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Coalizione Civica chiama a raccolta tutta la maggioranza: «Si schieri compatta contro l'inceneritore»

Il gruppo che oggi fa riferimento a Gallani, Ragona e Nalin in giunta, torna a ribadire la contrarietà alla quarta linea prevista da Hestambiente e chiede una posizione netta di Giordani e i suoi

Coalizione Civica ribadisce la sua contrarietà al progetto presentato da Hestambiente di realizzazione della quarta linea dell’inceneritore. Non si ferma quindi l'onda arancione, che però deve tenere conto di essere in maggioranza, dove le posizioni per ora non sono chiarissime.

Gli studi

«Abbiamo seguito con attenzione il tema sin dalla presentazione pubblica del progetto - dichiarano gli esponenti di Coalizione Civica - e in seguito lo abbiamo approfondito creando un gruppo di lavoro ad hoc che ha esaminato la documentazione messa a disposizione da Hestambiente e ha formulato le osservazioni che poi abbiamo presentato. Già in quella sede abbiamo evidenziato come il progetto sia stato presentato in assenza di un piano regionale rifiuti, scaduto a fine 2020 e attualmente annunciato ma non ancora compiutamente delineato né tantomeno approvato. In altre parole, l’eventuale approvazione del progetto da parte della Regione Veneto si configurerebbe non come un atto conseguente all’adozione di un piano rifiuti e alla strategia di gestione dei rifiuti complessiva delineata nel piano, ma al contrario come un’operazione in grado di influenzare la definizione del piano stesso. Un rovesciamento di prospettiva che noi riteniamo del tutto contrario a quanto gli atti di indirizzo e di programmazione dovrebbero assicurare».

Hestambiente

«Abbiamo inoltre evidenziato che Hestambiente non ha proceduto ad un adeguato studio delle alternative all’incenerimento - proseguono da Coalizione Civica - perché aumentare la capacità produttiva dell’impianto, come vuole fare la società, si pone in totale contraddizione con le linee guida delle direttive europee in tema di economia circolare, che privilegiano la riduzione della produzione di rifiuti, il riuso, e il recupero di materia, qualificato come molto preferibile a quello di energia. Vogliamo sottolineare che l’aumento della capacità produttiva, che secondo il proponente non sussiste poiché si richiede l’autorizzazione per l’impianto a trattare lo stesso quantitativo attuale di rifiuti, nei fatti è consistente poiché l’effettiva capacità di trattamento attuale è inferiore a quella autorizzata di un buon 30per cento».

Rifiuti liquidi e Pfas

«Stiamo quindi parlando di un progetto che porterà Padova a bruciare il 30% in più di rifiuti rispetto a oggi. Una particolare attenzione merita inoltre l’inserimento nel progetto di un impianto per il trattamento di rifiuti liquidi contaminati da Pfas, rifiuti che verrebbero trattati senza che siano noti i relativi meccanismi di degradazione termica e senza che sia minimamente possibile tenere sotto controllo le emissioni di questi specifici inquinanti, per i quali non vi sono metodi di campionamento e analisi né valori limite imposti dalle normative - continuano - e le nostre osservazioni si accompagnano a quelle dei nostri consiglieri Daniela Ruffini e Robertyo Marinello. A fronte del gran numero di osservazioni presentate anche da molti altri soggetti (associazioni, comitati e cittadini) Hera ha fatto di tutto per limitare al minimo il confronto. Prima ha presentato le sue controdeduzioni a Ferragosto, e la Regione, che evidentemente ambiva a facilitare il più possibile il percorso verso la presentazione del progetto definitivo, ha negato a coloro che avevano presentato le osservazioni una proroga del tempo a disposizione per rispondere, fissato in appena due settimane, in pieno periodo feriale. Controdeduzioni che peraltro non offrivano alcuna vera risposta al merito delle tante osservazioni pervenute».

Via

«Inoltre, il comitato Via regionale ha organizzato l’inchiesta pubblica in modo da limitare al massimo la partecipazione: modalità esclusivamente telematica, una sola persona autorizzata a parlare per ogni soggetto che aveva presentato osservazioni, tempi contingentati, assenza di pubblico. In altre parole, un’inchiesta pubblica che di pubblico ha avuto ben poco. Questo atteggiamento di Hestambiente e della Regione non fa che rafforzare i nostri timori nei confronti di un progetto che, in considerazione anche di quanto avvenuto in passato (e vogliamo citare il mancato abbattimento della linea 1 allorché fu costruita la 3 e l’inquietante comportamento della Regione in merito ai dati di inquinamento da PFAS nei territori delle nostre provincie) paventiamo possa essere approvato senza tenere nella dovuta considerazione i rischi per la salute dei cittadini padovani e per l’ambiente né la pianificazione della gestione dei rifiuti da qui al prossimo mezzo secolo».

Le alternative

«Le alternative all’aumento dell’incenerimento (ma anche alla discarica) ci sono. Una delle linee programmatiche con le quali ci siamo presentati agli elettori nel 2017 era l’aumento della quantità e della qualità della raccolta differenziata nella nostra città, obiettivo che è stato efficacemente perseguito, specie grazie alla nostra assessora all’ambiente Chiara Gallani, con l’estensione della raccolta porta-a-porta in quartieri vasti e popolosi di Padova: Mortise, Palestro, Porta Trento sud e tutta l’Arcella - chiudono da Coalizione Civica - e vogliamo anche ricordare che nonostante qualche polemica strumentale, l’accoglienza dei cittadini al porta-a-porta è stata molto buona e i livelli di soddisfazione tra i residenti sono elevati. In prospettiva, questo lavoro deve continuare per far sì che Padova raggiunga le ottime prestazioni di molti altri territori della nostra Regione, che da decenni adottano queste strategie e hanno ottenuto una forte riduzione del rifiuto indifferenziato. Non possiamo ignorare che i cittadini chiedono all’amministrazione comunale coerenza, ed è per questo che riteniamo che una politica credibile di riduzione del rifiuto indifferenziato non possa quadrare con un progetto di ampliamento di un impianto di incenerimento come quello che ci è stato presentato. Per questi motivi continuiamo ad affermare con forza la nostra contrarietà al progetto di realizzazione della quarta linea dell’inceneritore e lavoriamo affinché questa posizione sia condivisa da tutta l’amministrazione comunale».

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