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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Dalla difesa dell'ambiente alla lotta alla mafia, sono i giovani i protagonisti delle mobilitazioni

Dopo i ventimila in piazza a difesa dell'ambiente, cinquantamila i presenti al corteo in memoria delle vittime di mafia. Da registrare in entrambi i casi la grandissima presenza di giovani e giovanissimi

In poche settimane la città di Padova è stata attraversata da migliaia di persone. Non per visitare le bellezze del posto, indiscutibili, o per visitare qualche mostra. Migliaia di persone sono arrivate in città per affermare o difendere diritti. Dalle manifestazioni contro e a difesa della 194 fino a quella a difesa del pianeta Terra, dalle iniziative a sostegno di Mediterranea alla manifestazione di Libera, nell’ultimo mese circa ottantamila persone sono state coinvolte in manifestazioni politiche. Il più grande di questi cortei si è svolto proprio il primo giorno di Primavera, nella giornata nazionale in memoria delle vittime di mafia organizzato da Libera che quest’anno ha scelto proprio Padova per il suo appuntamento nazionale.

Al corteo di Libera ci sono cinquantamila persone, il 21 marzo. Scuole, sindacati, associazioni e liberi cittadini di diverse parti d’Italia e da tutto il Veneto si sono dati appuntamento in piazzale Boschetti, per poi sfilare e attraversare tutta la città. Il corteo di Libera, dedicato alla memoria delle vittime di mafia, sembrava davvero non finire più. Sono già cominciati gli interventi dal palco posto di fronte santa Giustina, in Prato della Valle, che ancora arrivava gente. Tantissimi colori, tantissime bandiere. La parte del leone in termini di presenze ma anche di creatività ed energia la fanno i giovani e i giovanissimi, che dimostrano ancora una volta quanto facile sia sfatare il luogo comune che alla politica non si interessano. Un refrain che dopo gli anni settanta ogni generazione ha sentito rinfacciarsi e che i fatti ancora una volta smentiscono.

Anche di politici ce ne sono parecchi, lungo il corteo, come rappresentanti delle forze dell'ordine e alte cariche militari. Molti amministratori comunali, sindaci e rappresentanti della Regione. C’è l’assessore regionale Roberto Marcato, c’è il presidente della provincia Fabio Bui, il sindaco di Padova, Sergio Giordani e con lui tanti altri primi cittadini e consiglieri regionali, come Bruno Pigozzo o Piero Ruzzante. C’è l’ex procuratore Gian Carlo Caselli, presidente onorario di Libera, Rosy Bindi che è stata presidente della commissione anti mafia, c’è il figlio del generale Dalla Chiesa, Nando, che si accompagna a decine di parenti di vittime della mafia.

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Tra queste anche una folta delegazione di messicani, soprattutto donne. I “narcos”, in Messico, i gruppi paramilitari privati e l’esercito, dal 2000 ad oggi hanno lasciato sul terreno più morti che nel conflitto in Siria. Quella che comunemente viene definita “guerra alla droga” ma dove a pagare il prezzo più alto è per lo più gente comune o chi si oppone ai traffici e alle conseguenze che causa.

FnSi libera-2Ci sono i giornalisti della Fnsi e di Articolo 21, ci sono centinaia di scuole. Striscioni di istituti del bellunese, dal veronese, dal vicentino che si sono accodati al sound system organizzato dal collettivo di studenti medi di Padova. Non è raro incontrare insegnanti e studenti insieme sfilare con bandiere e striscioni. C'è tanta musica e i ragazzi ballano e cantano sulle note de "I cento passi", il celebre brano dei Modena City Ramblers. 

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Presenti naturalmente i sindacati con tantissimi lavoratori che hanno portato in piazza i temi della sicurezza sul lavoro e della precarietà, evidenziando come una posizione di debolezza in materia di diritti è un favore alle mafie che mette in difficoltà non solo i lavoratori ma anche gli imprenditori, come dimostrato dalle inchieste di queste ultime settimane che hanno ribadito quanto la n’drangheta ha messo stabilmente radici in tutto il territorio Veneto.

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