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Sinigaglia (PD): «Ospedale, buoni pasto dimezzati: l’Azienda ha deciso di mettere a dieta i dipendenti?»

In consigliere regionale annuncia un’interrogazione dopo la denuncia dei sindacati della sanità sulla "sforbiciata-2 dei buoni pasto per il personale

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Claudio Sinigagli (Pd).

«Importo del buono pasto dimezzato e niente più scelta tra caffè e frutta. Almeno potevano aggiungere il digestivo, perché decisioni del genere sono difficili da buttar giù. Di questo passo, nel prossimo bando, verrà chiesto ai dipendenti di portarsi la merenda da casa. È inaccettabile che l’unico criterio per le gare sia quello del risparmio, scaricato sui lavoratori e sugli utenti». È quanto afferma Claudio Sinigaglia, consigliere del Partito Democratico, annunciando un’interrogazione dopo la denuncia dei sindacati della sanità sulla ‘sforbiciata’ dei buoni pasto per il personale, che si aggiunge ai tagli all’acqua per i pazienti e al cambio delle lenzuola.

Grossa penalizzazione

«In attesa del nuovo bando, la cui regolarità, nonostante sia stato bocciato dal Consiglio di Stato e nonostante il parere negativo di Anac, è difesa dalla maggioranza che ha fatto mancare il numero legale in Consiglio, l’ospedale di Padova ha prorogato l’appalto con Serenissima con questi risultati. L’importo del buono pasto è sceso da 9 euro a 5,35, uno solo dei due panini previsti può essere con l’affettato, l’altro obbligatoriamente vegetariano, il tutto con mezzo litro d’acqua. Come mai un cambiamento tanto penalizzante non è stato discusso con le organizzazioni sindacali? Quali sono i motivi che hanno portato l’ospedale ad accettare condizioni simili, è stato deciso che i dipendenti devono mettersi tutti a dieta? - chiede ironicamente Sinigaglia - A questo si aggiunge un’anomalia davvero assurda: gli specializzandi non possono usufruirne e così si trovano a spendere per un pasto un importo maggiore di dipendenti medici e dirigenti. Potevano essere equiparati e invece si è scelto per l’ennesima volta di pensare esclusivamente al risparmio. Zaia venga ancora a raccontarci la favola dell’eccellenza veneta. Non è così che si gestisce un settore importante e delicato come la sanità».

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