteo Cavatton, lo andiamo a trovare nel suo Studio legale in Corso Milano. 

Caffè e sigaretta

Ci accoglie con un caffè, seguito da una sigaretta.  “Le amministrazioni, di qualsiasi colore esse siano, si preoccupano di mantenere il potere. Chi vince ha l’obbligo giuridico e morale di governare, ma deve farlo in vista del bene comune, non dell’auto-conservazione. Sul territorio manca la lungimiranza di fare delle scelte che al momento possono risultare impopolari, ma che sul lungo periodo porterebbero benefici ai consociati che si amministrano. Certo, se a dare l’esempio sono le massime cariche dello Stato, cosa possiamo aspettarci da un Sindaco...Pensiamo alla legge elettorale…”.  Parte subito in quarta, inevitabile non cominciare dalle imminenti elezioni, partendo dalla legge elettorale: “Le regole del gioco politico si stabiliscono a inizio mandato con la più ampia convergenza possibile, non a seconda delle necessità dell’ultimo minuto. E’ una prassi etico politica vecchia come i tempi, non vi si può procedere con i sondaggi in mano, come è successo in Italia, e strutturarla a seconda dei bisogni e con l’unica preoccupazione di salvare i paracadutati e piazzare i culi pesanti (testuale), per poi arrivare a ciò che accadrà il 5 marzo, dove il risultato sarà l’inciucio, inevitabilmente. La chiamano grande coalizione alla tedesca, ma di questo si tratta”.

Ghedini e l’inciucio

Gli facciamo notare che l’avv. Niccolò Ghedini di Forza Italia, ha dichiarato che non c’è alcuna possibilità di una grande coalizione “perché è contro natura”: “Aspettiamo il 5 marzo…”, risponde con tono sarcastico. Ma lei cosa voterà, gli chiediamo: “Voterò il male minore inteso come coalizione di centro destra, ma non ho ancora deciso quale dei partiti. Un voto col naso tappato, gli occhi semi chiusi e le orecchie che hanno fatto di tutto per non ascoltare. Perché se avessi davvero prestato attenzione a ciò che si è detto in queste settimane, anche dai leader del centro destra, avrei potuto avere la stessa reazione di Ulisse tra Scilla e Cariddi… Quindi ho evitato di seguire in maniera approfondita il dibattito elettorale”. “

La legge elettorale

“Le regole del gioco si dovrebbero stabilire prima, non dopo. Lo vedono tutti che tempistica e modalità della legge elettorale sono vergognose. Una legge infame. Negli Usa non cambiano il modo di votare dall’entrata in vigore della Costituzione nel 1789. In Inghilterra dalla Magna Charta libertatum, salvo che per ampliare l’elettorato attivo e passivo; in Francia e Germania non cambiano legge elettorale dal dopo guerra in avanti. In Austria idem. Vogliamo cambiarla? Facciamolo, ma nei primi tre mesi di mandato, non con i parlamentari in scadenza che si aggrappano ai sondaggi e contrattano il loro voto per salvare la carega”.

Il rapporto con Bitonci

Non possiamo non chiedergli del suo rapporto con Bitonci: “Una lista che porta il nome di un candidato sindaco ha senso di esistere se questo vince. Una opinione che Bitonci non ha condiviso. Dalla riforma Segni è stato il miglior primo cittadino che la città abbia mai avuto. Ciò detto, non condividevo la permanenza con il nome di un candidato sindaco che seppur di poco, ha perso le elezioni. Per questo abbiamo dato vita a Libero Arbitrio, per ricostruire il rapporto con un certo elettorato liberale e moderato che, tuttavia, non si riconosce necessariamente nella Lega. La lista Bitonci viene vista come una estensione, una escrescenza carnosa della Lega. Io leghista non sono, quindi, dopo un confronto franco e aperto con Massimo (Bitonci), abbiamo dato vita a questo nuovo gruppo consigliare. Non ci sono stati i dissidi su cui erroneamente si è fatta tanta letteratura sui giornali. Forse ha dato fastidio che il nuovo gruppo sia stato fondato prima delle politiche; questa, in ogni caso, è una scelta corretta che serve a riparametrare il centro destra, visto che Forza Italia è in crisi e il partito della Meloni non sfonda. Dal punto di vista politico-amministrativo c’è comunanza di intenti, anche se Lui oggi è chiamato a un incarico molto rilevante, che lo terrà lontano da Padova. L’impegno per fare bene il consigliere comunale in una città capoluogo problematica come Padova è assai rilevante e richiede un’attenzione giornaliera. Se si aggiunge il ruolo di parlamentare, ci vuole il dono della ubiquità per svolgere al meglio entrambi i mandati. Detto questo, spero sempre il meglio per lui e mi auguro venga eletto”.

