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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

I cinema senza film, ristoranti senza clienti. E soffrono perfino le enoteche

Incontro a Palazzo Moroni tra rappresentanti delle categorie economiche, il sindaco Giordani, l'assessore Bressa e il presidente della camera di commercio, Santocono

Incontro a Palazzo Moroni tra rappresentanti delle categorie economiche, il sindaco Giordani, l'assessore Bressa e il presidente della camera di commercio, Santocono per far fronte alle conseguenze sulle attività economiche dell'allarme Coronavirus. I problemi causati dall’emergenza che è esplosa dopo il verificarsi di casi di contagiati da Coronavirus anche in Italia e nello specifico in provincia di Padova, per chi ha attività economiche ha apert una fase di incertezza. C’è quindi preoccupazione ed è assolutamente comprensibile. I locali che possono restare aperti sono vuoti, cinema, teatri, musei e quant’altro, tutti chiusi. 

Conti e Coronavirus

Quando la politica si è accorta di cosa stava accadendo, dando l’impressione di aver dapprima sottovalutato l’allarme, si è fatta prendere dall’ansia e i provvedimenti che sono scaturiti hanno avuto bisogno di delucidazioni perché proprio i sindaci non sapevano come mettere in atto l’ordinanza firmata dal Presidente Zaia e il ministro Speranza. Questa incertezza ne ha generata poi dell’altra, nelle persone che a quel punto, sentitesi disorientate, hanno presumibilmente scelto di starsene a casa il più possibile. Risultato i bar, i ristoranti, le osterie e le enoteche sono rimaste aperte ma senza che ci fossero clienti. Perfino le enoteche, in una regione come la nostra sembra un paradosso, hanno subito un calo di presenze. Anche uscendo dalla cinta della città la situazione non è diversa.

Che cosa comporta ad esempio per una società che è proprietaria di due multisala come Porto Astra e Multi Astra, lo abbiamo chiesto a uno dei soci: «Noi abbiamo anche il problema della programmazione. Perdere una settimana significa trovarsi quella dopo senza film. Tolti quelli di quella precedente ci troviamo senza spettacoli da poter offrire. Un'attività come la nostra per tornare a regime ci mette tempo. Sono circa cinquantamila presenze in meno. Speriamo non venga prolungato il periodo di restrizioni». 

Curioso invece quello che ci racconta Federica Luni, che è una dei gestori della Pasticceria Estense. In questi giorni è chiusa ma non per l'allarme Coronavirus. Era già programmato da tempo che per qualche giorno di questa settimana l'attività sarebbe stata sospesa. La cosa che però val la pena raccontare è che nella Pasticceria Estense da qualche tempo, subito vicino alla porta d'entrata, c'è un distributore che dispensa Amuchina. Una gentilezza verso chi entra ma anche un attenzione in più. «Fino a qualche giorno fa nessuno neppure si accorgeva ci fosse, il dispenser, poi è cambiato tutto. Ora sì che lo vedono e lo usano, tutti. In realtà c'era chi ne era attratto e lo utilizzava già da quando lo abbiamo installato, i bambini». Anche per le pasticcerie come per i bar vale il discorso fatto in precedenza. Come tutti gli esercenti e i commercianti la speranza è che termini al più presto questa situazione di allarme ma anche di psicosi. 

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