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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Battaglia Terme

Da Liberi e Uguali duro attacco alla Lega sui temi ambientali

Il candidato Francesco Miazzi: "Dicono di amare il territorio quando scrivono nero su bianco che vogliono bruciare i rifiuti nelle cementerie. Si vede che glielo ha dettato AITEC"

“Da bravo candidato – racconta con tono sornione, Francesco Miazzi, Liberi e Uguali - mi sono guardato tutti i programmi dei partiti. Quando ho letto il programma ambientale della Lega sono trasecolato, anche perché ufficialmente si era sempre schierata, anche a livello locale, quindi a quello regionale, contro l’utilizzo dei CSS nei cementifici. Basta guardare quanti ordini del giorno e delibere approvate dal Consiglio Regionale contro i Css, a maggioranza leghista. E invece il contenuto di tutti i documenti riportati da AITEC, la Confindustria dei cementieri - scherza ancora Miazzi - riprendono gli stessi concetti pretestuosi che abbiamo già ampiamente smontato e che ritroviamo presenti, pari, pari, nel programma della Lega. Quasi, quasi, sembra scritto da un loro manager…”

Miazzi e il suo attacco alla Lega sui temi ambientali

Lo incontriamo a Battaglia Terme, Francesco Miazzi, a margine di uno dei tanti incontri e dibattiti ai quali sta partecipando, come tutti i candidati in questo rush finale di campagna elettorale. Miazzi è noto per le sue battaglie ambientali, basta pensare alla battaglia contro la cementeria di Monselice, ma è tutta la sua storia che è contrassegnata dalle lotte per l’ambiente. “Il programma della Lega – prosegue serio - dice che vanno incentivate le operazioni di incenerimento dei rifiuti denominati CSS (combustibile solido secondario n.d.r.) nelle centrali termoelettriche e nei cementifici, spacciando tale operazione come una opportunità economica per i cittadini. Ma sappiamo benissimo che in realtà a guadagnarci economicamente sarebbero solo i cementieri che verrebbero pagati per bruciare e incenerire plastica e quant’altro. E poi dicono di amare il territorio…”

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Miazzi fa i conti 

Fa pure i conti, Miazzi, per dare chiara l’idea a chi ascolta, di cosa sta parlando. “Chi brucia una tonnellata di rifiuti di plastica viene pagato 100 euro che va a sostituire il costo di 100 euro medie per l’acquisto del Pet Coke”. Il pet-coke è un derivato di scarto della lavorazione del petrolio, classificato come rifiuto tossico nocivo fino al 2003. E’ diventato combustibile per decreto per decisione del governo Berlusconi. “In questo modo – prosegue Miazzi - la produzione e la vendita di cemento diventerebbero solo lo schermo di un business dalle proporzioni milionarie. Altro fatto da fare notare è che queste plastiche derivano quasi completamente dalla raccolta differenziata fatta dai cittadini. Quindi oltre al danno ambientale anche la beffa per i cittadini virtuosi”. E’ un fiume in piena Miazzi. Il suo non si può quasi neppure definire un attacco politico, la pone invece sul piano delle opportunità a confronto con quelle che sono le conseguenze e le ricadute di certe scelte. “Hanno avuto modo, da anni, quelli della Lega, di incontrare e discutere della problematica e conoscere la gravità della situazione. Attorno a tutti i cementifici e in particolare nella Bassa Padovana, dove erano in funzione tre impianti nel raggio di 5 km, è stata riscontrata l’ingente presenza di diossine e pcb, e adesso sono utilizzati solo rifiuti nel processo produttivo. Figuriamoci cosa potrebbe accadere con l’incenerimento di rifiuti al posto del Pet coke. Legittimare questa pratica della combustione dei rifiuti significa avallare una operazione certa di avvelenamento dell’aria, dell’ambiente e di conseguenza delle persone”.

La posizione di Legambiente sui cementifici

Eppure non mancano le contraddizioni anche all’interno di Liberi e Uguali, forza politica in cui si riconosce anche Legambiente, che però aveva espresso il parere favorevole alla pratica di bruciare rifiuti dentro i cementifici. “Legambiente –risponde Miazzi - anche a livello locale si è schierata contro lo smaltimento dei Css negli impianti del cemento, nonostante una posizione espressa a livello nazionale, quattro se non addirittura cinque anni fa. Una decisione presa sull’onda di una emergenza legata proprio ai rifiuti. Quella scelta, inoltre, è stata criticata da ambientalisti di ogni dove e dagli stessi circoli locali di Legambiente, evidenziando la nocività di questa pratica, visto che i cementifici hanno limiti di emissione anche di dieci volte superiori a quelli degli inceneritori”.

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