Sindaci

Quando sarà il momento, Bitonci ha assicurato che si candiderà nuovamente a sindaco. “Non è detto che tutto il centro destra lo seguirà però come è stata questa ultima volta”. Potrebbe essere lei il prossimo candidato del centro destra a sindaco? Ci pensa a fare candidato sindaco? “Ho cominciato nel 1999 con il primo mandato, ho ricoperto tanti ruoli. Ma manca così tanto alle elezioni amministrative che è difficile rispondere a questa domanda. Certo è che, quasiasi ruolo io abbia ricoperto negli anni, non ho mai agito per vendicare i mali o i torti subiti, bensì per curarli, per risolverne le conseguenze negative. Oggi assistiamo a un afflosciarsi del centro moderato su posizioni oltranziste, letteralmente preso in ostaggio dall’estrema sinistra. Le “non” decisioni della giunta sono qui a sancirlo”.

Le critiche alla giunta

Ma torniamo alle sue critiche alla giunta: “Non vorrei essere nei panni di Giordani, che aspetta il dopo elezione per portare in Consiglio comunale il nuovo ospedale, Leroi Merlin e la nuova linea del metro bus. Era da fare subito. Dall’inizio dell’anno si sono svolti  soltanto due consigli comunali di cui uno obbligato per il bilancio preventivo. Se il risultato di LeU dovesse essere superiore alle aspettative, il 05 marzo gli chiederanno un rimpasto di giunta per ridiscutere su tram, ospedale e Leroy Merlin”.

Previsioni per il voto alle politiche a Padova

“Sono stati furbi nell’indicare un candidato ponte come Verlato, che sta tra l’anima sinistra del Pd e quella parte di cittadini che ha sostenuto Lorenzoni al primo turno delle amministrative. Servirà per vincere il collegio? Non credo”. Che cosa prevede, per il voto di domenica, in città? “Vuoi i numeri? 34/38%  voterà centro destra. 21/25% la coalizione di centro sinistra: Pd, Bonino e Lorenzin. Credo tra il 7 e 9 %, LeU, se sono davvero bravi. Altrimenti si attesta all’8-8,5. Tra il 13/e il 15% per M5S, che è in risalita”. Quindi ripartiti come, nel partiti del centro destra? “La Lega si attesterà intorno al 20-22%, Forza Italia recupererà  e potrebbe lambire il 10%. Fratelli d’Italia rimarrà stabile al 2 max 2,5 e Udc intorno al 2-3%. L’uninominale camera a Padova è saldamente nelle mani del centro destra. Certo che LeU e Pd se li sommi riportano a un classico pareggio che in questa città si ripropone dal 1995 ad oggi. Padova è spaccata e infatti qui si vince o si perde per tremila voti, con un differenziale di 1500 voti.

I consigli comunali

Tornando alle cose della città, lei si è molto lamentato che sono state poche le sedute del consiglio comunale: “Non so se Giordani e Lorenzoni  si sentano spesso, ma di certo non hanno il polso del consiglio comunale. Le decisioni fondamentali per la Città vanno quanto meno ratificate dai membri del Consiglio comunale e dopo otto mesi dall’insediamento gli scricchiolii sono evidenti. Sono convinto che nel momento in cui le posizioni ideologiche incideranno anche sulle scelte di natura economica, ossia su quali progetti investire i soldi dei contribuenti, a quel punto la frattura risulterà non solo evidente, ma insanabile. La disponibilità economica di cui oggi gode l’Amministrazione comunale è il frutto del lavoro della nostra giunta. Per quanto riguarda la disponibilità ad esempio di liquidi, pensiamo alla vendita delle azioni di Hera, ai 18 milioni di euro ottenuti con il bando periferie, ai 15 milioni per la mobilità sostenibile e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Gli unici denari portati a casa dall’attuale amministrazione sono quelli relativi all’estensione della linea tramviaria, grazie ad un decreto ministeriale a scadenza di mandato emanato per evidenti fini di propaganda elettorale. Ma, sfortunatamente per loro, la cuccagna sta per terminare”.

In attesa degli atti scritti

Giordani ci tiene a evidenziare questo aspetto, la facilità nel rapportarsi con Roma, per risolvere certe questioni: “E’ chiaramente una questione di rapporti. Rapportarsi con il Governo centrale era molto difficoltoso per noi. Quello che Giordani risolve con una telefonata a noi costava incartamenti, mail, chiamate. Vedremo da lunedì. Anche l’assessore Colasio, che stimo, sta cavalcando progetti che avevamo messo in atto noi. Come il recupero del Castello, la nuova illuminazione della Cappella degli Scrovegni o la candidatura Unesco della Padova Urbs Picta. La dura realtà è che l’amministrazione procede con atti e provvedimenti, non mediante appassionate sviolinate sulle pagine dei giornali, dove noto un’oramai stucchevole mancanza di analisi critica.

L'ultima bordata a Giordani

L’assenza sconfortante di atti decisionali scoperchia manifestamente il nulla politico-programmatico dell’Amministrazione in carica. Grazie alla grancassa della stampa, continuano a cianciare di progetti in merito ai quali non esiste non dico una delibera, ma nemmeno un rigo a matita. Ma la luna di miele, presto o tardi, finirà, e potrebbero non avere più un Ministro o un Sottosegretario pronto a togliere loro le castagne dal fuoco. Se sbagliano i grandi progetti, se si blocca il finanziamento del metro tram perché magari arriva solo la prima tranche, o si verifica qualche intoppo sul nuovo ospedale, per la maggioranza prevedo una primavera di lacrime amare”.

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